Ponte sullo Stretto, i dubbi della Corte dei Conti

Ponte sullo Stretto, i dubbi della Corte dei Conti
25 Settembre 11:18 2025

Sei pagine per imporre l’alt. Almeno per ora. La Corte dei Conti ha inviato a Palazzo Chigi i rilievi sul primo esame delle carte che gettano le basi per il Ponte sullo Stretto, in particolare sulla delibera dello scorso 6 agosto, con la quale il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) ha dato il via libera al progetto.⁠ “Un provvedimento – si legge – di rilevante efficacia costitutiva, che però si presenta più come una ricognizione delle attività intestate ai diversi attori istituzionali del procedimento che come una ponderazione delle risultanze”. Punto e a capo.

In sostanza, la richiesta di chiarimenti e integrazioni da parte della magistratura contabile interrompe l’iter burocratico, in attesa che il Cipess sciolga i dubbi sollevati dai giudici. I tempi non dovrebbero essere lunghissimi, il governo ha 20 giorni per rispondere. Scaduti i termini, “la Sezione potrà decidere allo stato degli atti”, anche ritirando la delibera in autotutela.⁠

TUTTI I DUBBI SOLLEVATI DAI GIUDICI

Nel documento spedito alla presidenza del Consiglio il magistrato istruttore, Valeria Fran, ricostruisce la tempistica dei diversi passaggi tra le amministrazioni e chiede lumi, anche procedurali e tecnici, esprimendo molte “perplessità“.⁠ Da qui – evidenzia il testo – “la necessità di acquisire chiarimenti ed elementi informativi sulla delibera: risulterebbe non compiutamente assolto l’onere di motivazione difettando, a sostegno delle determinazioni assunte dal Cipess, anche in relazione a snodi cruciali dell’iter procedimentale, una puntuale valutazione degli esiti istruttori”.

Non è l’unico punto che non convince la Corte: “Si chiedono chiarimenti anche con riferimento alla tempistica osservata per la trasmissione del provvedimento Mit-Mef con cui è stato assentito il terzo atto aggiuntivo. Parimenti si chiedono chiarimenti in merito alle valutazioni svolte dal comitato in relazione all’efficacia della delibera del Consiglio dei ministri del 9 aprile 2025, con la quale: è stata approvata la relazione sui motivi imperativi di interesse pubblico; è stato preso atto dell’assenza di idonee alternative progettuali; è stata dichiarata la sussistenza di motivi imperativi di interesse pubblico legati alla salute dell’uomo e sicurezza pubblica o relative conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente”.

E ancora: “Alla luce di recenti notizie di stampa, si chiedono aggiornamenti in merito all’interlocuzione che sembra avviata, sul punto, con la Commissione europea“.

Sugli oneri del piano economico la Corte incalza: “Perplessità si manifestano, inoltre, in merito al disallineamento tra l’importo asseverato dalla società Kpmg in data 25 luglio 2025 – quantificato in euro 10.481.500.000 – e quello di euro 10.508.820.773 attestato nel quadro economico approvato il 6 agosto 2025. Si chiedono chiarimenti”.

I dubbi non finiscono qui: “Quanto alle stime di traffico – al piano tariffario di cui allo studio redatto dalla TPlan Consulting – poste a fondamento del Pef si chiedono chiarimenti in ordine alle valutazioni svolte da codesto Comitato in merito alle modalità di scelta della predetta società di consulenza e agli esiti di detto studio anche in relazione agli approfondimenti istruttori svolti in occasione della riunione preparatoria del Cipess”.

LE REAZIONI

Il Ponte sullo Stretto è uno dei cavalli di battaglia di Matteo Salvini, che non ha tardato a replicare alla Corte dei Conti: «C’è stata una riunione per rispondere alle richieste di documenti e chiarimenti dalla Corte dei Conti che fa il suo mestiere – sottolinea il vicepremier e ministro dei Trasporti – È un’opera complessa: non dico sarebbe ma “saràil ponte a campata unica più lunga al mondo. Si stimano 120mila unità di lavoro create ed è straordinariamente strambo che la Cgil sia contro un’opera pubblica che dà lavoro a 120 mila operai, ma sono più impegnati sulla Palestina che sul lavoro in Italia».

«Abbiamo una quindicina di giorni per rispondere – taglia corto Salvini – poi quando ci sarà l’ok si parte con i cantieri, conto nelle prossime settimane non nei prossimi mesi». Nessuna preoccupazione, conferma il Mit: “Una fisiologica interlocuzione, presto daremo tutte le integrazioni richieste, ma il Ponte non è in discussione“.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci: «L’Ufficio di controllo della Corte non ha espresso alcuna bocciatura, giudizio di inadeguatezza né richieste di integrazione del progetto definitivo. Stretto di Messina è pronta a fornire tutti gli elementi utili per consentire alla Corte di completare l’istruttoria».

Dall’altra parte della barricata, invece, il capogruppo Pd e il vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo e Andrea Casu, che parlano di «Sonora bocciatura che mette in discussione l’impianto stesso del progetto. Presenteremo interrogazioni, il Paese deve sapere».

Pollice verso anche da parte dell’associazione siciliana “Invece del ponte – Cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto”: “Le richieste inviate dalla Corte dei Conti alla presidenza del Consiglio confermano, nero su bianco, quanto da tempo denunciamo: l’iter seguito dal governo e dagli enti coinvolti per cercare di far partire il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è segnato da gravi criticità, forzature procedurali e veri e propri strappi alla normativa vigente“.

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L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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