Blue skies, Az fuori dalla joint venture transatlantica

08 Agosto 06:10 2019 Stampa questo articolo

Dentro Virgin Atlantic, fuori (almeno per il momento) Alitalia. L’approvazione data pochi giorni fa dal Dipartimento dei Trasporti Usa alla costituzione di Blue Skies – joint venture transatlantica di cui fanno parte il vettore fondato da Richard Branson, Air France-Klm e Delta Air Lines – aggiunge un ulteriore tassello alla partita che si sta giocando sul salvataggio dell’ex-vettore di bandiera tricolore.

Con il via libera di Washington alla partnership, qualche mese dopo che l’aveva fatto l’Unione Europea, si riconosce quindi riconosciuto ai quattro vettori (dalla joint venture rimane escluso anche il “vecchio” membro Czech Air, ndr) la possibilità di dare vita ad accordi riguardanti rotte, pricing e marketing sotto la copertura dell’ombrello dell’Antitrust. Per farlo, e per dare inizio all’operatività dei collegamenti, ci sarà tempo sei mesi (a partire dallo scorso 2 agosto), mentre la validità della “nuova” Blue Skies non supererà i cinque anni.

UN MERCATO DA 13 MILIARDI. Se per i consumatori, la joint venture significherà probabilmente l’opportunità di accedere a tariffe più competitive e di scegliere più combinazioni di volo grazie a un’offerta di circa 300 voli no stop su 108 rotte transatlantiche e 340 destinazioni complessivamente raggiungibili; per le compagnie coinvolte la partnership significa avere accesso a un mercato – quello tra Europa, Regno Unito e Usa – il cui giro d’affari è stimato in 13 miliardi di dollari, con un market share previsto del 25%.

Quando la joint venture prenderà finalmente il via poi, Air France-Klm procederà anche all’acquisizione già concordata del 31% delle azioni di Virgin Atlantic, attualmente detenute da Virgin Group, per un valore di 220 milioni di sterline (dal canto suo, Virgin Group manterrà il 20% del capitale e la presidenza della compagnia britannica).

Delta Air Lines,  dal canto suo, continuerà ad avere il 49% di partecipazione in Virgin, che si aggiunge al 9% detenuto nel Gruppo franco-olandese.

I DUBBI DI ATLANTIA. Come si ricorderà, proprio il nodo di Blue Skies sembrerebbe essere tra la principali perplessità da parte di Atlantia sulla strada della formazione della cordata insieme a Fs, Mef e Delta per il salvataggio di Alitalia. L’esistenza di una joint venture di cui Delta, Virgin, Air France e Klm sono partner di primo livello – con Alitalia che verrebbe sì ammessa, ma solo come «associated partner» – ricordava Il Sole 24 Ore qualche giorno fa, per la holding della famiglia Benetton non sarebbe il modo migliore per sfruttare le potenzialità di due mercati fondamentali per il futuro della newco, come quelli di Nord America e Asia.

COME FUNZIONA LA JOINT VENTURE. “In Blue Skies, i voli attuali saranno garantiti e rimarrà la regola del consenso dei partner per incrementare i voli verso gli hub (detti Gruppo 1), per esempio se Alitalia volesse aumentare i voli per New York o andare ad Atlanta, Detroit o Minneapolis. Alitalia sarà libera di fare nuovi voli verso altre destinazioni (Gruppo 2), però accollandosi maggiori rischi. Per vendere i voli del Gruppo 2 negli Stati Uniti, attraverso Delta, Alitalia dovrà pagare alla compagnia americana una commissione che partirà dal 20-22% del biglietto, con una crescita fino al 26% entro 10 anni. Delta potrebbe rifiutarsi di mettere il suo codice su un volo ogni due nuovi di Gruppo 2 aperti da Alitalia”, sottolineava il quotidiano economico-finanziario.

Con l’ovvia conseguenza che, per la nuova Alitalia diventerebbe molto più difficoltoso attirare passeggeri americani a bordo dei propri aeromobili.

LA REAZIONE DEI SINDACATI. Intanto, sulla questione è intervenuta anche Fnta, in rappresentanza dei piloti e degli assistenti di volo Anpac, Anpav e Anp. “L’’ufficializzazione della nuova joint venture transatlantica vede confermarsi l’irrilevanza di Alitalia e le nostre peggiori preoccupazioni”, si legge in una nota della sigla sindacale, che sottolinea l’inadeguatezza “del top management di Alitalia ed in particolare della funzione commerciale che non ha contrastato il completo arretramento di Alitalia sul mercato Nordatlantico”.

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Giorgio Maggi
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