Overtourism: se la città blocca le navi da crociera

Overtourism: se la città blocca le navi da crociera
09 Ottobre 07:00 2025

Sul ponte sventola bandiera bianca. Nessuna resa, anzi, ma per le navi da crociera è tempo di parlamentare con le autorità delle città portuali, che hanno imposto un tetto per limitare “l’invasione” dei turisti che scendono in massa dal manicotto d’imbarco. Ad Amsterdam e Barcellona, tanto per fare nomi, non è più tempo di Love Boat, ma di affrontare con sano realismo una situazione che rischia di diventare esplosiva, dal punto di vista dei residenti, che si sentono soffocati.

DIO SALVI L’INDOTTO

Nella graduatoria elaborata nel 2024, Il Sole 24 Ore ha preso in considerazione le prime otto destinazioni urbane europee per arrivi internazionali. Ebbene, è proprio la capitale olandese l’epicentro dell’overtourism con la maggiore densità turistica per abitante.

D’altra parte, però, non si possono accantonare di colpo i benefici, in termini di indotto economico, generati da una nave da crociera nel momento in cui attracca: dal pagamento delle tasse portuali all’acquisto di beni e servizi locali da parte dell’equipaggio, dalla spesa dei passeggeri per le escursioni all’impiego dei trasporti e l’acquisto di regali o beni di consumo.

Come, peraltro, ci ha confidato di recente la signora che vende i souvenir nella meravigliosa cattedrale di San Giusto, a Trieste: «Se mi danno fastidio le migliaia di turisti che ogni giorno sbarcano dalle navi al molo di Piazza Unità d’Italia? Signore mio, noi con loro ci campiamo». Amen.

FRAGILISSIMA LAGUNA

Ma anche i fatti, come i numeri, sono inconfutabili. E allora puntiamo la bussola su Venezia e cerchiamo di capire qual è il feeling con le navi da crociera.

Dal 1° agosto 2021 è in vigore il divieto di transito per le regine del mare da oltre 25.000 tonnellate davanti a San Marco e lungo il Canale della Giudecca. Una decisione maturata per tutelare la salute cagionevole della laguna, riducendo l’impatto ambientale e visivo delle navi di grandi dimensioni, che attualmente devono dirigersi verso altre aree di approdo, come Marghera e la Darsena Sud o porti esterni come Chioggia.

Il veto, però, arriva da lontano, dal decreto “anti-inchini” di marzo 2012, varato dal governo Monti un mese dopo la sciagura della Costa Concordia. Le navi da crociera torneranno ad affacciarsi a Venezia nel 2027, ma dovranno essere limitate a 60.000 tonnellate di stazza lorda e a una lunghezza massima di 250 metri. Potranno transitare attraverso il canale Malamocco-Marghera. Basterà per trovare un equilibrio tra il settore turistico e la tutela ambientale della laguna?

IL CASO OLANDA

Torniamo ad Amsterdam,  dove le crociere garantiscono alla città entrate per 105 milioni di euro l’anno, in base a quanto riferisce Clia. Ebbene, a luglio 2024 il consiglio comunale ha detto stop alle crociere nel centro città: entro il 2035 il Terminal Passeggeri dovrà trasferirsi dall’attuale sede alla Veemkade, all’interno del quartiere di Amsterdam-Oost.

Già dal prossimo anno, però, si passerà da due ormeggi a uno, con il limite di 100 scali l’anno. Non è l’unica novità. Dal 1° gennaio 2027 per le navi sarà obbligatorio l’utilizzo dell’elettricità da terra (cold ironing). E per dare un ulteriore giro di vite all’overtourism, Amsterdam ha messo nel mirino anche le crociere fluviali.

Secondo Travel Weekly, la città – che nel 2024 ha registrato 1.950 attracchi – starebbe pensando di ridurre del 10% il numero delle navi entro il 2026. Sempre dal prossimo anno semaforo rosso per tutte le imbarcazioni prive del Green Award, che prevede determinati standard ambientali.

NODO RIVER CRUISE

Una serie di bordate che ha fatto scattare l’allarme nelle roccaforti delle compagnie fluviali europee, che hanno creato un gruppo di lavoro con la European River Cruise Association per chiedere un confronto con le autorità locali.

Fondata nel 2000 e con sede a Basilea, in Svizzera, rappresenta oltre il 90% del mercato europeo nel settore e quantifica in 257 milioni la spesa diretta generata dai passeggeri delle crociere fluviali.

C’è invece chi aveva capito tutto in anticipo. AmaWaterways preferisce far sbarcare i crocieristi in porti vicini come Zaandam, a 20 minuti di auto da Amsterdam. Sulla stessa scia Riverside Luxury Cruises, Emerald Cruises e Amadeus River Cruises. Allontanarsi dalla capitale potrebbe invece costituire un problema per i clienti americani di The Luxury Travel Group, che gestisce crociere oceaniche e fluviali di lusso.

Molte città degli Stati Uniti, osservano, hanno un servizio no stop per Amsterdam e questo potrebbe essere un inconveniente per diversi turisti, che a questo punto  potrebbero optare per il Reno e il Danubio.

CATALANI DURI E PURI

E volete che Barcellona, in prima fila nella lotta all’overtourism tra pistole ad acqua e restrizioni sulle case vacanza, non partecipi ai moti per istituire un tetto alle crociere? All’ombra della Sagrada Familia hanno già messo le cose in chiaro: «Per la prima volta nella storia si pone un limite alla crescita delle crociere a Barcellona», ha spiegato il sindaco, Jaume Collboni.

A luglio ha firmato il protocollo d’azione del Comune e dell’Autorità portuale, che prevede la riduzione di due terminal a Muelle Adosado, da sette a cinque, per rendere l’attività più sostenibile e limitare l’impatto sull’ambiente. Il capoluogo catalano, così, vedrà una diminuzione del 16% della capacità crocieristica.

Già in autunno il terminal più vicino al centro città, nel porto nord, non accoglierà più le navi. Un accordo del 2018 fra la precedente amministrazione comunale e i gestori del porto aveva aumentato i terminal da cinque a sette: uno è stato inaugurato quest’anno ed è destinato a Msc, l’altro invece aprirà nel 2027.

L’inversione di tendenza, stilata due mesi fa, cambia le carte in tavola: verranno chiusi due terminal già in funzione, quelli A e B, e verrà ampliato il terminal C, che resterà l’unico pubblico. La capacità totale del porto, che era passata da 30mila a 37mila crocieristi, scenderà a 31mila.

Nel 2024 Barcellona ha ospitato 3,6 milioni di turisti provenienti da navi da crociera. Nei primi cinque mesi del 2025, peraltro, la tendenza è stata di un ulteriore incremento del 20%. Tempi? Tutto dovrebbe avvenire gradualmente tra il 2026 e il 2030, per un investimento pubblico/privato complessivo di 185 milioni di euro, che si aggiungerà ai 265 milioni già investiti.

BRACCIO DI FERRO IN FRANCIA

Il cartello che impone lo stop al turismo di massa compare anche in Costa Azzurra. Dal primo gennaio 2026 Cannes – sede di uno dei più importanti festival cinematografici del mondo – non consentirà più l’ingresso in porto alle navi che trasportano oltre 1.000 passeggeri.

Nizza, invece, ha fatto una clamorosa marcia indietro, ma non demorde. In un primo momento il sindaco, Christian Estrosi, aveva deciso di bloccare l’ingresso nel porto alle navi da crociera con oltre 450 passeggeri e con più di 2.500 per Villefranche-sur-Mer, poi ci ha ripensato.

A inizio anno aveva addirittura deciso il blocco totale agli attracchi nelle acque della regione Nizza Costa Azzurra, ma era stato costretto a scendere a più miti consigli dopo le proteste di tassisti, esercenti, operatori marittimi e rappresentanti locali delle compagnie. Estrosi ci ha riprovato lo scorso 11 luglio con un nuovo decreto, ma è stato l’ennesimo buco nell’acqua.

Il Prefetto delle Alpi Marittime ha ribadito che a lui compete solo “la sorveglianza del mare, per organizzare gli ingressi, le uscite e i movimenti delle navi. Queste limitazioni vanno contro la libertà di movimento per i passeggeri e la libertà di commercio e industria per gli operatori”. E il sindaco ha alzato bandiera bianca.

L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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