La voglia di Tamburi di reinvestire in Alpitour

06 Novembre 15:22 2023 Stampa questo articolo

«Goldman Sachs ha inviato il teaser a numerose controparti, esiste un forte interesse di molti operatori industriali americani, asiatici oltre che europei e anche di qualche finanziario. Speriamo di concludere nei primi mesi del 2024». Parola di Giovanni Tamburi, presidente e fondatore di Tip – Tamburi Investment Partners, che in un’intervista a Il Messaggero torna sul tema della cessione di Alpitour, di cui ora detiene la maggioranza, non escludendo la possibilità, poi, di reinvestire nella società. Un botta e risposto a tutto tondo, nella quale affronta anche i temi più caldi di natura economico-finanziaria, restituendo ai lettori la sua sempre interessante visione delle dinamiche di mercato.

Il quotidiano non esita a introdurlo come “il primo investitore privato italiano”, oggi per quasi 6 milioni in partecipazioni in varie aziende. Una figura “indipendente dai centri di potere economici e politici” con “la fama di persona perbene, pulita e trasparente” e con l’indole – parole sue – di «inguaribile ottimista».

L’intervista inizia con la seguente domanda: “Può spiegarci come mai i mercati scendono, il pericolo di recessione si allontana? «Le Borse salgono quando i tassi scendono e viceversa – spiega – Si deve aspettare qualche settimana per capire meglio dove andranno i tassi; di certo i livelli attuali non scenderanno di molto». La guerra c’entra qualcosa? «Non penso, se resta circoscritta. È chiaro che il blocco di Israele peserà su molte aziende, ma non credo sia un detonatore tale da giustificare questo ribasso. In luglio nessuno pensava a una guerra, eppure la svolta è iniziata lì. Se poi il conflitto dovesse allargarsi tutto ne risentirà. Ma a quel punto avremmo altri problemi», ammette.

Immancabile un passaggio sull’inflazione, i cui trend – dichiara Tamburi – sono «fondamentali per le decisioni sui tassi», che interessano il mercato. «Per ora – sottolinea – Fed e Bce hanno sospeso gli aumenti, ma nelle spiegazioni continuano a minacciare di aumentarli. Finora i falchi hanno ad ogni costo voluto dimostrare il loro potere, e quell’atteggiamento ha indebolito l’economia reale».

«Le banche centrali – aggiunge – prima hanno sbagliato ad abbassare troppo i tassi e più ancora a tenerli a lungo troppo bassi. Ora stanno facendo lo stesso errore, all’inverso. Per fortuna il Pil di tanti Paesi sorprende in positivo da mesi, perché la domanda continua a esserci».

E le aziende italiane come stanno andando? Secondo il numero uno di Tip, «c’è un po’ di rallentamento degli ordini, peraltro per me sano e fisiologico, ma di base continuano ad andare bene. I rincari delle materie prime, dell’energia e della logistica che tanto allarmavano sono stati riassorbiti. Le supply chain di molte imprese erano sotto stress perché, prima, tutti avevano destoccato. Infatti gli analisti che vedono guai ad ogni trimestre si continuano a pentire di essere stati troppo negativi».

Ampio e profondo lo sguardo sull’estero: «La Cina – afferma – ha trainato il mondo per vent’anni e tra Covid e situazione politica ha frenato. Tale frenata incide molto, però crescono sempre al 5% ed è un 5 che in termini assoluti pesa tantissimo, dopo tanti anni di accumuli. Il dato di pochi giorni fa sulla crescita al 4,5% contro stime del 4,1% può essere un segnale di svolta, ma nessuno è veramente in grado di capire cosa faranno. Comunque l’India sta accelerando, come vari altri Paesi asiatici. Per cui il trend resta positivo, anche se in tanti preferiscono dimenticarlo. Chi ricorda che le varie crisi finanziarie (Torri gemelle, Lehman, subprime, lo stesso Covid) sono oggi dei piccoli dentini nei grafici del Pil e dei mercati a medio o lungo termine?».

Ma c’è qualcosa che, a livello generale, preoccupa Tamburi? La risposta è sì – «stiamo sprecando risorse del Pnrr. È un’occasione unica per dare spinte a settori, agevolare la digitalizzazione, disporre di risorse mancate per decenni, recuperare quella produttività che da troppo tempo non abbiamo» – ma la speranza è che il suo sia solo un errore di valutazioni.

Dal capo di Tip anche un consiglio ai risparmiatori: «Investire in aziende sane, market leader e poco indebitate. La nostra Borsa ne ha tante e anche eticamente partecipare alla loro crescita è bello, appagante, ha pochi rischi».

Immancabile la domanda sulle oltre 30 aziende in cui ha investito, tra cui Prysmian, Interpump, Amplifon, Moncler, Ovs, Sesa, Beta e la stessa Alpitour. «Per noi una condizione di base, per entrare o stare in una società, è un basso livello dei debiti – spiega – Tip è riuscita a dare rendimenti nell’ordine del 40% medio annuo perché ha creato valore nelle partecipate facendole investire molto, cose che non fai se hai tanti debiti. Quando serve promuoviamo aumenti di capitale», come nel caso di Alpi.

Qui alla domanda se, una volta conclusa la valorizzazione delle quote, reinvestirà nel primo Gruppo turistico italiano, Tamburi risponde secco: «Speriamo di sì, dipende dal partner, Alpitour è un’eccellenza nazionale e un unicum».

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