L’Ue condanna Alitalia a restituire 400 milioni di prestito

27 Marzo 15:26 2023 Stampa questo articolo

L’Ue non ci sta: il prestito statale da 400 milioni di euro erogato nel 2019 per Alitalia è illegale. Dunque va restituito allo Stato «per quanto possibile», con tanto di interessi maturati negli anni. Lo ha stabilito la Commissione europea, ribadendo quanto già sentenziato per i 900 milioni concessi all’ex compagnia di bandiera nel biennio 2017-2018. Una sorta di condanna che, però, precisa la stessa Bruxelles, non riguarda il vettore Ita Airways nato dalle ceneri di Alitalia.

L’Italia – si legge nelle motivazioni riportate da Il Corriere della Sera – “non si è comportata come avrebbe fatto un operatore privato, non avendo valutato in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti, più gli interessi”. E ancora: “La Commissione ha ritenuto che l’aiuto non potesse essere approvato come aiuto al salvataggio”, anche perché Alitalia “aveva già beneficiato di aiuti precedenti, concessi nel 2017. Pertanto, il nuovo prestito avrebbe violato l’obbligo una tantum previsto dagli orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione”.

In totale, la vecchia compagna tricolore, che il 15 ottobre 2021 ha ceduto il posto a Ita, dovrebbe restituire alle casse pubbliche 1,3 miliardi più circa 250 milioni di interessi. Ma visto che l’azienda non esiste più, la faccenda si complica.

Secondo Arianna Podestà, portavoce della Commissione europea, questo denaro dovrà essere recuperato dallo Stato italiano per quanto possibile: «L’amministrazione straordinaria di Alitalia è tuttora in corso — ricorda — con l’obiettivo di completare la liquidazione dei beni della compagnia. L’Italia ha il dovere di recuperare da Alitalia l’aiuto incompatibile con le norme Ue, più gli interessi, per rimuovere la distorsione del mercato» provocata dall’intervento.

Sulla decisione Ue, è intervenuto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «L’esclusione di Ita dalle richieste di restituzione del prestito ponte ad Alitalia – ha dichiarato – è la dimostrazione che siamo nel giusto e continueremo su questa strada. Le conclusioni della Commissioni Ue erano attese e ampiamente previste».

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