Ognissanti e inflazione:
«Il 50,6% rinuncia ai viaggi»

Ognissanti e inflazione: <br>«Il 50,6% rinuncia ai viaggi»
27 Ottobre 12:22 2023 Stampa questo articolo

Numeri notevoli per il Ponte di Ognissanti, che quest’anno cade nella giornata di mercoledì, inducendo 8 milioni e 400mila italiani a pianificare un soggiorno nel ponte lungo fuori di casa. Ma c’è un 50,6% di intervistati che dichiara di aver rinunciato alla vacanza per motivi economici, fattore legato all’inflazione che continua a preoccupare gli addetti ai lavori. Ad analizzare i trend è Federalberghi, che come di consueto si affida a un’indagine realizzata dall’Istituto Acs Marketing Solutions.

Nell’89,8% dei casi l’Italia resta la meta preferita tra mare, montagna, laghi e terme con una durata del soggiorno di circa 3,9 notti. Il 66,2% di questi rimane nella stessa regione di residenza. Solo il 10,2% va all’estero prediligendo le grandi capitali europee (83,3%), quelle extra europee (8,3%) e le crociere (5,6%).

Sul fronte degli alloggi, la casa di parenti e amici è la scelta privilegiata per il 32,7% dei vacanzieri; a seguire l’albergo (21,3%), i bed & breakfast (19,6%) e la casa di proprietà (13,6%). Il 67% dei vacanzieri impiega la propria macchina per recarsi presso il luogo della vacanza. Il 21,6% viaggia in aereo – i cui prezzi, va detto, restano alle stelle – e il 3,4% in treno. La comodità prevale nella scelta del mezzo (71,2%).

La spesa media comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti, si attesta invece sui 451 euro a persona per un giro di affari di 3,77 miliardi di euro. Cifra che sarebbe potuta essere maggiore se non fosse stato per l’aumento dei prezzi che caratterizza questo periodo. Infatti, quasi la metà dei vacanzieri (45,5%) ha deciso di ridurre la spesa per questa vacanza proprio a causa dell’inflazione.

«Colpisce la determinazione con cui gli italiani hanno organizzato e dilatato nel tempo le partenze – afferma il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, a commento dei dati rilevati dall’indagine – Gran parte dei viaggiatori infatti, ha pianificato il proprio viaggio con molto anticipo: a giudicare dai risultati della ricerca, il 60,6% delle prenotazioni è avvenuto più di un mese fa».

«Noi – prosegue Bocca – consideriamo pregevole la performance per il Ponte di Ognissanti, una ricorrenza che solitamente ricongiunge le famiglie ai propri affetti nei territori di origine. La festa dunque è onorata – ha concluso Bocca – ma resta per noi motivo di sconforto il fatto che nel 50,6% dei casi si è dovuto rinunciare al viaggio a causa del costo della vita. Tengo sempre a sottolineare che, a nostro avviso, la vacanza è un bene primario di cui devono poter usufruire tutti».

Pesa anche l’incognita meteo: l’indagine Assoturismo-Cst

Che il fine settimana lungo di Ognissanti dia, comunque sia, “una spinta al turismo” lo conferma anche la ricerca del Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo. Tra il 28 ottobre e il primo novembre – rileva l’indagine effettuata sulle Ota – le strutture ricettive italiane dovrebbero registrare 4,8 milioni di pernottamenti. Certamente un buon numero, ma in calo di 200mila unità rispetto allo scorso, con un tasso medio di occupazione delle camere del 67%, anche questo valore più basso rispetto al 2022.

In generale, la parte più consistente del movimento turistico italiano e straniero è attesa verso le principali città d’arte (qui l’occupazione è oltre il 78%), i borghi, ma un certo interesse è stato rilevato anche per le aree di montagna, le are rurali e di collina. Più contenute, com’è ovvio che sia, le richieste di prenotazione nelle località marine e dei laghi, con una saturazione rispettivamente del 54% e del 55%. Leggermente in salita, inoltre, il trend per le località termali che registrano un tasso medio del 59%, mentre per le località di montagna e quelle rurali e di collina la saturazione media aumenta, rispettivamente, al 68% e al 67%.

Saturazione più elevato al Nord, dove il Piemonte conquista il primo posto con il 75% delle prenotazioni, seguito da Veneto ed Emilia Romagna entrambe con il 72% delle richieste, dalla Lombardia (71%), dal Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia con il 70% di occupazione delle camere e infine dalla Liguria, la cui percentuale scende al 57%.

Mediamente in calo nelle regioni del Centro: il Lazio è il primo in classifica con il 73% delle prenotazioni, seguito da Toscana e Umbria (69%), dalle Marche (64%), Abruzzo (52%) e infine dal Molise (48%). Per le regioni del Sud e Isole i tassi di saturazione rilevati risultano ancora più contenuti: la Campania registra il 62% di occupazione delle camere, la Sicilia e la Sardegna rispettivamente il 61% il 59%, la Basilicata il 58%, la Calabria il 55% e la Puglia il 53%.

«Nonostante le incertezze legate al meteo e al calendario, anche questo ponte conferma la vitalità del settore turistico, soprattutto grazie ai flussi di visitatori stranieri, in forte aumento in questo autunno soprattutto nelle città d’arte. Rimane, però, l’esigenza di riflettere sul cambiamento climatico: una valutazione delle conseguenze del clima anomalo sulle strategie dell’accoglienza turistica ormai non è più rinviabile», commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti.

 

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