VOICE OF LEADER – Alla soglia del 2026, il turismo globale sta entrando in una fase di trasformazione decisiva. Dopo diversi anni di ripresa e riassestamento, il settore si avvia verso uno scenario caratterizzato da personalizzazione, digitalizzazione sempre più completa e da una crescente sensibilità nei confronti della sostenibilità. Il turismo oggi è un ecosistema che intreccia ambiente, cultura, mobilità, comunità locali, esperienze, tecnologia e responsabilità sociale. Comprendere da dove veniamo e verso dove siamo diretti è importante quanto definire come vogliamo evolvere collettivamente.
L’ERA DELLA STABILITÀ ESPANSIVA
Le cifre continuano a mettere in evidenza, anno dopo anno, l’importanza economica dell’industria del turismo a livello mondiale. Secondo il World Travel & Tourism Council, nel 2024 il settore ha contribuito al Pil globale per 10.900 miliardi di dollari, pari al 10% dell’economia mondiale. Per il 2025, la previsione parla di 11.700 miliardi, oltre a creare 371 milioni di posti di lavoro. L’Organizzazione Mondiale del Turismo conferma un aumento del 5% degli arrivi internazionali nella prima metà del 2025, consolidando pienamente la ripresa del settore. Se questo ritmo sarà mantenuto, il 2026 potrebbe inaugurare un periodo di stabilità espansiva che riporterebbe il turismo al di sopra dei livelli pre pandemici nella maggior parte delle regioni.
TURISTI CONSAPEVOLI
Ma al di là di cifre di così grande impatto, come sarà il turismo in futuro? La prima grande tendenza che definirà il 2026 è il consolidamento del viaggiatore consapevole. Un numero crescente di turisti privilegia destinazioni e operatori che rispettano criteri ambientali verificabili, contribuiscono allo sviluppo locale e tutelano il patrimonio culturale. Questo maggiore livello di consapevolezza si traduce in decisioni concrete: scegliere trasporti più efficienti, affidarsi a imprese certificate o ricercare esperienze che abbiano un impatto positivo sulle comunità ospitanti. Questo cambiamento non è solo etico ma anche strategico, in quanto richiede all’industria di rivedere i processi, rafforzare la trasparenza e diversificare l’offerta.
AI E VIAGGI IBRIDI
Parallelamente, la rivoluzione tecnologica sta trasformando l’esperienza turistica. L’Ai generativa permette di progettare itinerari altamente personalizzati, anticipare le esigenze e ottimizzare le operazioni. Le destinazioni adottano sistemi predittivi per gestire i flussi, migliorare la sicurezza e utilizzare le risorse in modo più efficiente. La realtà estesa amplia le possibilità di interpretazione del patrimonio e rende i contenuti culturali più accessibili.
Nel 2026, questi strumenti cesseranno di essere innovazioni isolate per diventare standard globali. Un’altra forza di trasformazione è costituita dall’aumento dei viaggi ibridi, in cui tempo libero e lavoro si intrecciano. La flessibilità lavorativa favorisce soggiorni più lunghi, meno stagionali e meglio distribuiti geograficamente. Questo apre opportunità per le regioni emergenti e richiede nuovi modelli di alloggio, una robusta connettività digitale e servizi urbani su misura per i visitatori che sono anche residenti temporanei.
DIALOGO INDISPENSABILE
Ma occorre ricordare che nessuna di queste tendenze può consolidarsi senza un’efficace cooperazione internazionale. Le sfide legate al cambiamento climatico, alla regolamentazione dell’economia digitale, alla sicurezza o alla connettività aerea richiedono un dialogo costante e, in questo contesto, le fiere e gli incontri professionali svolgono un ruolo essenziale come piattaforme di riflessione strategica e di governance settoriale. Le fiere, come testimonia Fitur, che aprirà le sue porte con l’inizio del nuovo anno, non sono solo vetrine commerciali: sono spazi in cui istituzioni, aziende tecnologiche, operatori e destinazioni mettono a confronto visioni, individuano sinergie e accelerano le decisioni.
Agiscono da amplificatori di tendenze, concentrando le conoscenze provenienti da più regioni e rendendo visibile, prima di qualsiasi altro spazio, ciò che plasmerà il futuro del turismo. Hanno anche una funzione formativa cruciale: in un ambiente tecnologico in rapida evoluzione, il trasferimento di conoscenze impedisce che le Pmi rimangano escluse. Inoltre, le fiere sono anche forum neutrali per affrontare dilemmi complessi: la saturazione del turismo, la gestione alternativa degli alloggi, l’adattamento climatico o l’equità nella distribuzione dei benefici. Spazi in cui si confrontano esperienze reali e si definiscono strategie che trascendono gli interessi individuali, fungendo da laboratori di innovazione in cui vengono testate, convalidate e ampliate su scala soluzioni che trasformeranno mobilità, ospitalità, promozione turistica o sostenibilità.
IL RUOLO DELLE FIERE
Il turismo del futuro non verrà scritto in solitaria. Sarà costruito in modo collaborativo, con una visione e una responsabilità condivise. Nel 2026 (e oltre) le fiere continueranno a essere fari essenziali per promuovere un modello di turismo più florido, equo e innovativo, assumendosi la responsabilità di creare e offrire uno spazio in cui governi, aziende, imprenditori ed esperti si riuniscono per discutere, ispirare e trasformare. Il turismo del futuro si basa sulla collaborazione, sulla conoscenza condivisa e sulla responsabilità collettiva.
Il mondo viaggia in modo diverso, con nuove aspettative e valori rinnovati. Chi meglio comprende questo nuovo viaggiatore, chi è in grado di anticipare le tendenze e di applicare la tecnologia in modo mirato, guiderà la prossima fase del turismo globale. Fitur si propone di farlo sulla base della conoscenza, nella convinzione che solo imparando insieme possiamo continuare a crescere in modo sostenibile e inclusivo.
Direttrice di Fitur Madrid, è un'economista con oltre 30 anni di esperienza.
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