Il Wef incorona l’Italia: “È nella travel top ten globale”

Il Wef incorona l’Italia: “È nella travel top ten globale”
27 Maggio 12:34 2024 Stampa questo articolo

Italia nella top ten del turismo globale, viaggi ai livelli pre Covid, ma non sul fronte aereo e ricettivo. È quanto emerge dalla classifica del Travel & Tourism Development Index 2024 pubblicata dal Forum economico mondiale (Wef) e ripresa dall’Ansa. Il Wef è un indice globale che “misura l’insieme di fattori e politiche volti allo sviluppo sostenibile e resiliente del settore viaggi e turismo, che a sua volta contribuisce allo sviluppo di un Paese”.

Nei giorni scorsi l’Un Tourism, che fa capo all’Onu, aveva già certificato il ritorno degli arrivi al 97% del periodo antecedente la pandemia. Il settore dei viaggi e del turismo, dunque, è in miglioramento su scala globale e grazie all’esplosione di una domanda “compressa” durante il Covid, per cui quest’anno sia gli arrivi che il contributo al Pil globale torneranno ai livelli pre 2019.

In cima alla classifica dei Paesi stilata dall’organizzazione ginevrina ci sono nell’ordine Stati Uniti, Spagna, Giappone, Francia, Australia, Germania, Gran Bretagna, Cina, Italia, Svizzera. L’Italia è dunque nona e guadagna tre posizioni rispetto al rapporto precedente, in una classifica che rispecchia, al di là del numero degli arrivi, una serie di fattori in cui il nostro Paese ha il punteggio più alto: 6,74 per risorse culturali.

Bene – quindi superiore al 5 – su servizi sanitari e igiene, sostenibilità ambientale e infrastrutture aeroportuali, sicurezza. Non brilla, invece, quanto a competitività di prezzo – 3,15 – dove il primato negativo va a Islanda e Svizzera, e per “impatto socio-economico di viaggi e turismo”, cioè il contributo del settore all’economia, ai salari e alla parità salariale di genere.

«Quest’anno segna un punto di svolta per i viaggi e il turismo – osserva Francisco Betti, capo del team global industries del Wef – tuttavia il settore, che pure sta superando l’impatto pandemico, continua a misurarsi con una serie di “sfide esterne”: dai rischi crescenti sul piano macroeconomico, geopolitico e ambientale, alla crescente attenzione per la sua sostenibilità e all’applicazione delle nuove tecnologie digitali, come big data e intelligenza artificiale. Dato che il settore viaggi e turismo storicamente vale un decimo del Pil e dell’occupazione globale i decisori politici devono riconoscere la necessità di approcci strategici e olistici per sbloccare il suo potenziale».

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