La “mini Alitalia” di Lufthansa: tegole sul governo

12 Gennaio 15:48 2018 Stampa questo articolo

Due tegole sul governo nella vicenda Alitalia. L’amministratore delegato di Lufthansa, Karsten Spohr, in una lettera indirizzata al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, avrebbe posto alcune condizioni “irrinunciabili” per confermare l’interesse all’acquisto del vettore per 300 milioni di euro. La prima riguarda lo snellimento dell’organico, con tagli che andrebbero fatti dai commissari prima della vendita per un totale di almeno 2.000 dipendenti in uscita. La seconda concerne la flotta, con la compagnia interessata a mantenere solo 90 aeromobili.

Per i sindacati si tratterebbe di un’offerta “misera e irricevibile”, mentre il ministro Calenda starebbe ipotizzando una mediazione almeno sui tagli al personale (attualmente superiore alle 9mila unità). Forte della sua leadership in Europa, con 130 milioni di passeggeri trasportati nel 2017 (volume superiore a Ryanair che vantava il primato nel vecchio continente), Lufthansa vuole sostanzialmente un vettore più piccolo, snello e senza problemi sindacali sul nascere.

L’altra tegola che sta per abbattersi sull’esecutivo viene direttamente da Bruxelles. È stato confermato che l’Unione europea è intenzionata ad avviare un’istruttoria riguardo al mega prestito-ponte di 900 milioni di euro concesso dal governo ad Alitalia, e starebbe aspettando solo un passaggio formale, ovvero il documento ufficiale di Palazzo Chigi che deve dettagliare le modalità del prestito, per procedere ad un’analisi che potrebbe condurre alla contestazione.

Infine, si rincorrono nuove voci su una cordata Air France-Klm-easyJet e a un’interessamento di Delta, ma si tratta soltanto di indiscrezioni che in Alitalia, almeno finora, non hanno trovato né conferme, né smentite. Intanto, è previsto a metà settimana un incontro dei vertici Lufthansa con i commissari del vettore italiano.

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Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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