L’ipotesi New Alitalia e il nodo esuberi

17 Ottobre 13:15 2017 Stampa questo articolo

È il governo ad aver giocato d’anticipo sulla vicenda Alitalia grazie all’approvazione delle norme che hanno spostato al 30 aprile 2018 il termine per la conclusione della gara di vendita. A quanto pare, infatti, tra le sette offerte vincolanti per l’acquisto della compagnia, l’unica che limita i danni di uno spezzatino – ormai inevitabile – è quella di Lufthansa. Occorre tempo e lucidità, quindi, per evitare la svendita di Alitalia portandola in dote in primavera nel migliore dei modi.

Oltre al vettore tedesco, sono confermate le offerte del fondo di private equity statunitense Cerberus e di easyJet che in un comunicato stampa ha affermato, come riporta Il Sole 24 Ore, che “alcuni asset di una Alitalia ristrutturata, in linea con la strategia esistente. Data la natura del processo, il contenuto dell’espressione di interesse è soggetta a clausola di confidenzialità. Non vi è certezza in questo momento che ne seguirà alcuna transazione ed easyJet fornirà un ulteriore aggiornamento al momento giusto e se lo riterrà appropriato”.

Ma ci sono due grosse incognite che gravano su tutto: da un lato la pronuncia dell’Europa sul prestito supplementare di 300 milioni di euro concesso in questi giorni dal governo e dall’altro il possibile aggravarsi dei debiti di Alitalia che, secondo quanto riportato da Milano Finanza, ammontano a 3 miliardi, in attesa di una stagione invernale che si preannuncia complessa per quanto riguarda i ricavi.

Ora se, come sembra accertato, l’unica offerta valida è quella di Lufthansa si rincorrono le voci su come il vettore tedesco intende muoversi per il futuro della nostra compagnia: sempre secondo indiscrezioni Lufthansa mira a una New Alitalia che, soprattutto con le rotte da Roma e da Milano-Linate, possa diventare un ottimo completamento alla sua rete di hub, affiancandosi a Bruxelles (con la Brussels Airlines già nell’orbita Lh), a Zurigo con la sua affiliata Swiss ed a Vienna con la Austrian Airlines, acquistata interamente da Lufthansa.

In altre parole la Nuova Alitalia sarebbe una ghiotta opportunità per il vettore tedesco di completare il presidio da nord a sud Europa, ponendo i suoi due hub, Monaco e Francoforte, quali punti nevralgici di una raggiera di collegamenti molto funzionali alle connection per le rotte intercontinentali.

C’è poi il nodo delle risorse umane: alla luce dei sacrifici, in termini di addetti, che Lufthansa ha previsto nell’operazione airberlin, è facile intuire che nell’offerta vincolante depositata presso lo studio notarile di Alitalia, ci sia anche un piano di ridimensionamento del personale di migliaia di esuberi.

Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, che si prepara ad un incontro al ministero del Lavoro con i vertici Alitalia per discutere le nuove procedure dopo il prolungamento della Cigs, sembra persona molto informata dei fatti poiché in queste ore ha dichiarato a MF che «tutte le offerte pervenute appaiono al ribasso e in un mercato di squali, è evidente che ci si debba attendere un forte ridimensionamento occupazionale del vettore, ma noi siamo qui per tutelare 12mila dipendenti e cercheremo di farlo al meglio».

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Andrea Lovelock
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