Capitale della Cultura 2024, la corsa del pool Paestum Alto Cilento

14 Febbraio 07:49 2022 Stampa questo articolo

L’unione fa la forza e ne è la riprova la candidatura di Paestum Alto Cilento a Capitale italiana della Cultura 2024, unica Unione di Comuni in lizza.

Con le eccellenze artistico-culturali di Capaccio Paestum, Agropoli, Giungano, Cicerale, Ogliastro Cilento, Prignano Cilento, Torchiara, Rutino, Lustra, Laureana Cilento e Perdifumo, il pool di Comuni è tra i dieci finalisti (va ne abbiamo scritto su ViaggiOff) nella procedura di selezione che porterà alla proclamazione del vincitore, nel mese di marzo, al ministero per la Cultura.

L’area Alto Cilento e Paestum ospita tre presidi Patrimonio Unesco, ovvero: il Parco Archeologico di Paestum e Velia (dal 1998 nella World Heritage List);, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (il più grande d’Italia, Riserva della Biosfera Mab dal 1997, iscritta nella rete dei Geoparchi Unesco nel 2010); e la Dieta mediterranea di Ancel Keys (dichiarata Patrimonio immateriale dell’umanità nel 2010) insieme alla lunga vita dei centenari cilentani.

Logo Paestum alto cilentoIl logo – un tempio stilizzato che si regge su sette colonne – incarna i sette filoni del programma che sarà presentato il 4 marzo alla giuria: I giovani, custodi della bellezza (raduni, convegni, corsi di formazione, masterclass, manifestazioni); Lettura e accesso alla conoscenza: i racconti uniscono (iniziative sui libri a partire dal Premio Strega, che fa tappa nell’area archeologica di Paestum); Arte contemporanea: la cultura guarda al futuro (percorsi d’arte en plein air, mostre, corsi, artisti in residenza); Musica e teatro: emozioni condivise nell’arena dell’Unione (il programma prevede anche momenti di incontro con artisti internazionale e grandi maestri provenienti da prestigiose istituzioni come il Teatro San Carlo di Napoli e la Scala di Milano); Archeologia: antichi segni dell’uomo (approfondimento e divulgazione); Borghi e beni culturali: la comunità si prende cura (azioni volte a mettere in rete gli 11 borghi presenti sul territorio unionale, rendendoli più accessibili e funzionali, oltre che luogo di cultura e di scambio); Patrimoni, miti e leggende: storia e identità locali in mostra (il territorio si svela anche attraverso raduni e momenti di incontro).

«L’intuizione di candidare l’Unione ci sta premiando: la cultura genera cambiamento solo se è diffusa. Essa non può che nascere da un coinvolgimento delle comunità locali che diventano protagoniste di un percorso partecipato e inclusivo – dichiara Franco Alfieri, presidente dell’ente L’Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento – Il nostro percorso, avviato da diversi anni, vuole evolversi ulteriormente, diventando un modello di riferimento per l’Italia. Quel percorso oggi risulta coerente anche con le missioni strategiche che animano il Pnrr. La nostra risposta alla tradizionale contrapposizione campanilistica è un modello partecipativo, aperto al dialogo e all’inclusione. Questa candidatura è esemplare: nessuno degli 11 Comuni dell’Unione, da solo, avrebbe potuto accettare da solo la sfida di Capitale della Cultura 2024».

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