Airbnb, se gli affitti brevi fanno bene ai piccoli borghi

Airbnb, se gli affitti brevi fanno bene ai piccoli borghi
30 Marzo 07:00 2023 Stampa questo articolo

Airbnb e gli affitti brevi sono elementi positivi per i piccoli borghi. Lo dimostra un nuovo studio condotto dal Politecnico di Torino, in base al quale la presenza di annunci Airbnb è in grado di portare un beneficio alle piccole imprese, quantificabile in una crescita del 23% dei redditi dopo quattro anni. Inoltre, sono un efficace mezzo di contrasto allo spopolamento.

Un altro fattore in grado di favorire lo sviluppo dei borghi è il turismo legato al patrimonio storico-culturale e diffuso: sulla piattaforma Airbnb sono presenti diversi alloggi di tipo rurale, come gli agriturismi, ma anche 12mila dimore storiche, spesso situate in zone scarsamente popolate, il 90% secondo i dati dell’Associazione Italiana Dimore Storiche.

Lo studio del Politecnico dimostra che, nel contesto di aree economiche marginali, caratterizzate da una situazione economica in declino, Airbnb favorisce l’imprenditorialità e genera indotto. In particolare, quando in un borgo o in un’area rurale vengono attivati degli annunci sulla piattaforma si osservano effetti positivi, tra cui una miglior distribuzione della ricchezza ed effetti positivi sui lavoratori in loco. Tra gli effetti tangibili sulle comunità locali rientrano la crescita del settore hospitality, +8,6%, dei trasporti, +10,8%, dell’intrattenimento, +11,5%, e delle agenzie di viaggi, +7,9%.

I dati Airbnb mostrano come già nel 2022 il turismo sia tornato a pieno regime, con un aumento del 20% delle notti prenotate rispetto al 2019 pre pandemia. Gli ospiti, già dall’anno scorso, hanno infatti ricominciato a visitare le città d’arte e a scegliere mete internazionali: le notti prenotate per viaggi all’estero nell’ultimo trimestre del 2022 sono cresciute del 49% rispetto all’ultimo trimestre 2021, e quelle prenotate per soggiornare in città del 22%. Guardando al 2023, la domanda sulla piattaforma è rimasta costante nel primo trimestre, evidenziando tra i principali  trend  l’interesse per il turismo diffuso e la popolarità delle destinazioni rurali.

Le stime di Adsi riportano più di 37.700 edifici storici in Italia, che nel 2019 sono stati visitati da oltre 45 milioni di persone. Le dimore storiche costituiscono un’opportunità concreta per le economie locali, con un indotto che parte dall’organizzazione di eventi, alle visite private, fino ai pernottamenti e alle esperienze nel settore enogastronomico. L’anno scorso, grazie anche a una donazione da parte di Airbnb,  in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio l’associazione ha creato un fondo del valore di un milione di Euro per supportare i proprietari di dimore storiche aperte all’ospitalità. A oggi la categoria Dimore storiche su Airbnb conta più di 45.000 alloggi in Europa, dei quali più di 12.000 in Italia.

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