Chissà, forse Ian Fleming ne avrebbe tratto spunto per un romanzo di 007. Nessuna spy story – ce ne sono già troppe, reali, in questo drammatico segmento storico – ma un dato da approfondire sì, come ha fatto il Corriere della Sera: 1.400 voli al giorno perdono il segnale Gps: Cipro, Israele e Russia le zone più coinvolte. Il picco di segnalazioni tra luglio e agosto, tra mappe “spostate” e radar meteo fuori uso. Appurato che la Spectre non c’entra, cosa succede?
Vediamo di capirci qualcosa, seguendo l’inchiesta del quotidiano di via Solferino. “In un mese 41mila voli (di cui 23mila di linea con oltre 100 passeggeri) hanno segnalato problemi seri di disturbo dei segnali satellitari e del funzionamento della strumentazione di bordo tra Europa, Medio Oriente e Asia. Cinque volte di più rispetto a gennaio 2024, quando il dato era già ritenuto al di sopra della media storica”.
La fonte citata è OpsGroup, organizzazione che monitora la sicurezza e le minacce dell’aviazione, che da alcuni mesi studia le informazioni raccolte dai piloti.
La conclusione non è affatto banale, perché diversi equipaggi hanno rischiato di atterrare sulla pista sbagliata, parallela a quella autorizzata: come già accennato, sul monitor di bordo appariva una mappa “spostata” rispetto alla realtà. Senza citare i casi in cui i piloti sono stati obbligati ad accendere i fari per cogliere eventuali segnali di maltempo, considerando che il radar meteo era off.
La spy story non c’è, le guerre sì purtroppo, così come l’estensione – scrive il Corriere – delle strumentazioni militari per disturbare le trasmissioni satellitari”, che sta aumentando i problemi per gli aerei, che ricevono segnali Gps falsi: i sistemi informatici vanno in tilt e tanti saluti alla capacità di navigazione. Pensate cosa potrebbe succedere a un volo che smarrisce la rotta giusta e finisce in una “no fly zone“, rischiando di essere abbattuto dalle contraeree.
Ecco perché gli esperti hanno interpretato, con grande preoccupazione, un fenomeno senza precedenti, che – dicono – sta aumentando “di dimensioni e intensità. Lo hanno definito “spoofing“, un attacco informatico relativo alla falsificazione delle informazioni fornite alla strumentazione di bordo. Secondo OpsGroup il numero di voli colpiti “è aumentato drasticamente da maggio 2024, ma il numero reale potrebbe essere significativamente più alto”.
Gli esperti puntano il dito contro le unità militari “che prendono di mira droni ostili e sciami di droni in zone di conflitto che agiscono per disturbare le spedizioni per interferire sulle rotte di missili guidati dai Gps o mezzi aerei”.
Non solo. Lo spoofing – sostengono – “ha creato problemi all’Fms (sistema di gestione del volo), al sistema ibrido di riferimento inerziale (in grado di tracciare la posizione del jet), all’orologio dell’aereo, al Gpws (il sistema che manda un avviso in caso di pericolo di una collisione a terra) o al Tcas (collisione con altri aerei), al radar meteo, al Cpdlc (il mezzo di comunicazione tra pilota e controllore di volo), all’Ads-b e all’Ads-c (transponder che trasmettono i dati identificativi e la posizione)”.
L’avvertimento è serio e non va trascurato: “Il pericolo maggiore – concludono gli studiosi – è ciò che non sappiamo ancora e che potremmo scoprire solo attraverso incidenti. E con l’avvicinarsi dell’inverno i fattori di rischio aumenteranno significativamente”.
Altro che 007.



