L’entrata in vigore, prevista per agosto, dei nuovi dazi statunitensi al 30% su una vasta gamma di prodotti europei rischia di colpire duramente le filiere produttive italiane più esposte all’export verso gli Stati Uniti, con un grosso impatto occupazionale che si concentrerà nel Nord Italia. Lo rivela un’elaborazione di ReportAziende.it, condotta su dati Istat-Comext ed Eurostat aggiornati al 2024.
Secondo l’analisi, l’Italia esporta verso gli Stati Uniti oltre 70 miliardi di dollari all’anno (circa 63 miliardi di euro) di valore in prodotti. Di questo volume, oltre 30 miliardi di euro sono riferibili ai comparti direttamente colpiti dai dazi. Le prime stime indicano che l’effetto immediato dell’applicazione della tariffa potrebbe tradursi in una perdita diretta fino a 9 miliardi di euro; considerando anche le conseguenze su filiere, marginalità, investimenti e consumi la forchetta complessiva stimata si colloca tra 18 e 22 miliardi di euro nel biennio 2025–2026.
IMPATTO TERRITORIALE E OCCUPAZIONALE
La “mappa del rischio” di ReportAziende.it evidenzia un’incidenza più forte nel Nord Italia, dove si concentrano le produzioni verso gli Usa, in particolare in Lombardia (Milano, Brescia, Mantova) per pharma, meccanica, moda, formaggi; in Emilia-Romagna (Parma, Modena, Reggio) per agroalimentare Dop e automotive; in Veneto (Treviso, Verona, Vicenza) per occhialeria, vino, moda e salumi; in Toscana (Firenze, Arezzo, Siena) per vino Doc, moda e gioielleria; in Piemonte (Torino, Cuneo) per componentistica auto, meccanica di precisione, agroalimentare.
Secondo le stime, il 75% dell’impatto occupazionale si concentrerà nel Nord Italia, con una perdita potenziale tra 115.000 e 145.000 posti di lavoro a livello nazionale e oltre 25.000 posti a rischio in Emilia-Romagna.
SETTORI PIÙ VULNERABILI
I settori maggiormente interessati comprendono il farmaceutico, con circa il 18% dell’export italiano di medicinali e preparazioni diretto negli Usa (pari a 13,7 miliardi di dollari su 75 miliardi di dollari totali di settore); poi, la meccanica generale, l’automotive, le macchine industriali, vino e bevande, la moda e la pelletteria.



