Le Isole Cook tornano aperte ai turisti europei

Le Isole Cook tornano aperte ai turisti europei
27 Settembre 14:20 2022 Stampa questo articolo

Obiettivo Mana Tiaki per le Isole Cook: nella lingua e cultura maori questa espressione rimanda all’importanza di custodire e preservare, e sarà il filo rosso che guiderà l’arcipelago della Polinesia neozelandese nei confronti del proprio ambiente, delle proprie tradizioni, e di una ripresa del turismo attenta, ora che – da settembre – sono cadute tutte le restrizioni Covid, e si lavora ad accogliere nuovamente i turisti dall’emisfero nord, dopo un periodo trainato giocoforza dai vicini neozelandesi.

Per farlo, la direttrice sales & marketing Citc, Noeline Mateariki, e il titolare dell’ufficio inbound di Turama Pacific, Robert Skews, sono volati in Europa, e in Italia, per raccontare al trade la nuova stagione. E in Europa l’Italia è uno dei mercati più interessanti, «Da 300 turisti dieci anni fa nell’anno pre Covid eravamo arrivati a 2mila», ricorda Nick Costantini, general manager Southern Europe per Citc – Cook Island Tourism Corporation. Adesso la destinazione si concentra sull’espansione dell’offerta a più isole. «Il turismo rappresenta la nostra prima fonte di revenue, esportiamo sole e smile – racconta Mateariki -. Tutto ha riaperto con nuovo vigore ed entusiasmo. Adesso puntiamo sul regenerative tourism, sull’opportunità di costruire con noi, di essere parte di questo connettersi con la destinazione».

Diversificazione dei target e incremento degli arrivi nel 2023, sino al raggiungimento del 50% del totale registrato in epoca pre-Covid e al pareggiamento entro metà 2026, sono tra gli obiettivi dichiarati dalla destinazione, che lavora anche all’incremento dei gateway e delle rotte per raggiungere le Cook via Usa ed Australia, oltre all’offerta già numerosa dalla Nuova Zelanda. A questo proposito, nuove opportunità, anche per i combinati, si sono aperte con il lancio del nuovo volo di Air Rarotonga che da agosto collega le isole Cook a Tahiti. Da ottobre saranno due le frequenze alla settimana. Come commenta Nick Costantini: «Questa rotta permetterà molte combinazioni via Usa ed aggiungerà un gateway a quello neozelandese di Auckland, con più possibilità di estensioni da Australia e Nuova Zelanda, Tahiti e Usa, oltre a giri del Mondo. Questa è solo un primo traguardo: infatti, ci son trattative in corso per ulteriori e interessanti gateway e rotte aggiuntive».

Per quanto riguarda i flussi dei visitatori, la strategia sarà quella di «focalizzare l’attenzione non tanto sui numeri di arrivi ma sulla tipologia di viaggiatore – spiega Noeline Mateariki – che dovrebbe essere in primis intenzionato a visitare più isole, a partecipare alla conservazione della cultura e dell’ambiente locale, incrementando il periodo di soggiorno nella destinazione». L’island hopping è proposto anche nei pacchetti di Turama Pacific.

Confermati gli asset sui quali si baserà la strategia turistica dell’arcipelago: in primis la sostenibilità, rappresentata per esempio dal Marae Moana, il parco marino più grande al mondo, e vari progetti compresa la realizzazione del murales più grande dell’emisfero Sud, che racconterà la storia delle 15 isole appartenenti all’arcipelago attraverso immagini realizzate dall’artista messicano Gonzalo Aldana con il locale Katu Teiti.  Si lavora anche all’introduzione di energia rinnovabile al 100% entro il 2025, fino all’eliminazione della plastica. Un altro pilastro è la diversità: sono 15 le isole visitabili oggi rispetto alle uniche 2 (Rarotonga ed Aitutaki) promosse sino a poco fa.

L'Autore

Mariangela Traficante
Mariangela Traficante

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