Le più grandi paure delle aziende? La risposta nell’Allianz Risk Barometer

17 Gennaio 13:19 2023 Stampa questo articolo

Torna, come di consueto, l’Allianz Risk Barometer 2023, che parla di stabilità ma anche di cambiamenti. Per il secondo anno di fila, i rischi informatici e l’interruzione di attività rappresentano i principali timori delle aziende (entrambi con il 34% delle risposte); tuttavia, salgono in classifica i cambiamenti macroeconomici come l’inflazione, la volatilità dei mercati finanziari e l’incombenza di una recessione (che passa dal 10° al 3° posto), così come l’impatto della crisi energetica (new entry al 4° posto).

Inquietudini così pressanti, spiegano da Allianz, richiedono una reazione immediata da parte delle aziende, e si spiega perché sia le catastrofi naturali (dal 3° al 6° posto) che i cambiamenti climatici (dal 6° al 7°) scendono nella classifica annuale; stesso discorso per la pandemia (dal 4° al 13° posto), dato che i vaccini hanno messo fine alle chiusure e alle restrizioni e molte aziende hanno migliorato la resilienza della loro supply chain.

I rischi politici sono un’altra new entry nella top 10 dei rischi globali, al 10° posto, mentre la carenza di manodopera qualificata sale all’8° posto. I cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare rimangono un rischio importante in 5ª posizione, con incendi ed esplosioni che scendono di due posizioni al 9° posto.

L’Allianz Risk Barometer è una classifica annuale sulla percezione dei rischi d’impresa stilata a cura di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) compagnia assicurativa del Gruppo Allianz, insieme ad altre entità del Gruppo; esso raccoglie le opinioni di 2.712 esperti provenienti da 94 paesi, tra cui amministratori delegati, risk manager, broker ed esperti assicurativi. Viene pubblicato per la 12° volta.

Joachim Mueller, ceo di Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs), che cura la classifica annuale sulla percezione dei rischi d’impresa, commenta così i risultati: «Per il secondo anno consecutivo l’Allianz Risk Barometer mostra che le aziende sono preoccupate prevalentemente per l’aumento dei rischi informatici e di interruzione di attività. Allo stesso tempo, considerano l’imminente recessione e la crisi energetica come minacce immediate per la loro attività. Le aziende, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, sono preoccupate per l’attuale “permacrisi” derivante dalle conseguenze della pandemia e dall’impatto economico e politico della guerra in corso in Ucraina. Si tratta di uno stress test per la resilienza di ogni azienda».

La notizia positiva è che, in qualità di assicuratori, «osserviamo continui miglioramenti in quest’area da parte di molti dei nostri clienti, in particolare per rendere le supply chain sempre più a prova di errore, per migliorare la pianificazione della business continuity e per rafforzare i controlli informatici. Le azioni per costruire resilienza e ridurre i rischi sono ora al centro dell’attenzione delle aziende, visti gli eventi degli ultimi anni», spiega Mueller.

Quanto ai rischi informatici, come le interruzioni dell’attività It, gli attacchi ransomware o le violazioni dei dati, questi sono in testa alla classifica dei rischi più sentiti a livello globale per il secondo anno consecutivo. Sono il rischio principale in 19 Paesi diversi, tra cui anche l’Italia; un rischio che preoccupa maggiormente le piccole e medie imprese (con un fatturato annuo inferiore ai 250 milioni di dollari).

Secondo il Cyber Center of Competence di Allianz, la frequenza degli attacchi ransomware rimarrà elevata anche nel 2023, e il costo medio di una violazione dei dati è ai massimi storici con 4,35 milioni di dollari che si prevede supererà i 5 milioni di dollari nel 2023. Il conflitto in Ucraina e le più ampie tensioni geopolitiche stanno aumentando il rischio di un attacco informatico su larga scala da parte di soggetti supportati dagli Stati. A ciò si aggiunge una crescente carenza di professionisti di cyber security, che genera problemi quando si tratta di migliorare la sicurezza.

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