Sicilia, Aigab boccia la disciplina sugli affitti brevi

Sicilia, Aigab boccia la disciplina sugli affitti brevi
31 Luglio 12:41 2025

Aigab apre il libro di storia del ciclismo e rievoca Gino Bartali: “È tutto da rifare”. Rivolgendosi all’Assemblea regionale siciliana, l’Associazione italiana gestori affitti brevi chiede il ritiro o una revisione profonda della nuova “Disciplina delle strutture turistico-ricettive” approvata a giugno, ritenendola incongruente, oltre che incostituzionale in diversi punti.

Gli imprenditori turistici giudicano le nuove misure “irricevibili per l’impatto negativo che hanno innescato sul mercato degli affitti brevi in Sicilia. Un mercato in crescita in grado di accogliere ben il 35% delle presenze, come certificato dalle rilevazioni di Enit e degli Osservatori regionali“.

Per Aigab, che in Sicilia annovera oltre 70 aziende associate che gestiscono circa 2.000 abitazioni, «si tratta di norme confuse e contraddittorie che creano ulteriore impasse in un mercato che potrebbe invece trainare l’industria del turismo dell’intera Regione», spiega Maurizio Giambalvo, delegato territoriale per la Sicilia.

«Auspichiamo senz’altro una maggiore concertazione – prosegue Giambalvo – e chiediamo il ritiro tout court delle misure approvate o quantomeno una loro revisione profonda con l’apertura di un tavolo di lavoro che parta dall’assunzione che la politica non può non farsi carico delle osservazioni costruttive delle associazioni di categoria che rappresentano il settore produttivo su cui il Legislatore ha normato».

Ma quali sono i capitoli discussi da Aigab? Vediamoli.

– La normativa regionale ha erroneamente incluso le locazioni turistiche tra le strutture ricettive

“L’assimilazione rappresenta un grave errore giuridico, in quanto comporta una violazione delle competenze esclusive dello Stato. Le locazioni, infatti, rientrano nella sfera del diritto civile, riservata allo Stato, e la loro assimilazione alle strutture ricettive genera incoerenze normative a diversi livelli”.

– L’obbligo di dotare ogni camera sprovvista di bagno privato, di un lavabo con acqua corrente calda e fredda non è applicabile alle locazioni turistiche

“Queste misure, non assimilabili alle strutture ricettive, rispondono a quanto prevedono i Regolamenti comunali“.

Escludere le locazioni turistiche dall’obbligo di dotazione di materassi ignifughi

“Le locazioni turistiche, pur non essendo classificabili come strutture ricettive, sono comunque già soggette a norme di sicurezza specifiche, quali l’obbligo di presenza di estintori e rilevatori di gas combustibili e del monossido di carbonio, già sufficienti a garantire un adeguato livello di protezione.

L’imposizione di materassi ignifughi risulta pertanto ridondante e non prevista dalla normativa nazionale ed introduce un ulteriore, e irricevibile, aggravio economico per migliaia di proprietari di immobili destinati alla locazione turistica. Si tratta infatti, nella maggior parte dei casi, di abitazioni civili con materassi già conformi alle normative sull’uso residenziale, che sarebbero ingiustamente soggette a sostituzioni di massa”.

Illegittimo l’obbligo di presentare documentazione attestante l’assenza di impedimenti tecnico-amministrativi allo svolgimento dell’attività di locazione turistica

“Nessun Regolamento condominiale può vietare l’attività di locazione turistica, per diverse ragioni. In primo luogo, non costituisce attività ricettiva e, pertanto, non può essere soggetta a limitazioni derivanti da accordi di natura privata, quali i Regolamenti condominiali. Inoltre, eventuali divieti che limitano il diritto di proprietà – tutelato dall’art. 42 della Costituzione – sarebbero da ritenersi illegittimi secondo consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione.

Inoltre, l’introduzione dell’obbligo di comunicazione di inizio attività al Suap anche per le locazioni turistiche svolte in forma non imprenditoriale rappresenta un inutile aggravio burocratico, sia per i proprietari sia per gli uffici comunali, spesso non strutturati per gestire un ulteriore carico amministrativo. Questo determina, tra l’altro, un rallentamento significativo nei tempi di rilascio dei Codici identificativi regionali (Cir) e delle credenziali per l’accesso ai portali per la registrazione dell’imposta di soggiorno.

«L’auspicio – conclude Giambalvo – è che la Regione ritiri il Regolamento e avvii una nuova fase di confronto con le associazioni di categoria per varare misure conformi alla normativa nazionale, nella consapevolezza che la collaborazione tra le parti risulta fondamentale anche nel garantire efficacia e sostenibilità all’applicazione delle norme».

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