AssoParchi, associazione che rappresenta i parchi divertimento italiani, esprime alcune riserve in merito ai dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori sui costi medi sostenuti dalle famiglie per trascorrere una giornata in un parco acquatico e sugli incrementi di prezzo tra il 2024 e il 2025.
Luciano Pareschi, presidente di AssoParchi, dichiara: «Citare aumenti a doppia cifra sui panini o differenze a tripla cifra tra il costo degli stessi prodotti nei parchi e nel locali all’esterno è sbagliato, non solo perché queste differenze non esistono, ma anche perché si fornisce un’informazione destabilizzante alle famiglie, disincentivando la visita ai parchi, con conseguenze per le aziende del comparto e dell’indotto».
Alla luce di un’analisi condotta presso i principali parchi acquatici italiani, compresi i top player del settore dei parchi a tema che ogni anno accolgono milioni di visitatori dall’Italia e dall’estero, ormai tutti dotati di aree acquatiche interne, i prezzi dei biglietti di ingresso non registrano variazioni sostanziali dal 2023, con valori che si confermano ben al di sotto della media degli altri Paesi, nonostante la qualità e il valore dell’offerta garantita ai visitatori.
I parchi divertimento, compresi i parchi acquatici, sono strutture complesse, che richiedono importanti investimenti in manutenzione, sicurezza, gestione e controllo della qualità. Nonostante ciò, gli operatori del settore compiono uno sforzo costante per mantenere accessibili i prezzi di ingresso e ristorazione, a beneficio delle famiglie e dell’inclusività dell’offerta.
Lo stesso vale per i prezzi medi praticati all’interno dei punti ristoro: «Nella maggior parte dei parchi – dichiara Maurizio Crisanti, direttore generale di AssoParchi – i prezzi sono poco più alti di quelli legati allo street market e spesso inferiori a quelli delle principali catene di fast food, inoltre quasi tutti i parchi offrono aree picnic per consumare cibi e bevande portati dall’esterno, nel rispetto delle più semplici regole di igiene e sicurezza: nella maggior parte dei casi, ad esempio, non è possibile introdurre il vetro. La regola basilare è che se i prezzi non sono allineati, i visitatori non comprano».
In media, il prezzo di un menù che comprende un maxi-toast, con patatine fritte e bibita parte da poco più di 9 euro a persona – se acquistato online – e sale di un paio di euro se acquistato al parco. Ci sono poi menù più ricercati con prezzi dai 12 ai 15 euro.
«È possibile che il rapporto non abbia considerato l’intero perimetro del comparto, che conta oltre 400 realtà tra attrazioni esperienziali e parchi divertimento, né le variabili legate agli acquisti digitali o alle numerose formule promozionali che incidono significativamente sul prezzo finale. Invitiamo i rappresentanti di Federconsumatori a visitare direttamente le nostre strutture per una più approfondita conoscenza del settore e per confrontarsi direttamente con la realtà, anche attraverso le proprie tasche», conclude Pareschi.
Secondo il Rapporto Annuale di Siae, il settore dei parchi divertimento in Italia ha imboccato una traiettoria di consolidamento, segnando nel 2024 una crescita significativa sia in termini di offerta sia di visitatori.
Si parte dall’offerta, con un incremento del 4,9% dei giorni di apertura rispetto al 2023, pari a 22.836, complice l’estensione della stagionalità dei parchi a tema, che hanno saputo creare nuovi concept per valorizzare periodi dell’anno come Carnevale, Halloween e Natale. Aumentano anche i visitatori, con 21.104.651 ingressi, in crescita di circa il 7,4%, e il fatturato della biglietteria che sfonda la barriera dei 300 milioni, attestandosi a 306.640.128 euro (+1% sul 2023).
Proprio il differenziale di incremento tra visitatori e fatturato, accompagnato da un calo del 6% del valore medio unitario per visitatore, indica come le politiche di pricing più inclusive adottate negli ultimi anni hanno favorito l’ampliamento del bacino di utenza.



