“Interpretazioni abbastanza pittoresche sul calcolo delle commissioni”. Seminario a Rimini il 10 ottobre

20 Settembre 07:00 2019 Stampa questo articolo

Ernesto Mazzi è il presidente di Fiavet Lazio e questa volta ci piace “rubargli” un’espressione da lui recentemente pubblicata con riferimento ai servizi rivenduti dalle agenzie dettaglianti: “Ci sono interpretazioni abbastanza pittoresche sul calcolo delle commissioni”. Alla luce della nostra esperienza sul campo nel gestire l’amministrazione delle agenzie di viaggi utenti del Sistema ©ADVManager non possiamo che fare nostra e supportare tale affermazione, che ben fotografa una realtà anomala, a volte non conforme alle norme vigenti e comunque fastidiosa e fuorviante per le agenzie di viaggi.

Cominciamo dalla forma dei documenti d’acquisto, siano essi variamente denominati come estratto conto, conferma prenotazione e simili: troppo spesso tali documenti non riportano i dati obbligatori previsti dal codice civile per la corrispondenza commerciale: “…devono essere indicati la sede della società, l’ufficio del registro delle imprese presso il quale questa è iscritta e il numero d’iscrizione”. Altre norme di origine fiscale richiedono inoltre che venga riportata la partita Iva e il regime Iva in cui essa opera. In assenza di tali dati non è possibile per l’amministrazione dell’agenzia di viaggi impostare correttamente la pratica.

Quanto sopra è poi particolarmente necessario per i fornitori tour operator in quanto l’art. 7 comma 4 del DM n. 340/1999 (regolamento di applicazione del regime 74ter), nello stabilire che l’agenzia intermediaria può effettuare le registrazioni contabili senza dover attendere l’autofattura dell’organizzatore, bensì “sulla base dei dati e degli elementi indicati nei documenti contrattuali e nei documenti contabili scambiati con l’agenzia organizzatrice”, conferisce evidente rilievo a che tali documenti siano completi di tutti i dati civilistici e fiscali.

Viceversa, non di rado perviene all’agenzia un documento in cui tali dati sono mancanti o incompleti. A volte c’è addirittura solo un marchio che non corrisponde neanche alla denominazione sociale dell’emittente. Altre volte i dati sono incerti, vi si riportano contemporaneamente più soggetti, alcuni con indirizzo italiano e altri con indirizzo estero e non è sempre facile comprendere chi fa che cosa, chi è il fornitore fiscale e in che regime Iva lavora.

Quanto alle provvigioni ha ragione Mazzi, sono alquanto imaginifiche. Si comincia con l’indicare una percentuale. Ma: da intendersi ora più Iva e ora Iva inclusa, da applicarsi ora sul prezzo del servizio ora sul prezzo al netto dell’Iva ora… su una parte del prezzo perché il resto non è commissionabile in quanto “quota d’iscrizione”, “diritti aeroportuali”, “tasse (?!) di imbarco e sbarco”… ecc. ecc. Tutte storie: sono nient’altro che componenti del prezzo, le tasse sono un’altra cosa e le impongono solo le Pubbliche Amministrazioni.

Dulcis in fundo: ti comunicano una provvigione e poi ti arriva una fattura al netto in cui quell’importo è chiamato “commissione”, ma in realtà è sottratto dal prezzo come sconto in fattura, cioè come componente negativa di prezzo. E qui il povero agente di viaggi non ci capisce più niente e il rischio di errore è altissimo, salvo ricorrere, per chi ne è cliente, al servizio di validazione fornitori di ©ADVManager. Il servizio è gratuito e ©ADVManager si assume la responsabilità del corretto inquadramento dell’operazione.

Perché le provvigioni sono così imaginifiche? Chi vuol provare a indovinare…?

Anche questa materia sarà illustrata nel Seminario Formativo ©ADVManager 2020 del  prossimo 10 ottobre a Rimini, nell’ambito del Ttg Travel Experience (inizio alle ore 10:00 e termine alle 16.00 con servizio di ristoro permanente in sala). Un’occasione da non perdere sia per le agenzie clienti che per le agenzie interessate a verificare il funzionamento del Sistema. La partecipazione è riservata agli imprenditori agenti di viaggi e ai loro commercialisti e consulenti fiscali. Per partecipare vai sul nostro sito.

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