“Riaprire giostre e luna park all’aperto”, la petizione degli operatori

“Riaprire giostre e luna park all’aperto”, la petizione degli operatori
11 Febbraio 11:03 2021 Stampa questo articolo

L’Anesv, l’associazione di categoria che rappresenta le attività di spettacolo viaggiante, ha raccolto migliaia di firme per la petizione in cui chiede di “riaprire i parchi divertimento e le giostre”. 

L’Anesv si appella al presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, affinché disponga la riapertura delle attività di spettacolo viaggiante e dei parchi divertimento allo scadere del vigente Dpcm, unitamente ad altri luoghi di spettacolo, come cinema e teatri.

«Queste attività, chiuse dal mese di ottobre, si svolgono all’aperto – ha dichiarato il presidente Anesv, Ferdinando Uga – e sono gestite nel rispetto delle linee guida governative, che garantiscono la sicurezza del pubblico e degli operatori. Gli assembramenti che avvengono comunemente nei centri commerciali e la riapertura di attività nelle quali non si indossa la mascherina, come i ristoranti, non possono verificarsi in spazi aperti e correttamente gestiti».

“I bambini – si legge nalla nota – hanno bisogno di tornare sulle giostre, spesso collocate nei parchi pubblici, riaperti da mesi, per sognare il ritorno a una vita quasi normale, fatta di gioco e spensieratezza  e vanno offerte alle famiglie occasioni per trascorrere in sicurezza il tempo libero, evitando di affollare centri cittadini e locali al chiuso”.

Anche Matteo Sanguineti – presidente di Parchi Avventura Italiani – appellandosi al nuovo Governo ha ricordato: «I parchi avventura, realizzati in aree boschive e con numero di posti limitati, sono più sicuri di piscine e palestre al coperto, tuttavia sono costretti alla chiusura da mesi, nonostante le linee guida prevedano già il distanziamento di due metri tra persone. L’esercizio fisico è fondamentale per recuperare il benessere delle persone, messo alla prova dalla pandemia in atto».

L’Anesv richiama il governo all’attenzione sulle drammatiche conseguenze economiche e occupazionali della chiusura delle uniche attività all’aperto che rischiano di non riaprire, a differenza dello sci, e soprattutto di attività ben più rilevanti sul piano dei possibili contagi, riaperte già da tempo.

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