I Boeing 737 Max-9 a terra:
così parlò la Faa

I Boeing 737 Max-9 a terra: <br> così parlò la Faa
08 Gennaio 16:57 2024 Stampa questo articolo

Gli spettri del passato tornano come in un incubo e tarpano nuovamente le ali al Boeing 737 Max-9. L’aereo è di nuovo a terra dopo l’incidente occorso venerdì scorso al velivolo dell’Alaska Airlines, con il portellone volato via subito dopo il decollo da Portland. «Rimarranno a terra finché l’agenzia non sarà convinta che possano operare in sicurezza», ha stabilito la Federal Aviation Agency, per ciò che riguarda gli aerei americani e quelli che operano negli Usa.

Secondo la società di analisi aeronautica Cirium, in tutto il mondo operano 215.737 Max-9, ma solo 171 sono dotati del portellone esploso e quindi ora a terra in attesa di ulteriori controlli. Alaska Airlines, quindi, ha fermato i suoi 65 e ieri ha cancellato voli che hanno interessato circa 23.000 passeggeri. Sono 79 quelli lasciati negli hangar da United Airlines, che ha soppresso 60 voli. La Turkish Airlinesi ha deciso il ritiro precauzionale di 5 modelli, la Copa Airlines di Panama ha fermato i suoi 21 esemplari. Flydubai invece ha annunciato che i suoi 3 737 Max-9 non sono coinvolti perché hanno una “configurazione diversa” rispetto agli aerei di Alaska Airlines e sono stati sottoposti a recenti controlli di sicurezza.

In Europa, l’Easa, Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea, ha spiegato che nessuna compagnia utilizza Max-9 con la configurazione oggetto della direttiva Faa. Identico discorso per la Civil Aviation Authority del Regno Unito.

LA “MALEDIZIONE” CONTINUA

Un destino, quello del Boeing 737 Max 9, che fa sinistramente il verso a quello del Concorde, segnato soprattutto dalla tragedia di Parigi del luglio 2000 – nella quale morirono tutti i 100 passeggeri, i nove membri dell’equipaggio e quattro persone a terra – tra le cause principali della sua dismissione nel 2003.

Il Boeing 737 Max 9 era già stato interdetto al volo nel marzo 2019, su decisione delle autorità aeronautiche di tutto il mondo. Il modello era in produzione da appena tre anni, quando due aeromobili vennero coinvolti in altrettanti incidenti, nel giro di cinque mesi, che costarono la vita a 346 persone: il primo con il volo Lion Air 610 il 29 ottobre 2018, il secondo con il volo Ethiopian Airlines 302 il 10 marzo 2019.

La Faa, che inizialmente aveva confermato l’aeronavigabilità del Boeing 737 Max 9, a differenza di tutte le altre autorità aeronautiche, lo aveva poi interdetto al volo a tempo indeterminato, motivando la decisione con la somiglianza tra i due incidenti: in quel momento erano 387 gli aerei attivi che operavano per 59 compagnie. Nell’ottobre 2019, il rapporto finale del governo indonesiano sull’incidente di Lion Air ha identificato le cause del disastro, tra cui difetti di progettazione, certificazione inadeguata e regolamentazione di sicurezza, errori di manutenzione e azioni degli equipaggi di volo.

A gennaio 2020, Boeing aveva sospeso la produzione dei 737 Max 9 con 400 aerei in attesa di esser consegnati. Corretti gli errori, il modello era tornato in pista, con tanto di investimenti colossali da parte dei vettori. Ora è scattato ancora il semaforo rosso, nuova fermata ai box. Il cielo può attendere. Almeno per ora.

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L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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