È l’ora di Bit 2024: focus sui trend del travel globale

È l’ora di Bit 2024: focus sui trend del travel globale
02 Febbraio 06:02 2024 Stampa questo articolo

Ai nastri di partenza Bit: l’edizione 2024 della Borsa internazionale del turismo torna all’Allianz MiCo Milano dal 4 al 6 febbraio e quest’anno si vede arricchita della presenza di 26 Paesi che partecipano per la prima volta o che ritornano dopo molti anni di assenza.

«Il claim che mi piace ripetere è che Bit sia la più grande fiera al mondo di offerta italiana – esordisce Simona Greco, direttore manifestazioni di Fiera Milano – Ma al tempo stesso registriamo una crescita importante di destinazioni turistiche internazionali. Abbiamo lavorato tanto con Paesi che non partecipavano, perché accogliendo una quota bassa di arrivi italiani non reputavano ci fosse motivo. Siamo riusciti a illustrare loro un punto di vista differente, quello della necessità di investire per incrementare questi arrivi, e al tempo stesso far comprendere che Bit è anche una fiera internazionale, sia sul fronte del pubblico che degli operatori. Tra le new entry ci sono Aruba, Bahamas, Canada, Cina, Repubblica Dominicana, Ecuador, Gambia, Indonesia, Iran, Irlanda, Costa D’avorio, Giappone, Mongolia, Nepal. Arabia Saudita, Siria, Zimbabwe, i ritorni di Seychelles e Maldive».

LE PARTNERSHIP

Arrivano anche le due partnership strategiche avviate quest’anno e che avranno orizzonte triennale, a cominciare dall’accordo con Welcome Travel Group. «La Bit ha sempre sostenuto il turismo organizzato e oggi l’intermediazione è cresciuta, grazie al periodo storico che ha cambiato le abitudini, ma anche al lavoro di rinnovamento e di investimento sulla parte consulenziale che hanno fatto le agenzie di viaggi», aggiunge la manager.

E poi c’è l’accordo con Federterme, che conferma come il tema del benessere psicofisico sia un leitmotiv per il consumatore, e uno dei filoni in primo piano a Bit. «I temi sono quelli di tendenza ma anche i più spinosi. Per esempio parliamo di prezzo dinamico, di rapporto qualità prezzo, aviation, profilazione più attenta del viaggiatore, overtourism, crociere e loro impegno per la sostenibilità».

CONSULTA L’AGENDA DEI CONVEGNI IN FIERA

Tendenze della domanda che incontrano un’offerta che si fa più dinamica e attenta, come sottolinea Magda Antonioli, vicepresidente European Travel Commission e professoressa Università Bocconi. «Nel 2023 rispetto all’anno prima abbiamo notato un riposizionamento con un aumento della qualità non solo per i 5 stelle. C’è stato un efficentamento che ha coinvolto tutta la filiera, cui si aggiunge il sentiment per il nostro Paese che è sempre alto e l’aumento dell’interesse da parte delle catene estere che investono nel nostro Paese, anche nei centri minori, che beneficiano anche dell’accresciuta attenzione verso esperienze culturali creative, sport e open air».

I NUMERI E LE TENDENZE

In un contesto internazionale di crescita, il mercato turistico italiano conta 118,2 milioni di arrivi e 397,5 milioni di presenze nei primi undici mesi del 2023, secondo le rilevazioni Istat. Crescono i volumi di redditività della ricettività, con un RevPar del +20% rispetto all’anno prima, e con 5 stelle e 5 stelle lusso che hanno registrato un +15 per cento del fatturato sul 2022 e +5 sul 2019, in base alle elaborazioni dell’Osservatorio Bit su dati Bocconi-Str 2024. Bene anche il turismo organizzato, con un fatturato stimato di circa 6,5 miliardi di euro, +40% sul 2022, secondo i dati Astoi.

L’Italia si conferma sempre desiderata, soprattutto per gli altospendenti, anche secondo Euromonitor che inserisce Roma al settimo posto e Milano al tredicesimo tra le prime 15 Top Travel Destination. Per quanto riguarda i turisti italiani, il rapporto qualità-prezzo rimane fattore chiave, scelgono la destinazione principalmente in base al costo del volo (40%) e dell’hotel (28%) , dice Skyscanner. E poi ci sono destagionalizzazione e il neologismo “coolcationing”, fusione di cool e vacationing per indircare la tendenza a viaggiare optando per destinazioni dai climi più miti e freschi.

Benessere, personalizzazione, open air si confermano sempre trend solidi, e accanto a questi anche i grandi eventi dimostrano di assumere un ruolo centrale, spingendo a viaggiare in occasione di concerti e competizioni sportive, segnando per le destinazioni interessate livelli di occupazione più alti del 70-80% rispetto alla media e aumentando anche la booking window, il 57% dei viaggiatori prenota infatti in media almeno con due mesi di anticipo, e cresce anche il budget, il 31% lo aumenta pur di essere presente.

LO STATO DELL’ARTE DEL TURISMO DIGITALE

In occasione della Bit l’Osservatorio della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, presenta il nuovo rapporto “Sustainable Turism”. La ricerca utilizza l’indice Disitm – Digital Sustainability Index per analizzare la propensione dei cittadini verso la digitalizzazione e/o la sostenibilità e analizza i comportamenti degli italiani rispetto alle app per il turismo con particolare attenzione a quelle che aiutano i turisti a fare scelte più sostenibili sotto il profilo economico, ambientale e sociale (app per la prenotazione di alberghi, hotel e ristoranti, etc).

«Le previsioni del nostro Osservatorio sul Turismo per il 2024 rafforzano e confermano i recenti dati di Confindustria evidenziando come il digitale possa diventare un incredibile strumento di sviluppo per l’intero comparto. È fondamentale continuare a indirizzare i comportamenti e le scelte dei turisti che devono essere più orientate verso gli strumenti digitali e verso soluzioni di viaggio maggiormente attente alla sostenibilità. Il turismo infatti, per sua natura, ha un forte impatto di sostenibilità, sia ambientale che sociale ed economica, e le tecnologie digitali potrebbero avere un ruolo sostanziale nell’abbatterlo», spiega Stefano Epifani, presidente per la Fondazione per la Sostenibilità Digitale.

QUANTI ITALIANI USANO IL DIGITALE E COME? 

Il 77% degli italiani usa le tecnologie digitali per prenotare le proprie vacanze e dichiara di aver avuto una migliore esperienza proprio grazie all’utilizzo del digitale. La percentuale sale all’86% nella fascia d’età tra i 16 e i 17 anni e aumenta tra i laureati (81%) e tra i cittadini più digitalizzati e attenti alla sostenibilità (82%). Gli intervistati sono altresì convinti che la continua evoluzione del digitale porterà a ulteriori miglioramenti dell’esperienza utente nel brevissimo, ovvero già nei prossimi 6 mesi. Soprattutto lo pensano i ragazzi tra i 16 e i 17 anni (85% dei rispondenti) e i cittadini più digitalizzati e attenti alla sostenibilità (78%).

«La facilità d’uso, la disponibilità always on, l’attenzione all’ambiente, al sociale e all’economia e la possibilità di analizzare più proposte turistiche per scegliere poi la più adatta alle proprie esigenze in pochi click, fanno del digitale lo strumento principe per far incontrare facilmente domanda e offerte di viaggi (da quelli tradizionali a quelli più green), spingendo il settore verso ricettività, mete e numeri prima difficilmente raggiungibili», dice Epifani.

Il 74% degli italiani afferma che le tecnologie digitali sono utili nell’affrontare il sovraffollamento turistico. In generale ne sono maggiormente consapevoli gli italiani più attenti alla sostenibilità e più digitalizzati (77%) rispetto a coloro che non utilizzano alcuno strumento digitale (70%). Inoltre, per l’83% degli intervistati la tecnologia consente di gestire le fasi del viaggio, dalla scelta della destinazione alla prenotazione, con maggiore consapevolezza e rispetto per la meta (63% abbastanza d’accordo, 20% molto d’accordo e 17% per nulla d’accordo).

L’82% degli italiani tra quelli più competenti digitalmente e più attenti alla sostenibilità, sostiene che le applicazioni di prenotazione online di alberghi e ristoranti consentono di scoprire mete alternative, supportando gli operatori più piccoli. Al contrario, gli utenti meno attenti alla sostenibilità e meno digitalizzati pensano che queste app concentrino l’attenzione del turista sui posti più popolari, andando a favorire gli operatori più grandi (71% degli intervistati). Una percezione non corretta, quest’ultima, determinata dalla mancanza di cultura digitale e green da parte di questa fetta di consumatori.

«Il digitale, se correttamente utilizzato, potrebbe portare ad una più corretta gestione dei flussi turistici, con grande beneficio sia per i turisti, che potrebbero vivere un’esperienza molto più positiva, sia per l’ambiente, per l’economia locale ed anche per le comunità che abitano il territorio».

Il 72% degli intervistati nella fascia tra i 16 e i 17 anni e il 66% in quella dai 18 ai 24 anni è disposta a spendere di più per strutture green, diversamente dalle altre fasce della popolazione che dichiara di preferire strutture green, ma solo se a parità di costo (40% degli intervistati) Ciò che emerge dai risultati è, per un’ampia fetta della popolazione, una significativa distanza tra scelte ideologiche ed economiche: infatti, pur dichiarando di preferire strutture green, il 40% degli intervistati non sarebbe disposto a spendere di più per acquisirle.

L'Autore

Mariangela Traficante
Mariangela Traficante

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