Concessioni balneari, politici e sindacati fanno pressing sul governo

Concessioni balneari, politici e sindacati fanno pressing sul governo
13 Novembre 12:38 2023 Stampa questo articolo

La clessidra delle concessioni balneari è all’ultimo giro: a poche settimane dalla scadenza delle concessioni demaniali in vigore, il governo ha riunito più volte un tavolo tecnico, limitandosi però ad abbozzare una mappatura delle coste italiane, dalla quale si evince che solo il 33% delle spiagge sarebbe soggetto a bando, mentre il restante 67% è rappresentato da tratti di costa  inaccessibili o sotto tutela ambientale.

Ora tutte le rappresentanze sindacali dei balneari reclamano chiarezza e tempestività, normando questa mappatura e presentandola a Bruxelles. In particolare Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio ha rilasciato una dichiarazione nella quale si evidenzia come  «la risposta del governo all’interpellanza parlamentare urgente dell’onorevole Deborah Bergamini e altri ha, sostanzialmente, descritto l’attività del tavolo tecnico sul censimento della costa concedibile, presupposto per la corretta applicazione della Direttiva Bolkestein. Ribadiamo il nostro apprezzamento per gli sforzi profusi con il tavolo tecnico, e ci auguriamo che il governo, nell’interlocuzione con la Commissione europea, valorizzi adeguatamente il risultato registrato. Ci aspettiamo, soprattutto, una urgente iniziativa normativa del governo che recepisca i risultati e le indicazioni del tavolo tecnico e che metta in sicurezza, finalmente, il settore della balneazione attrezzata italiana».

Molto dura, invece, la presa di posizione dell’opposizione politica Movimento 5 Stelle che in una nota a firma del senatore Marco Croatti denuncia: «A soli 50 giorni dalla scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti regna l’incertezza più totale sul futuro del comparto balneare. Questo governo ignavo, incapace, pericoloso, non ha dato ancora nessuna indicazione ai comuni costieri che, in pochi giorni, saranno obbligatoriamente chiamati ad indire le gare».

Dal 1° gennaio 2024, aggiunge, «ci saranno inevitabilmente ricorsi a pioggia, contenziosi, e nessun funzionario comunale si assumerà la responsabilità di firmare ulteriori proroghe, già bocciate in tutte le sedi giurisprudenziali italiane e comunitarie. Nel frattempo non si hanno nemmeno notizie dal governo sugli sbandierati confronti con l’Europa in merito alla mappatura delle spiagge, che nelle debolissime visioni della destra consentirebbe di non applicare la Bolkestein in Italia. Nubi sempre più scure si addensano sul futuro del comparto balneare e su quello di tante località balneari che necessitano di certezze e di un orizzonte chiaro su cui progettare e pianificare investimenti per aumentare la competitività e affrontare le sfide future».

La nota si conclude ricordando che «ben 18 mesi fa il M5S aveva presentato una riforma delle concessioni demaniali che rispondeva agli interessi del Paese e dei cittadini su un bene pubblico, garantendo maggiori diritti, concorrenza e regalando certezze ai concessionari e molti imprenditori balneari avevano che non si poteva continuare a “scappare” dalla Bolkestein e condivisero l’impostazione della nostra riforma. Venne però rigettata dalle associazioni di categoria dei balneari che hanno sempre preteso che nulla cambiasse, posizione sostenuta dai partiti di destra. Ora le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti».

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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