Turismo Ue, così non va: strigliata dalla Corte dei Conti

Turismo Ue, così non va: strigliata dalla Corte dei Conti
16 Dicembre 10:45 2021 Stampa questo articolo

Mentre la Commissione Ue bacchetta l’Italia per le nuove restrizioni, questa, a sua volta, viene strigliata dalla Corte dei Conti europea per la gestione maldestra del turismo, sul fronte degli investimenti. È quanto contenuto nella relazione speciale 27/2021 pubblicata in queste ore dai custodi delle finanze dei Ventisette.

“Il turismo – ricordano i giudici contabili – rappresenta un settore economico essenziale per l’Ue. La pandemia ha avuto un impatto severo riducendo nettamente i flussi e, di conseguenza, le entrate delle imprese. Ma al di là di tale choc immediato, il settore va incontro ad altre sfide: trasformazione verde e digitale, competitività, sostenibilità e resilienza”.

In questo ambito, la Corte ha rilevato che i progetti connessi al turismo finanziati mediante il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) hanno prodotto risultati contrastanti: “Alcuni erano sostenibili e hanno contribuito a promuovere l’attività turistica nella regione, altri hanno avuto solo un impatto limitato. In diversi casi, una pianificazione e procedure di selezione carenti si sono tradotte in progetti dalla portata limitata, con sforamenti dei costi e ritardi”.

Da qui la raccomandazione dell’organismo alla Commissione Ue di “elaborare una nuova strategia per il settore” e nel contempo “esortare gli Stati membri ad adottare procedure di selezione degli investimenti finanziati attraverso il Fesr nell’ottica di questo nuovo orientamento strategico”.

La Corte dei Conti coglie anche l’occasione per ricordare il valore dell’industria dei viaggi: “Il turismo – si legge nel comunicato annesso alla relazione – è un settore economico essenziale nell’Unione europea: nel 2019, ha rappresentato il 9,9 % del prodotto interno lordo e l’11,6 % di tutti i posti di lavoro di quest’ultima. A partire dal 2015, e fino all’insorgere della pandemia, la Commissione europea ha rivisto le priorità dell’Ue in materia di turismo nel contesto di strategie politiche più ampie, ma non le ha tradotte in un piano d’azione concreto per sostenerne l’attuazione”.

“In risposta alle gravi ripercussioni del Covid, ha presentato misure e proposte per attenuare l’impatto di tale crisi sul settore e ha dato avvio ad azioni intese alla definizione di un’agenda per il turismo per il 2030”. Ma questo non basta affatto perché l’emergenza sanitaria «non è l’unica sfida del settore», ribadisce Pietro Russo, membro della Corte.

La posizione dei giudici contabili trova d’accordo, tra gli altri, il Movimento 5 Stelle. «La Commissione europea sul turismo ha fatto poco e male – incalza l’europarlamentare pentastellato Mario Furore – Le nuove priorità, dal turismo sostenibile e responsabile a quello intelligente e innovativo, non sono state associate né ad azioni specifiche, né a proposte sul miglior modo di utilizzare i fondi Ue per realizzarle».

«La Corte dei Conti europea – prosegue – ha anche stabilito che è mancata finora una strategia organizzata per il settore così come da mesi denunciamo al Parlamento europeo. Serve un nuovo piano d’azione per il periodo postpandemico che aiuti il settore anche a vincere la sfida delle transizioni ambientali e digitali».

Infine un’esortazione su tutte: «Questo settore è decisivo per il futuro dell’economia europea e va sostenuto con un fondo specifico per il settore e provvedimenti forti e coraggiosi. La politica europea si svegli».

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