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Incidente Alaska Airlines: mea culpa di Boeing

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Boeing recita il mea culpa. «I problemi del 737 Max-9 sono un nostro errore», ha ammesso il ceo David Calhoun, dopo l’incidente occorso venerdì scorso a un jet dell’Alaska Airlines, che ha perso un pannello della fusoliera poco dopo il decollo da Portland. L’aereo è riuscito a far atterrare in sicurezza tutti i 177 passeggeri e l’equipaggio.

La Federal Aviation Administration ha sospeso le ispezioni sui 171 aerei messi a terra dopo che United e Alaska, le uniche compagnie Usa che utilizzano il 737 Max-9, hanno trovato alcuni bulloni allentati. In ogni caso la Faa ha chiarito che l’aereo non tornare a volare finché non sarà ritenuto sicuro. «La sicurezza del pubblico in volo, non la velocità, determinerà la tempistica per la rimessa in servizio del Boeing 737-9 Max», ha spiegato la Faa in una nota ufficiale.

Nel corso di un vertice aziendale, dunque, Calhoun non si è nascosto: «Affronteremo questo problema, innanzitutto, riconoscendo il nostro errore. Quando ho ricevuto quella foto, tutto ciò a cui riuscivo a pensare era che non sapevo cosa fosse successo e che chiunque poteva essere sul sedile accanto a quel buco nell’aereo».

Calhoun ha garantito che Boeing collaborerà con il National Transportation Safety Board nelle sue indagini: «Ci occuperemo della questione con la massima trasparenza e lavoreremo con l’Ntsb che sta indagando sull’incidente per risalire alla causa. Ho fiducia nel loro operato e sono convinto che giungeranno presto ad una conclusione».

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