Venezia, via le grandi navi dalla laguna: bando per il concorso di idee

Venezia, via le grandi navi dalla laguna: bando per il concorso di idee
01 Luglio 10:50 2021 Stampa questo articolo

L’obiettivo è sempre quello di eliminare dal centro storico di Venezia le grandi navi. L’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale ha pubblicato, il bando per il “concorso di idee” – previsto dal decreto legge n°45 del 1° aprile 2021, convertito nella legge 75 del 17 aprile 2021 – per raccogliere proposte ideative e progetti di fattibilità tecnica ed economica relativi alla realizzazione e gestione di punti di attracco per crociere e container fuori dalle acque protette della laguna.

Salvare, insomma, lo svolgimento dell’attività crocieristica nel territorio di Venezia e della sua laguna, salvaguardando contemporaneamente l’unicità e le eccellenze del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale del territorio.

Il nuovo punto di approdo deve essere quindi necessariamente fuori dalle acque protette della laguna.

Il bando prevede che le proposte e i progetti debbano rispettare i seguenti requisiti: garantire l’operatività e la sicurezza della navigazione anche in condizioni meteo-marine avverse e garantire la sostenibilità dal punto di vista ambientale, energetico e paesaggistico; prevedere il collegamento ai nodi di interscambio terrestri e alle reti Ten-T; garantire l’accoglienza di servizi transoceanici container (porto gateway e transhipment) e per la crocieristica (homeport).

Il concorso di idee si articola in due fasi. La prima prevede la presentazione delle proposte ideative e si concluderà il 31 dicembre 2021. Al termine di questo periodo l’AdSP nominerà una commissione composta da cinque esperti con comprovata esperienza in ingegneria dei trasporti, nelle opere portuali, e in generale nelle infrastrutture, nei trasporti e nell’economia dei trasporti, che selezionerà le prime tre proposte ideative per la seconda fase in cui dovranno essere elaborate le progettazioni di fattibilità tecnica ed economica. La seconda fase avrà termine il 31 dicembre del 2022, dopodiché, entro il 30 giugno 2023, tra le tre proposte progettuali la commissione nominerà il progetto vincitore.

Il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili riconoscerà un rimborso spese, di importo complessivo di 2 milioni e 200mila euro da ripartirsi tra i tre soggetti che completeranno la progettazione di fattibilità tecnica ed economica.

Sono ammesse a partecipare al bando internazionale tutte le società di progettazione, anche in forma di aggregazione temporanea di impresa (Ati), che abbiano registrato un fatturato di almeno 10 milioni di euro negli ultimi 3 anni e che dimostrino di aver progettato opere dal valore minimo di 500 milioni di euro negli ultimi 10 anni di esercizio.

Per il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini, «è un passaggio determinante per individuare la migliore soluzione strutturale ed evitare danni alla città e al suo patrimonio artistico, culturale, paesaggistico e ambientale. Sono certo che tra le soluzioni proposte ci sarà quella che meglio saprà contemperare l’esigenza di tutelare Venezia e la sua laguna, patrimonio unico al mondo, con la necessità di non penalizzare le attività commerciali e il turismo che alimentano l’economia regionale e nazionale».

Intanto, nei giorni scorsi Gianluigi Satini, presidente di Fai Regionale Veneto-Conftrasporto, fra i co-fondatori della Venice Port Community, ha ribadito la scelta di Marghera come unica soluzione praticabile in tempi rapidi: «È Marghera l’unica soluzione praticabile in tempi brevi per le navi da crociera a Venezia. Sostengo e condivido pienamente la posizione di Luigi Merlo, già presidente del Porto di Genova, presidente di Federlogistica-Conftrasporto e direttore delle relazioni istituzionali di Msc, la compagnia cargo con divisione cruise fondata dall’armatore Gianluigi Aponte che genera 10 miliardi di impatto economico, la prima a tornare a navigare in laguna lo scorso 5 giugno».

Per Satini «qualsiasi attività che non sia collegata alla terraferma non ha senso e la costruzione di un porto off shore (al di là della tempistica prevista in non meno di 15 anni) rappresenterebbe un ulteriore difficoltà sia per le navi da crociera, che dovrebbero trasportare a terra i passeggeri a bordo delle navi da salvataggio, sia per le navi cargo, per le quali le operazioni di carico-scarico allungherebbero non di poco le tempistiche».

Il presidente di Fai Regionale Veneto-Conftrasporto aveva specificato che non è proprio il momento di allungare i tempi, soprattutto «col ritorno delle navi da crociera, per cui sono previste 20 toccate entro fine anno di quattro compagnie crocieristiche internazionali. Serve subito una soluzione per far tornare Venezia primo homeport crocieristico del Mediterraneo. Marghera non è ancora pronta ma i terminal, adeguati alle norme di sicurezza internazionali anti Covid, sarebbero sicuramente operativi nel giro di pochi mesi, in continuità con lo sviluppo dello scalo e degli investimenti previsti per l’idrogeno».

L'Autore

Claudia Ceci
Claudia Ceci

Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali

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