Alitalia, i dubbi di Atlantia sulla joint venture Blue Skies

25 Luglio 12:16 2019 Stampa questo articolo

Si chiama Blue Skies uno dei principali nodi del contendere nella discussione avviata in questi giorni tra i membri del consorzio che, entro il prossimo 15 settembre, dovranno formulare ai commissari un’offerta vincolante per il salvataggio di Alitalia. Dietro l’invito, avanzato da Atlantia, di apportare “profonde modifiche” al piano già predisposto da Fs e Delta Air Lines, ci sarebbe infatti – secondo quanto riporta Il Sole 24 ore – proprio la questione di Blue Skies, la joint venture sui collegamenti transatlantici sottoscritta più di un anno fa dalla stessa Delta, da Air France/Klm (di cui il vettore americano detiene il 9%) e da Virgin Atlantic, di cui Delta ha acquisito il 49% e Air France/Klm il 31%.

In particolare, secondo i vertici della holding della famiglia Benetton, l’esistenza di una joint venture di cui Delta, Virgin, Air France e Klm sono partner di primo livello (con Alitalia che verrebbe sì ammessa, ma solo come «associated partner»), non sarebbe il modo migliore per sfruttare le potenzialità di due mercati fondamentali per il futuro della newco, come quelli di Nord America e Asia.

Eppure, l’idea di coinvolgere l’ex vettore di bandiera in questa alleanza transatlantica viene da lontano. Già lo scorso gennaio, il presidente e ceo di Klm, Pieter Elbers e componente del board di Air France-Klm, aveva detto: «Stiamo lavorando per avere Alitalia nella nuova joint venture per il Nord Atlantico con Delta Air Lines, Air France-KLM e Virgin Atlantic. Alitalia è nostro partner anche in SkyTeam e vogliamo continuare a lavorare insieme».

Nel frattempo, ottenuta l’autorizzazione dell’Antitrust in Europa (negli Usa la decisione delle autorità competenti è attesa per il mese di agosto, ndr), i punti cardine della partnership sono quelli messi nero su bianco dal quotidiano economico-finanziario.

“In Blue skies, i voli attuali saranno garantiti e rimarrà la regola del consenso dei partner per incrementare i voli verso gli hub (detti Gruppo 1), per esempio se Alitalia volesse aumentare i voli per New York o andare ad Atlanta, Detroit o Minneapolis. Alitalia sarà libera di fare nuovi voli verso altre destinazioni (Gruppo 2), però accollandosi maggiori rischi”, sottolinea Il Sole 24 Ore.

“Per vendere i voli del Gruppo 2 negli Stati Uniti, attraverso Delta – continua il quotidiano – Alitalia dovrà pagare alla compagnia americana una commissione che partirà dal 20-22% del biglietto, con una crescita fino al 26% entro 10 anni. Delta potrebbe rifiutarsi di mettere il suo codice su un volo ogni due nuovi di Gruppo 2 aperti da Alitalia”. Con l’ovvia conseguenza che, per la compagnia di bandiera diventerebbe molto più difficoltoso attirare passeggeri americani.

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Giorgio Maggi
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