Concessioni balneari, allarme di Confesercenti: “A rischio 30mila imprese”

11 Novembre 12:35 2021 Stampa questo articolo

Subito un tavolo di confronto col governo: è la pressante richiesta di Fiba-Confesercenti all’indomani della decisione del Consiglio di Stato sulle concessioni balneari:  «Un intervento dirompente, un terremoto – dichiara Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba-Confesercenti – che getta nell’incertezza più profonda 30mila imprese, per lo più familiari, che oggi si trovano di fronte alla prospettiva di essere private del loro lavoro e di quanto hanno costruito nel tempo. Chiediamo al Governo di aprire urgentemente un tavolo di confronto con i rappresentanti delle attività balneari».

La decisione presa dall’adunanza plenaria del Consiglio di stato che ha stabilito la proroga delle concessioni demaniali marittime solo fino al 31 dicembre 2023, ha ingigantito le ombre in un comparto che vive la direttiva Bolkestein come una iattura per l’intero sistema di accoglienza negli arenili italiani.

«Imporre un termine così vicino creerà il caos – afferma Rustignoli – e farà crollare gli investimenti. Il settore e le famiglie che vivono di questo lavoro avrebbero invece bisogno di chiarezza e di stabilità. Dovrebbero poter sapere domani quello che accadrà fra due anni, non vivere nell’incertezza. Inoltre, troviamo sconcertante che la sentenza sia entrata nel merito della durata dei titoli concessori: questo è un tema di competenza del legislatore, non dei giudici amministrativi».

Ora, secondo Rustignoli, c’è bisogno di trovare una soluzione che garantisca la continuità e la tutela del lavoro di operatori e dipendenti: «Serve una riforma, non un colpo di spugna. La stessa sentenza de Consiglio di Stato  prevede un indennizzo per gli attuali concessionari ed il riconoscimento alla professionalità. Sono due elementi imprescindibili per procedere ad una riforma organica del settore. Fiba Confesercenti, insieme alle altre associazioni di rappresentanza del settore, saranno a fianco delle oltre 30 mila imprese familiari che hanno investito ingenti risorse e lavorano nel settore turistico balneare, mettendo in campo tutte le azioni necessarie per garantire la continuità e la tutela del lavoro di operatori e dipendenti».

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