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Le più grandi paure delle aziende? La risposta nell’Allianz Risk Barometer

Torna, come di consueto, l’Allianz Risk Barometer 2023, che parla di stabilità ma anche di cambiamenti. Per il secondo anno di fila, i rischi informatici e l’interruzione di attività rappresentano i principali timori delle aziende (entrambi con il 34% delle risposte); tuttavia, salgono in classifica i cambiamenti macroeconomici come l’inflazione, la volatilità dei mercati finanziari e l’incombenza di una recessione (che passa dal 10° al 3° posto), così come l’impatto della crisi energetica (new entry al 4° posto).

Inquietudini così pressanti, spiegano da Allianz, richiedono una reazione immediata da parte delle aziende, e si spiega perché sia le catastrofi naturali (dal 3° al 6° posto) che i cambiamenti climatici (dal 6° al 7°) scendono nella classifica annuale; stesso discorso per la pandemia (dal 4° al 13° posto), dato che i vaccini hanno messo fine alle chiusure e alle restrizioni e molte aziende hanno migliorato la resilienza della loro supply chain.

I rischi politici sono un’altra new entry nella top 10 dei rischi globali, al 10° posto, mentre la carenza di manodopera qualificata sale all’8° posto. I cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare rimangono un rischio importante in 5ª posizione, con incendi ed esplosioni che scendono di due posizioni al 9° posto.

L’Allianz Risk Barometer è una classifica annuale sulla percezione dei rischi d’impresa stilata a cura di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) compagnia assicurativa del Gruppo Allianz, insieme ad altre entità del Gruppo; esso raccoglie le opinioni di 2.712 esperti provenienti da 94 paesi, tra cui amministratori delegati, risk manager, broker ed esperti assicurativi. Viene pubblicato per la 12° volta.

Joachim Mueller, ceo di Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs), che cura la classifica annuale sulla percezione dei rischi d’impresa, commenta così i risultati: «Per il secondo anno consecutivo l’Allianz Risk Barometer mostra che le aziende sono preoccupate prevalentemente per l’aumento dei rischi informatici e di interruzione di attività. Allo stesso tempo, considerano l’imminente recessione e la crisi energetica come minacce immediate per la loro attività. Le aziende, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, sono preoccupate per l’attuale “permacrisi” derivante dalle conseguenze della pandemia e dall’impatto economico e politico della guerra in corso in Ucraina. Si tratta di uno stress test per la resilienza di ogni azienda».

La notizia positiva è che, in qualità di assicuratori, «osserviamo continui miglioramenti in quest’area da parte di molti dei nostri clienti, in particolare per rendere le supply chain sempre più a prova di errore, per migliorare la pianificazione della business continuity e per rafforzare i controlli informatici. Le azioni per costruire resilienza e ridurre i rischi sono ora al centro dell’attenzione delle aziende, visti gli eventi degli ultimi anni», spiega Mueller.

Quanto ai rischi informatici, come le interruzioni dell’attività It, gli attacchi ransomware o le violazioni dei dati, questi sono in testa alla classifica dei rischi più sentiti a livello globale per il secondo anno consecutivo. Sono il rischio principale in 19 Paesi diversi, tra cui anche l’Italia; un rischio che preoccupa maggiormente le piccole e medie imprese (con un fatturato annuo inferiore ai 250 milioni di dollari).

Secondo il Cyber Center of Competence di Allianz, la frequenza degli attacchi ransomware rimarrà elevata anche nel 2023, e il costo medio di una violazione dei dati è ai massimi storici con 4,35 milioni di dollari che si prevede supererà i 5 milioni di dollari nel 2023. Il conflitto in Ucraina e le più ampie tensioni geopolitiche stanno aumentando il rischio di un attacco informatico su larga scala da parte di soggetti supportati dagli Stati. A ciò si aggiunge una crescente carenza di professionisti di cyber security, che genera problemi quando si tratta di migliorare la sicurezza.

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