L’incoming riparte da cicloturismo e food: il report Isnart

31 Marzo 07:00 2022 Stampa questo articolo

Cicloturismo, cammini religiosi ed esperienze gastronomiche, sono alcuni dei nuovi modelli turistici per il rilancio dell’incoming italiano all’insegna della sostenibilità: presentati da Isnart, in collaborazione col ministero del Turismo, gli esempi concreti di nuove modalità di turismo ricettivo fortemente legato al territorio e alle sue tipicità, nel corso di un incontro dal significativo titolo “AttivAzione”.

Oggi il 50% dei turisti in Italia appartiene alle generazioni Y e Z, nati dopo il 1981 e nativi digitali, il 94% è attento alle opzioni di viaggio sostenibili e il 40% sceglie di esplorare destinazioni poco conosciute, assetato di riscoperta e senso di appartenenza. È un turismo “nuovo” e in rapida evoluzione, o che fa i conti con le conseguenze di una pandemia non ancora del tutto superata e con i timori internazionali per lo sviluppo del conflitto in Ucraina.

Con queste premesse è nato “Azioni di valorizzazione e promozione del settore turistico dei territori e delle produzioni di qualità”, progetto finanziato dal ministero del Turismo e realizzato in collaborazione con Unioncamere e Isnart, con l’obiettivo di promuovere l’offerta turista nazionale valorizzandone territori, prodotti e comunità in risposta alle nuove tipologie di domanda turistica. Il progetto ha permesso di individuare i cambi di paradigma necessari a sviluppare nuovi approcci alla valorizzazione e alla programmazione turistica per rispondere a modificazioni profonde intervenute nelle motivazioni di acquisto, passando da una narrazione basata sull’Italian Way a una narrazione costruita sull’Italian Why?

Il team di Isnart è partito dalla constatazione che oggi, dopo due anni di covid, l’Italia è ancora al -43% di flussi turistici rispetto al 2019, ultimo anno prima della pandemia e per recuperare questo enorme gap di arrivi l’incoming deve dotarsi di nuove destinazioni e nuove modalità di far vacanza, assecondando un turistia che in pochi anni è profondamente cambiato. Non si deve più analizzare dove il turista va in vacanza ma ‘perchè’ ci va.

Da qui la presentazione dei dati raccolti dall’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio – Unioncamere / Isnart sull’evoluzione di offerta e domanda, insieme a tre esempi di co-progettazione di cammini turistici e a tre casi di comunicazione innovativa delle destinazioni: il cammino religioso di Sant’Antonio, la Costa dei Trabocchi e le sue ciclovie e il tour enogastronomico sulla costa ionica.

«Dopo un 2020 “anno zero per il turismo”, nel 2021 è cominciato un recupero – ha sottolineato il presidente di Isnart Roberto Di Vincenzo – Ma oggi la guerra così vicina pone più di un dubbio sulla possibilità di tornare ai livelli pre-pandemia. Il turismo sta cambiando perché cambia la domanda dei turisti. Se prima le scelte partivano dal cosa (cosa voglio fare, cosa voglio vedere), oggi il trend è dominato dal perché (perché voglio viaggiare? quale motivazione mi spinge?), un cambiamento profondo legato a necessità di auto-realizzazione e auto-determinazione. Occorre quindi superare il classico Italian Way of Tourism verso un più attuale Italian Why?, per far scegliere l’Italia come meta turistica, comprendendo e intercettando numerosi nuovi fenomeni tra i quali quelli dello slow tourism e della staycation».

Nello specifico il turismo culturale, secondo quanto rilevato dagli studi Isnart, continua ad avere un ruolo centrale nell’organizzazione dell’offerta, tanto che oltre il 53,1% degli operatori lo individua come propria area di specializzazione, dato che lo pone al vertice dell’attenzione dell’industria turistica, prima del turismo naturalistico con il 51,1%, del turismo balneare e legato agli sport acquatici con il 29,3% e del turismo enogastronomico con il 23,8%.

«Dall’analisi e dallo studio dei nostri territori emergono i tanti giacimenti storico, culturali e naturalistici e tutte quelle destinazioni turistiche che molti italiani hanno riscoperto in questi ultimi due anni – sottolinea il vice presidente di UnioncamereGiorgio Mencaroni – Le Camere di commercio ne hanno identificate circa 200, realizzando una prima mappa territoriale su cui avviare le prime progettualità. Le destinazioni turistiche sono, infatti, ambiti territoriali identitari e spesso di piccole dimensioni che permettono di realizzare interventi con maggiore precisione. Il lavoro svolto fino a oggi è un passo avanti decisivo, che deve rappresentare la base per sviluppare progettualità innovative anche su altri territori».

Nel corso dell’incontro promosso da Unioncamere-Isnart sono state illustrate le peculiarità dei tre modelli di nuovo turismo: il Cammino enogastronomico tarantino, che ha visto impegnata la Camera di commercio di Taranto, si sviluppa nel territorio dei comuni di Castellaneta, Ginosa, Manduria, Massafra, Crispiano, Palagiano, Martina Franca cuore di alcune delle produzioni tipiche enogastronomiche che fanno della Puglia e di Taranto una delle protagoniste italiane del food & beverage. Un territorio che vuole aprirsi a un turismo esperienziale fatto di cibo identitario, natura e mobilità dolce.

Il secondo modello è all’insegna del cicloturismo che continua a registrare un interesse crescente sia sotto il profilo della domanda, +30% di turisti che scelgono la bicicletta nel biennio 2019-2021, che per la sua dimensione economica in quanto la spesa procapite di questa categoria di turisti è superiore alla media complessiva. La Via Verde della Costa dei Trabocchi, percorso ciclabile di 42 km che collega i comuni di Ortona e Vasto in provincia di Chieti, che è stato già recensito nel nostro magazine ViaggiOff‘, è stato  sviluppato con la collaborazione della Camera di commercio di Chieti – Pescara, ed è un caso di eccellenza che dimostra l’importanza di investimenti dedicati. Il percorso, intorno al quale sta crescendo un sistema turistico dedicato al cicloturismo, è parte integrante della «Rete ciclabile dei Trabocchi» (300 km totali con 12 percorsi dedicati tra mare e collina) e, più in grande, della «Ciclovia Adriatica», che sarà una vera e propria dorsale cicloturistica del Paese.

Infine, il Cammino di Sant’Antonio, un percorso che si estende per oltre 400 km dai santuari Antoniani di Camposampiero in Veneto attraverso la Basilica di Sant’Antonio di Padova fino al Santuario della Verna in Toscana attraversando l’Emilia-Romagna e gli Appennini, che ha avuto il pieno supporto della Camera di Commercio di Padova. Una proposta di grande richiamo che potrà diventare il fulcro del turismo religioso che in Italia, attualmente,  rappresenta il 2,5% del totale dei turismi, col 70% di turisti  italiani e tra gli stranieri una forte presenza di tedeschi (30%).

In chiave di valorizzazione e promozione del settore turistico, il progetto ha preso in esame anche l’attività di comunicazione innovativa delle destinazioni, in particolare attraverso l’analisi di altri 3 specifici casi: Sardegna Nuragica e Sud Sardegna (in collaborazione con la Camera di commercio di Cagliari-Oristano), Duino-Aurisina (in collaborazione con la Camera di commercio della Venezia-Giulia) e Cosenza e la Sila Grande (in collaborazione con la Camera di commercio di Cosenza).

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