Spostamenti e pass,
arriva il decreto riaperture

Spostamenti e pass, <br>arriva il decreto riaperture
21 Aprile 08:38 2021 Stampa questo articolo

Potremmo ribattezzarlo “decreto riaperture” quello annunciato dal premier Mario Draghi e ora approvato dal Consiglio dei ministri. Un provvedimento che prevede l’allentamento delle misure anti Covid a partire dal 26 aprile, fermo restando lo stato d’emergenza prorogato fino al 31 luglio.

Tra le principali novità, sull’onda del Digital Green Certificate europeo, l’introduzione di un “pass verde” anche in Italia per gli spostamenti tra Regioni rosse e arancioni. Il certificato, come già riportato dal nostro giornale, sostituirà le autocertificazioni, sarà cartaceo o digitale e varrà sei mesi per i vaccinati e per chi è guarito dal Covid. Per i primi sarà rilasciato dalla struttura sanitaria che ha somministrato entrambe le dosi del vaccino; per chi ha già avuto il virus è rilasciato dall’ospedale, dal medico di base o dal pediatra. Varranno, invece, solo 48 ore i certificati per chi ha effettuato test molecolare o antigenico risultando negativo.

Altra piccola grande rivoluzione, la riapertura dal 26 aprile in zona gialla dei ristoranti, sia a pranzo che a cena, purché abbiano tavoli all’aperto. Mentre dal 1° giugno potranno aprire, ma solo a pranzo, anche i locali al chiuso. Dibattito accesissimo sul coprifuoco, al momento confermato dalle 22 alle 5 del mattino, nonostante le pressioni di Lega, Forza Italia, Italia Viva e delle Regioni che avrebbero voluto farlo scattare alle 23.

Prevista, inoltre, sempre nelle regioni in giallo, la riapertura dal 26 aprile di teatri, sale da concerto, cinema, live club e altri locali con “posti a sedere preassegnati” e distanza di almeno un metro, con eventi riservati solo ai possessori di green pass; dal 15 maggio il ritorno delle piscine all’aperto, dei mercati e dei centri commerciali anche nei giorni festivi; dal 1° giugno delle palestre. E mentre è stata anticipata al 15 giugno la ripresa delle fiere, resta come preannunciato al 1° luglio il via libera a convegni e congressi, così come la riapertura di parchi tematici e di divertimento e dei centri termali (con riferimento alle attività che esulano dalle prestazioni sanitarie).

Scatto in avanti anche nella didattica in presenza con “forme flessibili” orientate alla riapertura delle scuole, che non ammettono più deroghe da parte dei presidenti delle Regioni.

GREEN CERTIFICATE, C’È CHI DICE NO. Tra i provvedimenti più discussi certamente il pass che sarà necessario per muoversi tra regioni arancioni e rosse.  Negativo il parere di Roberto Burioni, docente all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. «Leggo che si consentirebbe libertà a chi ha un tampone negativo nelle 48 ore precedenti per prevenire il Covid. È come consentire rapporti sessuali non protetti a chi si è infilato un profilattico nelle 48 ore precedenti per prevenire l’Aids. Non ha alcun senso razionale», scrive su Twitter.
Il virologo cita, poi, in un altro tweet, un articolo del Journal of Clinical Microbiology che racconta la seguente storia: «122 marinai vengono imbarcati in un peschereccio dopo un tampone Pcr negativo. Nonostante questo a bordo parte un focolaio di Covid che colpisce l’85% dell’equipaggio».

Diversa la linea del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, secondo cui «il pass vaccinale crea sicurezza, consente una mappatura e una tracciabilità e se ne parla, non solo per spostamenti tra Regioni di colori diversi», bensì «anche per garantire e gestire l’accesso a eventi pubblici, tra cui quelli sportivi». «Non deve essere un elemento che crea discriminazione – aggiunge – e proprio per questo il concetto del pass si fonda su tre elementi: i cittadini vaccinati, chi ha contratto il Covid nei 6 mesi antecedenti allo spostamento o all’evento in oggetto e un tampone negativo effettuato nelle 48 ore antecedenti. Mi pare che questi tre elementi creino una parità tra tutti i cittadini e non una disparità», ha dichiarato in un’intervista a Rtl 102.5. «In un primo momento – conclude – l’ipotesi è quella di un pass dove vengono indicati i dati inerenti il Covid, poi con il tempo penso si potrà arrivare a una tessera sanitaria dove inserire tutti gli elementi. È un percorso appena iniziato, che sarà condiviso con le Regioni e che credo possa essere una buona soluzione».

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