Report Wttc, il travel schiacciato dal Covid

Report Wttc, il travel schiacciato dal Covid
06 Luglio 09:15 2021 Stampa questo articolo

Che l’impatto del Covid-19 su viaggi e turismo sia stato devastante è cosa nota. Eppure, risulta impressionante il report Travel & Tourism Economic Impact 2021 redatto dal Wttc. Uno studio ben articolato che, analizzando l’impatto della pandemia sull’economia turistica in 185 Paesi e 25 regioni del mondo, dà l’esatta misura del dramma che la nostra industria ha vissuto nel 2020 (con ampi e consistenti strascichi nell’anno corrente).

A livello globale, è stata l’Asia-Pacifico la macroregione che ha registrato i numeri peggiori, con il contributo del settore al Pil in calo del 53,7%, rispetto al calo globale del 49,1%.

Di fatto, la spesa dei visitatori internazionali ha subito un duro colpo in tutta la regione, registrando un calo del 74,4%, come effetto delle chiusure al turismo dei confini di molti Paesi. La spesa interna ha visto un calo minore, ma comunque consistente, pari al -48,1%.

Diminuita, poi, del 18,4% l’occupazione nel turismo, con circa 34,1 milioni posti in meno. Nonostante questo calo, però, l’Asia-Pacifico rimane la più grande regione al mondo per numero di occupati nel travel nel 2020, rappresentando il 55% (151 milioni) di tutti i posti di lavoro globali nel settore.

Ma è stata l’Europa a subire il secondo più grande crollo economico nel settore turistico: le entrate hanno registrato un calo del 51,4% (circa 987 miliardi di euro). A soffrire anche l’occupazione con un calo del 9,3%, pari a una perdita di 3,6 milioni di posti di lavoro. Le restrizioni ai viaggi nel vecchio continente hanno avuto un grosso impatto anche sulla spesa: quella interna è diminuita infatti del 48,4%, mentre quella internazionale del 63,8%, sebbene l’Europa rimanga comunque la prima regione globale per spesa dei visitatori internazionali.

CONSULTA IL REPORT INTEGRALE DEL WTTC

AMERICHE MENO COLPITE. Non va meglio in Africa, dove il Pil di viaggi e turismo è sceso del 49,2% nel 2020, in linea con la media globale. Ma è in termini di perdita di posti di lavoro che la regione soffre in modo sproporzionato rispetto ad altre regioni: si registra infatti un calo occupazionale del 29,3%, ovvero 7,2 milioni di posti di lavoro andati in fumo.

Anche in Medio Oriente Il contributo del settore turistico al Pil è diminuito significativamente nel 2020, essendo sceso del 51,1%. La regione, vede però nella spesa internazionale il calo maggiore, con una percentuale del 70,3% in meno.

Secondo quanto emerge dal rapporto, nonostante il calo del 42,4% del Pil, quella relativa alle Americhe è stata la regione meno colpita a livello globale. Regione che resta primaria in termini di importanza economica, rappresentando il 35% del Pil globale diretto di viaggi e turismo. Mentre la spesa nazionale è diminuita di meno del 40%, è la spesa internazionale ad avere particolarmente sofferto, registrando un calo del 72,1% a causa delle severe restrizioni per i viaggi in entrata.

I Caraibi, area fortemente dipendente dal turismo internazionale, sono stati la “sottoregione” più colpita a livello globale, con il Pil turistico che prima rappresentava il 14,1% dell’economia totale, mentre solo il 6,4% nel 2020.

«I dati del Wttc hanno messo a nudo l’impatto devastante che la pandemia ha avuto sui viaggi e il turismo in tutto il mondo, lasciando le economie colpite, milioni di persone senza lavoro e molti altri che temono per il loro futuro. Il nostro rapporto mostra quanto ogni regione abbia sofferto a causa delle pesanti restrizioni ai viaggi introdotte per controllare la diffusione del Covid-19», commenta Virginia Messina, vice presidente del Wttc.

I TREND DELLA RIPARTENZA. Quanto al futuro, il report identifica alcune tendenze che si stanno già delineando nel settore, e suggerisce dei cambiamenti che potrebbero essere necessari per sostenere la ripresa in futuro: innanzitutto, dal punto di vista della domanda, il Covid-19 sta trasformando le inclinazioni e i comportamenti dei viaggiatori verso destinazioni percepite come familiari, affidabili, prevedibili e a basso rischio. Nel breve termine, è probabile che saranno le vacanze regionali e in grandi spazi aperti a dominare la richiesta del mercato.

La pandemia si è inoltre dimostrata un catalizzatore nella ricerca di innovazione e integrazione di nuove tecnologie, che saranno sempre più centrali per il settore dei viaggi.

Ma la vera leva per vedere la luce in fondo al tunnel è, secondo il Wttc, un approccio coordinato a livello internazionale, coerente e trasparente. Avere protocolli sanitari chiari e comuni sosterrebbe il settore e consentirebbe di riprendere e recuperare rapidamente i viaggi internazionali, ricostruendo la preziosa fiducia dei viaggiatori.

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L'Autore

Roberta Moncada
Roberta Moncada

Roberta Moncada: Sinologa ed esperta di turismo cinese. Ha vissuto diversi anni in Cina, per poi tornare in Italia, dove attualmente lavora per diversi Tour Operator come accompagnatrice turistica ed organizzatrice di tour ed attività enogastronomiche per turisti cinesi.

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