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Voli, la “super” tassa d’imbarco fa infuriare le low cost

Approdato in Parlamento, il disegno di legge di bilancio 2024 contiene al suo interno un articolo che fa discutere il mondo del trasporto aereo (ma non solo). Così come approfondito al link, in Manovra l’articolo 80 prevede la possibilità per i comuni “post-dissesto” di fissare un’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale per passeggero non superiore a 3 euro.

Alle “perplessità” di Assaeroporti e Ibar, si unisce ora anche il secco «no» di Ryanair, che chiede al governo italiano di intervenire sull’articolo per rimettere praticamente mano ai suoi contenuti. «Questa proposta di consentire un ulteriore aumento dell’addizionale comunale quasi del 50% avrà conseguenze negative a lungo termine per la connettività e l’industria del turismo in Italia motivo», dichiara il ceo di Ryanair, Eddie Wilson.

Mentre l’Italia sta valutando proposte per incrementare la connettività nazionale e abbassare le tariffe, “questo disegno di legge si tradurrebbe contraddittoriamente in tariffe più alte, minore connettività e meno scelta sia per i cittadini italiani che per i turisti che viaggiano da e per il Paese”, si legge in una nota della low cost irlandese.

Per Ryanair, “aumentare le tasse turistiche costa in termini di posti di lavoro e connettività. Ad esempio, la recente decisione del Comune di Venezia di aumentare l’addizionale comunale di 2,50 euro per passeggero in partenza ha portato Ryanair a rimuovere un aereo basato cancellando e riducendo le frequenze su 12 rotte presso l’aeroporto Marco Polo. Il tutto spostando questa preziosa crescita verso economie turistiche concorrenti come Spagna e Portogallo, che non hanno tasse turistiche penalizzanti”.

“Il governo italiano dovrebbe invece concentrarsi sulla riduzione dei costi di accesso, eliminando l’addizionale comunale: ciò darebbe un impulso al settore del turismo in Italia e fornirebbe un incremento in termini di posti di lavoro e Pil, in particolare in quei comuni che ne hanno più bisogno. Ryanair è nella posizione migliore per fornire la capacità, il traffico e gli investimenti necessari per rilanciare la connettività e l’industria del turismo in Italia, e all’inizio di quest’anno la compagnia ha condiviso con il governo proposte per fornire 5 milioni di posti extra su Sardegna e Sicilia nei prossimi cinque anni se l’addizionale comunale verrà abolita”, prosegue la nota del vettore.

SCENDE IN CAMPO ANCHE AICALF

«Stupore e disappunto»: inizia così il commento divulgato a mezzo stampa da Alessandro Fonti, presidente dall’associazione italiana delle compagnie aeree low cost Aicalf, sull’addizionale comunale per porti e aeroporti. «Le recenti interlocuzioni con i rappresentanti delle istituzioni e le dichiarazioni di autorevoli esponenti di questo governo in merito ai prezzi dei voli ci avevano fatto sperare in provvedimenti in un senso diametralmente opposto, ovvero che questa tassa potesse essere, se non cancellata del tutto, almeno rivista al ribasso – spiega Fonti – Ricordiamo che le addizionali d’imbarco sono oneri imposti ai passeggeri, che vengono raccolti dalle compagnie aeree trasferendo gli importi sulle tariffe al consumatore. L’Italia è già uno dei Paesi con la tassazione più elevata sui biglietti aerei e con questa Manovra si aumenterebbe il costo del biglietto per i passeggeri, in netta opposizione con l’obiettivo dichiarato recentemente dal governo di voler intervenire per ridurre i prezzi dei voli».

Per il presidente di Aicalf, pensare di ripianare i disavanzi di alcuni comuni aumentando le tasse sui passeggeri é un errore e sarebbe controproducente: «il trasporto aereo è un volano dell’economia dei territori e del turismo e insistiamo quindi affinché il governo intervenga invece per eliminare o almeno ridurre questa tassa, che deprime lo sviluppo della domanda di trasporto aereo e danneggia la competitività degli aeroporti e delle destinazioni turistiche italiane rispetto alle altre mete europee».

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