Etc, le incognite del travel europeo: inverno, long haul e mercato Usa

Etc, le incognite del travel europeo: inverno, long haul e mercato Usa
12 Luglio 13:39 2021 Stampa questo articolo

Tante aspettative ma poche certezze per il prossimo semestre turistico. Secondo il report “European tourism, trends and prospects” della European Travel Commission c’è già un primo slancio nel recupero del turismo europeo grazie alla accelerazione nei viaggi e soggiorni dei mesi estivi.

Slancio dovuto soprattutto al graduale allentamento delle restrizioni, all’aumento delle vaccinazioni e alla recente riapertura dell’Ue a più Paesi terzi e ai viaggiatori completamente vaccinati dall’estero. Così le previsioni dell’Etc disegnano un considerevole incremento della domanda di viaggi nella seconda metà del 2021. ma gli arrivi internazionali rimarranno comunque ancora al 49% al di sotto dei livelli pre-pandemia.

Il report rileva inoltre che questa stagione estiva è essenziale per il settore poiché la domanda di viaggi in Europa è rimasta debole all’inizio del 2021 – vale a dire nel primo trimestre – con gli arrivi di turisti internazionali diminuiti dell’83% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Ma ora c’è una incognita che nessuno può e sa valutare ed è quella della “variante Delta” del virus che potrebbe indurre molti governi a ripristinare forti restrizioni e vincoli ai viaggi, come ha appena fatto Malta.

Lucida l’analisi del presidente di Etc, Luís Araújo che osserva: «L’Europa sta ora gestendo bene i rischi Covid sia per i locali che per i nostri tanto attesi viaggiatori. Crediamo quindi che quest’estate sia possibile viaggiare in sicurezza. La riapertura è alimentata anche dal forte desiderio delle persone di tornare a viaggiare e assicurata dalla disponibilità del nostro settore a fornire esperienze di viaggio sicure e responsabili. Ma è imperativo che vengano comunicati messaggi chiari e coerenti ai potenziali viaggiatori».

Il report ETC, infatti, non nasconde la perdurante difficoltà di molti Paesi europei: sempre secondo  gli ultimi dati disponibili in Europa 3 destinazioni su 5 continuano a registrare un calo di oltre l’80% negli arrivi di turisti internazionali. Su tutte il caso emblematico dell’Austria,  che almeno fino a maggio, ha subito il maggior calo percentuale dei visitatori, originato soprattutto dal crollo delle prenotazioni nella coda della stagione turistica invernale, determinando un -97% degli arrivi di turisti nel Paese alpino.

Al contrario altri paesi, come la Croazia, già in questo primo semestre hanno fatto segnare un recupero del 23% di arrivi internazionali che dovrebbe consolidarsi con le perfomance della piena estate.

Si prevede che la domanda di viaggi a lungo raggio riprenderà più lentamente, con barriere che rimarranno in vigore ben oltre la fine del 2021. A conti fatti l’Etc prevede che i viaggi nazionali e intraeuropei torneranno ai volumi del 2019 rispettivamente entro il 2022 e il 2023, mentre i viaggi da lungo raggio non dovrebbero riprendersi fino al 2025.

Il contributo più significativo alla crescita della domanda di viaggi in tutta Europa nei prossimi due-tre anni avverrà, però, grazie ai turisti Usa. Gli annunci per accogliere i viaggiatori americani vaccinati hanno già potenziato i viaggi transatlantici verso destinazioni come Islanda, Croazia e Grecia nel maggio e giugno 2021. Secondo i dati di ForwardKeys, i biglietti emessi dagli Stati Uniti verso la Croazia (+0,5%) e l’Islanda (+22,7%) hanno ha superato i livelli del 2019, mentre la Grecia è indietro di appena il 10,9%.

Infine, nel lungo termine, l’Europa potrà confidare sulla Cina che darà un contributo considerevole alla crescita dei viaggi in Europa nel prossimo decennio, dominando la scena dei bacini long -haul. Nel dettaglio per questo immenso “serbatoio” di turisti si prospetta un tasso di crescita medio annuo previsto del 12% contribuendo così ad un buon +5%  sulla crescita complessiva degli arrivi internazionali verso le destinazioni europee nel periodo dal 2025 al 2030. Tuttavia, mentre il traffico interno in Cina continua a mostrare una notevole ripresa ai livelli pre-pandemia, i viaggi internazionali cinesi per almeno altri due anni rimarranno stagnanti.

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