Luxury travel: in Italia vale 25 miliardi, ma si può fare di più

Luxury travel: in Italia vale 25 miliardi, ma si può fare di più
16 Novembre 12:23 2023 Stampa questo articolo

Direttamente dal Mice Trade Show di Venezia, l’evento dedicato al turismo esperienziale e d’alta quota, alcuni dati sull’andamento del turismo che, come conferma Giancarlo Leporatti, ceo di Eureka Mice International, azienda organizzatrice della manifestazione, “va a gonfie vele”.

In particolare, numeri alla mano, nel turismo d’alta gamma europeo secondo i dati stilati dall’European cultural and creative industries alliance (Eccia) l’Italia è quarta dopo Gran Bretagna, Francia e Spagna, con un giro di affari di 22-25 miliardi, ma potrebbe produrre un fatturato 2-4 volte superiore all’odierno.

L’Italia ha ad oggi ancora un livello annuo di acquisizione di turisti alto spendenti non europei molto basso, con una media di solo 3-4 turisti su 10. In particolare le proiezioni sul mercato cinese, che sarà nei prossimi anni il principale protagonista del turismo alto spendente, sono molto basse, solo due big spender cinesi su 10 sceglierebbero il nostro Paese.

L’Italia è prima in Europa per numero di camere d’hotel e terza al mondo. Però gli hotel italiani, in termini di occupazione netta, sono indietro con il loro 46,1% rispetto al 51,6% del Regno Unito e al 62,6% della Spagna.

Dai dati sull’occupazione delle camere è chiaro che  il nostro sistema ricettivo lavora bene solo in periodi di stagione ed è invece poco utilizzato nei periodi di bassa stagione. Un grosso limite oggi perché la grande ripesa del turismo di massa dopo la pandemia e, quindi il sovraffollamento nei periodi di alta stagione, sta incentivando il turismo più di élite a spostarsi e muoversi sempre di più nei periodi off, lontano dalla folla e l’Italia non sembra essere pronta ad intercettare questi nuovi flussi.

Dall’analisi condotta tra la programmazione dei 365 operatori del settore turismo di alta gamma accreditati a Mice Trade Show è chiaro questo spostamento di domanda. Il 78% delle programmazioni infatti riguarda i periodi di bassa stagione. Nel 2019 questa percentuale era del 48%.

Le città d’arte e più in generale le destinazioni che offrono una qualificata offerta storico-artistico-culturale restano sempre le mete preferite. A crescere molto è a richiesta del segmento benessere che aumenta del 66% rispetto al 44% del 2019. Richiesta crescente anche per destinazioni e location immerse nella natura e aumento della domanda per attività outdoor/avventura che registra un interesse del 41% rispetto al 28% del 2019.

Tendenza a un significativo rialzo anche per ricerca di location particolari ed uniche per eventi celebrativi, matrimoni, compleanni, riunioni di famiglia e feste aziendali, che interessano il 73% degli organizzatori.

Poi ci sono quei segmenti legati a specifici settori del turismo che continuano a crescere, come  il bleisure, cioè il  viaggio di lavoro cui si aggiungono alcuni giorni di vacanza, molto richiesto già nella Pandemia che continua ad attrarre ed è sempre più spesso la soluzione scelta tanto che l‘80% degli organizzatori, sempre rimanendo nella fascia alta della domanda, ricerca e propone destinazioni in grado di offrire mete accattivanti per allungare la permanenza in occasione di un viaggio di lavoro.

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