Site icon L'Agenzia di Viaggi Magazine

Ponte sullo Stretto, anatomia di costi e ricavi

ponte sullo stretto_archivio

Venti giorni di decantazione, è tempo di fare i conti con il Ponte sullo Stretto che verrà. A poco più di un mese dal via dei cantieri – come da annuncio del ministro dei Trasporti Matteo Salvini il 6 agosto, subito dopo il via libera del Cipess – ecco un piccolo vademecum, dalla struttura ai costi, su quello che, parole del vicepremier, potrebbe diventare «il Ponte a campata unica più lungo al mondo». Primo attraversamento previsto nel 2032-33.

Immergiamoci, senza paura, tra Scilla e Cariddi, che osservano curiose l’evoluzione dell’opera. Almeno quanto noi. Premettendo, con discreta ovvietà, che il Ponte progettato per unire Sicilia e Calabria, potrebbe rappresentare un volano importante per la crescita del Mezzogiorno. E, in linea generale, per l’intero Paese: secondo Open Economics, l’impatto sul Pil potrebbe toccare quota 23 miliardi di euro.

Ora riemergiamo aggrappandoci ai teorici piloni, per dare uno sguardo ai numeri della struttura più chiacchierata dagli italiani e non solo. Senza perdere di vista la grana espropri.

IL PONTE CHE VERRÀ

Togliamo idealmente i veli dal Ponte sullo Stretto, targato Webuild, socio di maggioranza della società Eurolink Scpa, che ha in carico progettazione definitiva, esecutiva e costruzione dell’opera.

La campata principale misurerà 3.300 metri, 3.666 metri la lunghezza complessiva. L’impalcato sarà largo 60,4 metri e le sue torri raggiungeranno 399 metri di altezza. Il canale centrale, pensato per consentire il passaggio di grandi imbarcazioni, avrà un’altezza utile di 65 metri.

E veniamo ai numeri che più interessano gli utenti. Il Ponte sarà aperto 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. La capacità stradale massima sarà di 6mila veicoli l’ora, quella ferroviaria di 200 treni al giorno e nel progetto sono inclusi 40 chilometri di collegamenti stradali e ferroviari.

Risultato: come ha anticipato Salvini, «il risparmio di tempo sarà di oltre due ore e mezza: oggi i treni, passeggeri e merci, impiegano tra i 120 e 180 minuti, si scenderà a 15 minuti».

Lo studio di Tplan consulting, allegato al Pef, prevede che il traffico registri per gli anni del periodo della concessione successivi al 2032 , sia per i passeggeri che per le merci, un tasso di crescita medio annuo pari all’1% fino al 2062, con un aumento cumulato di oltre il 30%.

Ultima annotazione: il Dipe, Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica – organo della Presidenza del Consiglio – ha chiesto ulteriori dettagli per la stima di crescita del traffico oltre il 2032. In base alle proiezioni Istat, infatti, la popolazione meridionale subirà un forte calo, circa il 32% entro il 2070.

Per questo Tplan Consulting ha precisato che la mobilità dei passeggeri dovrebbe aumentare dell’1,5% annuo e il traffico merci del 2% fino al 2032 e negli anni successivi è prevista una crescita più contenuta, pari all’1% per entrambe le categorie

QUANTO MI COSTI?

Il Sole 24 Ore stima in 13 miliardi e 532 milioni di euro  il costo totale del progetto: 10 miliardi e 508 milioni sono destinati al contraente generale e si  suddividono ulteriormente in: 9 miliardi e 242 milioni per i lavori veri e propri; 1 miliardo e 266 milioni per voci di spesa non trattabili, come i costi per la sicurezza (203,3 milioni), i servizi di ingegneria e monitoraggio (304,8 milioni), e le opere per mitigare l’impatto sociale e territoriale (267 milioni).

A questi costi vanno aggiunti quasi 3 miliardi di euro per altre spese, tra cui 1,9 miliardi sono a disposizione del committente per coprire la direzione dei lavori, il controllo ambientale, la bonifica delle aree da materiali inquinanti, le ispezioni antisabotaggio, la sorveglianza e le indagini archeologiche, oltre agli oneri relativi al protocollo di legalità.

SPESE DI MANUTENZIONE

I costi operativi annuali di gestione per il periodo 2033-2062 si aggirano intorno agli 80 milioni di euro. Nello specifico, 6 milioni di euro per la manutenzione ordinaria, 24 milioni per le spese legate al personale, 50 milioni per le immancabili “varie ed eventuali”.

La manutenzione straordinaria, invece, è stimata in 1,64 miliardi di euro tra il 2034 e il 2060, stando all’esperienza di operatori internazionali che si occupano di grandi ponti sospesi in Danimarca, Turchia e Giappone.

Nel menù sono presenti diverse voci, tra cui rifacimento totale delle pavimentazioni ogni 5 anni; sostituzione del 20% delle barriere stradali ogni 15 anni; riverniciatura del 50% della struttura ogni 15 anni; ricambio dei sistemi meccanici e degli impianti ogni 15 anni.

Il valore complessivo dell’investimento, compresa la manutenzione straordinaria, supera i 15,3 miliardi di euro, oltre a 189,7 milioni in investimenti netti per beni reversibili della società Stretto di Messina.

300 MILIONI DI RICAVI

Chiusa la voce spese, passiamo ai ricavi, che secondo le stime si aggireranno sui 300 milioni entro il 2062, in base soprattutto alle proiezioni di traffico. I proventi, durante la fase operativa, sono stimati a 162,8 milioni di euro nel 2033, con una crescita fino a 336,4 milioni nel 2062. Di questi, 300,4 milioni deriveranno dai pedaggi, il resto sarà costituito dagli introiti del canone ferroviario e dal contributo per la continuità territoriale che attualmente l’Rfi riscuote per la Sicilia.

LE TARIFFE

Last, but not least, le tariffe. Il Dipe ha rilevato che il Pef (Piano economico-finanziario) prevede degli sconti notevoli su quelle attuali: circa l’80% per le auto e i motocicli e il 20% per furgoni e autocarri. In sostanza:

motocicli: 1,79 euro per tratta;

auto: 3,93 euro (andata e ritorno in giornata), 4,49 euro (ritorno entro tre giorni) e 7,14 euro (ritorno entro 90 giorni);

autobus: 7,20 euro (trasporto pubblico locale) e 33,4 euro (lunga percorrenza).

merci: da 45,7 euro (furgoni) a 102,4 euro (autocarri).

Infine, la stima dei transiti per il 2033: circa 4,5 milioni di veicoli, di cui quasi 2,3 auto e poco meno di 1 milione autocarri.

Torniamo a riva. E aspettiamo. In fin dei conti il 2032 è dietro l’angolo.

Exit mobile version