La scalata di Human Company: nasce il brand Hu Open Air

La scalata di Human Company: nasce il brand Hu Open Air
27 Ottobre 07:00 2021 Stampa questo articolo

Sull’onda del successo dell’aria aperta e dell’outdoor delle ultime due stagioni estive, il gruppo Human Company ha varato il brand Hu Open Air. «Hu che si pronuncia come l’inglese “you” e che vuole trasmettere proprio l’essenza di un prodotto costruito intorno a te, al cliente quindi – sottolinea in fiera a Rimini lo chief commercial officer, Valentina Fioravanti – Abbiamo voluto fortemente questo brand, che presentiamo in anteprima qui al Ttg Travel Experience,  proprio per dare più forza e riconoscimento al nostro settore open air che con sette villaggi e tre camping urbani ha avuto un importante riconoscimento in questi ultimi due anni».

L’open air diventa, quindi, sempre più centrale nei piani d’investimento del Gruppo italiano con il marchio Hu Open Air che mira ad espandersi sia sul piano delle strutture «anche se per il prossimo anno vogliamo consolidare prodotto e servizi nelle strutture già in portafoglio»; sia su quello del target.

«Vogliamo che le nostre strutture siano sempre più riconoscibili per la qualità dei servizi offerti e del tempo che i nostri ospiti trascorrono al loro interno, ma anche per il legame con il territorio e la sostenibilità ambientale. Il nostro open air è un’esperienza unica che offre sia il modello camping in town – più ricercato dalla clientela estera – sia quello più classico del villaggio e vogliamo ampliare il pubblico di riferimento intercettando la crescente domanda che in questi mesi stiamo registrando anche in Italia», ricorda Fioravanti.

A confermare l’operazione di Human Company vengono in soccorso anche i numeri dell’ultima stagione del Gruppo presente con le sue strutture in Toscana, Veneto e Lazio (e una in Lussemburgo).

«Abbiamo chiuso l’alta stagione con un risultato superiore del 10% rispetto alle previsioni. Rispetto alla nostra stima di fatturato in calo del 35% rispetto al 2019, siamo riusciti a chiudere con un -16% – ricorda la chief commercial officer, Bruna Gallo – Nonostante una partenza a rilento, da luglio l’Italia è tornata a correre così anche i mercati esteri. Ad agosto, poi, il prodotto Village ha fatto registrare una crescita di fatturato del 20% rispetto a due anni fa. Sicurezza, comfort e servizi su misura hanno battuto di fatto il prezzo nella mente del cliente: questo ha portato a un aumento del valore medio della pratica. Anche i mesi di spalla, soprattutto settembre, ci stanno dando molte soddisfazioni e ci permettono di guardare con fiducia al 2022».

I flussi domestici, infine, hanno migliorato dell’8% il risultato del 2020, con circa 876mila presenze italiane, e si sono confermati in prima posizione con il 40% dello share totale. Un risultato a cui ha contribuito anche il nuovo villaggio di Montescudaio che ha saputo rispondere alle esigenze “balneari” degli italiani.

«Ma sono tornati anche i mercati esteri più importanti – ricorda Bruna Gallo – Il mercato tedesco è cresciuto del 119% anno su anno, c’è stato il ritorno dei polacchi (+223% rispetto al 2020) e l’Olanda ha fatto registrare un soddisfacente +40%». All’appello manca ancora il mercato anglosassone (Uk e Usa soprattutto) che si spera torni in forze per il prossimo anno.

«Il camping in town di Firenze, però, ci ha regalato una bella sorpresa – conclude Gallo – con una durata della permanenza media che è quasi raddoppiata rispetto a due anni fa e un andamento ottimo a settembre. Gli ultimi due mesi, infine, stanno facendo registrare il ritorno dei gruppi scolastici»·

L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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