Dazi commerciali e instabilità geopolitica. Ma a frenare l’evoluzione del trasporto aereo anche un accentuato ritardo nella consegna di nuovi velivoli che non permette alle aerolinee di soddisfare la crescente domanda. Così Iata rivede le previsioni per il 2025 con profitti netti che scenderanno a 36 miliardi di dollari (31,5 miliardi di euro), in ribasso rispetto alla previsione di inizio anno che era di 36,6 miliardi. La stima è stata ufficializzata nel corso dell’81° Annual General Meeting, dal primo al 3 giugno a New Delhi.
Il tono di Willie Walsh – direttore generale dell’associazione che raccoglie oltre 300 compagnie aeree di tutto il mondo – nel commentare lo scenario e denunciare la penuria di aeromobili è di quelli perentori: «I ritardi accumulati dalle case costruttrici sono inaccettabili. Siamo di fronte al 26% in meno nelle consegne rispetto a quanto era atteso un anno fa».
E anche se non è stato ancora ufficializzata, rimane in piedi l’ipotesi di un’azione legale guidata proprio da Iata nei confronti delle due maggiori case costruttrici, Boeing e Airbus.
Conti alla mano, a oggi gli ordini complessivi superano i 17mila aeromobili da consegnare alle varie compagnie aeree, con un tempo di attesa che si è allungato fino a 14 anni, e soprattutto con una media annuale delle consegne che si è attestata sui 1.692 velivoli da introdurre nelle flotte dei vettori, rispetto alla media di oltre 2.000 macchine che rappresentava la tabella di marcia annuale nell’agenda di commesse pre-pandemìa.
In questa situazione non aiuta certo la guerra commerciale scatenata dal Presidente Usa Donald Trump: gli utili operativi sono in forte calo, a 66 miliardi di dollari (58 miliardi di euro) rispetto ai 67,7 miliardi che erano previsti nelle stime di qualche mese fa.
La nota positiva proviene dal segmento leisure: i viaggi, infatti, rappresentano una voce irrinunciabile nei consumi e i passeggeri sono ulteriormente cresciuti: si prevede che a fine anno si sfioreranno i 5 miliardi di utenti trasportati con gli aeromobili, un incremento del +4% rispetto al 2024.
Un’industria, quella dell’aviazione commerciale che attualmente assicura 86,5 milioni di posti di lavoro nel mondo con una incidenza sul Pil mondiale che ha raggiunto il 3,9%.
Un’altra buona notizia proviene anche dal versante della sicurezza nei cieli: su un totale di 40,6 milioni di viaggi operati lo scorso anno, si sono verificati solo 7 incidenti mortali, con 244 vittime e, ovviamente, l’obiettivo auspicato dai vertici Iata è di raggiungere quota “zero”.
GALLEGO PRESIDENTE DEL CDA
Intanto, l’assemblea di Nuova Delhi ha annunciato che Luis Gallego, ceo di International Airlines Group (Iag) da quasi 30 anni, ha assunto l’incarico di presidente del Consiglio di amministrazione, l’83° della storia di Iata. Gallego succede a Pieter Elbers, ceo di IndiGo, che continuerà a far parte del Cda.
«Il settore del trasporto aereo – sottolinea Gallego – si trova ad affrontare sfide significative: accelerare le azioni a tutela dell’ambiente, gestire i cambiamenti geopolitici e le problematiche relative alla catena di approvvigionamento, oltre ad affrontare le preoccupazioni relative alla capacità e ai costi delle infrastrutture».
Inoltre, è stato già stabilito che Roberto Alvo, ceo di Latam Airlines Group, ricoprirà la carica di presidente del cda a partire da giugno 2026, al termine del mandato di Gallego. La stessa data in cui è stata fissata l’82° Assemblea Generale Annuale (Agm) a Rio de Janeiro, in Brasile, ospitata proprio da Latam.
«Sarà un’ottima opportunità per fare il punto sui cambiamenti avvenuti in due decenni di sviluppo – spiega Walsh – che hanno visto il rafforzamento della connettività aerea supportare con successo importanti eventi mondiali come la Coppa del Mondo Fifa e le Olimpiadi».
Le precedenti assemblee generali di Iata in Brasile si sono tenute a Petropolis (1947) e a Rio de Janeiro (1999).



