Se i dissapori Cina-Usa si risolvono con il turismo

Se i dissapori Cina-Usa si risolvono con il turismo
27 Maggio 11:06 2024 Stampa questo articolo

PECHINO – Si è svolta a in Cina la Conferenza per lo sviluppo del turismo incoming che ha visto a Pechino la partecipazione di oltre 200 tra tour operator e agenti di viaggi provenienti da numerosi Paesi: dall’Italia, ma anche da altri importanti bacini come Usa, Australia, Canada, Giappone e Irlanda.

L’obiettivo dell’evento – che ha preceduto Itb China 2024, fiera al via oggi al World Expo Exhibition & Convention Center di Shanghai – è stato quello di creare una piattaforma che consenta agli agenti di viaggi cinesi e stranieri di comunicare e cooperare. Alla cerimonia di apertura era presente anche il presidente dell’Ustoa, United States Tour Operators Association, Terry Dale, il quale ha parlato dell’importanza del turismo come strumento per costruire il dialogo e appianare i conflitti di qualsiasi natura fra i vari Paesi del mondo.

«Stiamo vivendo un momento in cui è necessario ricostruire, fare riemergere e reintegrare le relazioni dell’industria del turismo tra Stati Uniti e Cina. E possiamo farcela, facendo cose che a volte i governi non riescono a fare e noi invece sì. Perché abbiamo un ponte fra le culture e fra i popoli. E abbiamo una responsabilità nei confronti delle nuove generazioni, il nostro futuro», ha dichiarato Terry Dale.

La conferenza è stata, quindi, l’occasione per siglare alcuni accordi di collaborazione tra organizzazioni della filiera turistica cinese, come quello che impegna a collaborare l’Ustoa e l’Associazione turismo e cultura di Pechino. O quello tra la Scuola di educazione internazionale dell’Università di Pechino e il Campus Kapiolano dell’Università delle Hawaii.

Rispondendo a una domanda de L’Agenzia di Viaggi Magazine, Dale ha detto: «Il turismo può aprire la strada alle relazioni politiche. E tra i tanti esempi che ho incontrato nella mia carriera ricordo quello di Cuba sotto l’amministrazione Obama. C’era l’intenzione di aprire quella destinazione ai turisti americani e i nostri soci si impegnarono per facilitare questa decisione. Le sfide per i governi sono reali ma questo non impedisce alle imprese turistiche di influenzare, formare anche, per contribuire alla soluzione del problema».

Intanto, la decisione di sospendere la richiesta di visto per 12 Paesi, tra i quali l’Italia ha dato i suoi frutti e ha portato alla conferma di questa scelta anche per tutto il 2025. Secondo i dati ufficiali dell’Ufficio municipale della cultura e del turismo, solo nei primi quattro mesi di quest’anno i turisti arrivati nelle prime tre città, per importanza, Pechino, Shanghai e Guangzhou, sono stati più del triplo rispetto all’anno precedente, con una ricaduta in termini di valuta estera di 650 milioni dollari (il 225,8% in più).

Durante la cerimonia d’inaugurazione della conferenza, sono stati premiati gli operatori che si sono distinti nella promozione del turismo verso la Cina, tra i quali l’italiano Azalei, tour operator specializzato in viaggi avventura.

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Giampiero Moncada
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