Il diktat della sicurezza
nell’era dei superaerei

26 Marzo 07:00 2019 Stampa questo articolo

Non c’è solo il software di Boeing – sotto accusa dopo i disastri Ethiopian e Lion Air – non ci sono solo i droni “pirata” entrati in pista a Londra Gatwick lo scorso dicembre bloccando per ore l’intero aeroporto.

Alla soglia del 2020 sono tanti i segnali che spingono il settore dell’aviazione a una trasformazione che dovrà coniugare la tecnologia dei nuovi aeromobili (e altri oggetti volanti) con i nuovi rischi legati alla sicurezza. Se da un lato, ormai si parla di veri e propri “robot con le ali”, dall’altro i nuovi taxi dei cieli, l’accesso universale ai droni e la digitalizazzione delle operazioni di volo pongono nuovi interrogativi.

Una prospettiva non così remota, visto che l’Easa (Agenzia europea per la sicurezza aerea) ha dedicato buona parte delle 170 pagine del suo Programma 2019-23 proprio all’integrazione tra tecnologie e sicurezza.

Approfondimento: Dai voli senza pilota agli aeromobili elettrici

Prima di tutto, l’Easa si è concentrata sulla perdita di controllo degli aerei in volo, un tema tornato alla ribalta proprio con gli schianti dei 737 Max 8 di Boeing. L’Agenzia, infatti, ha annunciato l’intenzione di aggiornare e promuovere corsi di formazione per i piloti sugli aeromobili di ultima generazione che utilizzano (come nel caso del sistema anti-stallo della casa di Chicago, ndr) sistemi di navigazione automatica sempre più sofisticati.

Sul fronte dei droni, invece, sarà introdotta una nuova certificazione – chiamata E-Vtol (alcuni droni ormai trasportano persone e merci pesanti e sono più simili a elicotteri) che possa garantire sia l’operatività di nuovi player sia il monitoraggio dello spazio aereo.

Di pari passo, inoltre, c’è la necessità di riempire un vuoto amministrativo sui nuovi modelli di business: dai servizi aerei di mobilità urbana come Uber Air, fino ai voli cargo totalmente automatizzati e ai nuovi modelli di aerei ibridi o solo elettrici caratterizzati da un peso molto più elevato (a causa delle batterie) e da una capienza contenuta (max 50 passeggeri).

Se si aggiungono il controllo satellitare dell’air traffic management e la protezione dei dati, il quadro è completo. Cloche e motori diventano meno importanti perché tutta l’attenzione va ai codici e agli algoritmi. Un’evoluzione che è solo agli inizi.

LEGGI L’APPROFONDIMENTO SULL’EDIZIONE ONLINE DE L’AGENZIA DI VIAGGI MAGAZINE.

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L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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