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Tre incognite nel futuro della new Alitalia

Giorni decisivi per il futuro di Alitalia., nonostante l’incertezza sul nuovo esecutivo di governo. In attesa che qualche notizia in più arrivi dall’incontro informale previsto per il pomeriggio di  mercoledì 28 agosto tra i commissari straordinari e i sindacati, si avvicina a grandi passi la scadenza del 15 settembre, data entro la quale sono attesi l’offerta vincolante e il piano industriale della cordata composta da Fs, Delta, Atlantia e Mef.

In mezzo, oltre alla risoluzione della crisi politica e alla formazione di un nuovo esecutivo Pd-M5s chiamato a tenere a battesimo la nascita della Nuova Alitalia (anche se i vertici del Partito Democratico si sono espressi più volte contro la nazionalizzazione de facto ipotizzata dal governo gialloverde dimissionario), ci sarà anche lo sciopero di 24 ore dei piloti e assistenti di volo, in programma il 6 settembre.

LE SCELTE DI DELTA. Ma non è finita, perché entro la fine del mese è previsto (questo almeno era il piano prima che scoppiasse la crisi di governo, ndr) un incontro tra la parte italiana della cordata e Delta Air Lines ad Atlanta. Anche se non è stato ancora deciso il giorno, riporta Il Corriere della Sera, sia Ferrovie dello Stato che Atlantia e Mef si attendono di essere convocati da Ed Bastian, amministratore delegato del vettore a stelle e strisce, per discutere del piano di rilancio di Alitalia.

I nodi da sciogliere, rispetto a qualche settimana fa, non sono cambiati. A cominciare dalla composizione delle rotte verso il Nord America, soggette ai vincoli di Blue Skies, la joint venture approvata definitivamente dall’Antitrust americano all’inizio di agosto di cui fanno parte Delta, Air France e Virgin Atlantic, e a cui Alitalia sarebbe chiamata solo come «associata».

IN ATTESA DEL PIANO. Una volta raggiunto un accordo sulle rotte, toccherà definire gli aspetti del piano industriale che riguardano gli esuberi (si era parlato di una cifra tra 1.700 e 2 mila dipendenti), la ristrutturazione dei servizi a terra e la flotta (si parla di un taglio di 15 aeromobili). Per non parlare della scelta del ceo, affidata agli head hunter di Egon Zehnder.

Intanto, grazie ai buoni risultati garantiti dalla gestione commissariale, Alitalia al 31 luglio 2019 aveva una disponibilità di cassa pari a 413 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i depositi, rispetto ai 436 di fine giugno. A riportarlo è Il Sole 24 Ore, che cita fonti vicine alla compagnia, che precisano “come si tratti di un livello di liquidità superiore a quanto programmato e comunicato come dato previsionale nelle sedi istituzionali”.

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