Expo 2030, Riyadh batte Roma. E il turismo piange

Expo 2030, Riyadh batte Roma. E il turismo piange
29 Novembre 09:47 2023 Stampa questo articolo

Roma esce sconfitta dalla gara per ospitare l’Expo 2030, manifestazione assegnata con 119 voti a Riyadh, in Arabia Saudita. Come era prevedibile divampa la polemica e traspare la delusione soprattutto nel settore turistico. A rendere ancor più pesante l’umiliazione è stato l’esito della votazione che ha visto la Capitale italiana raccogliere solo 17 voti, superata perfino dalla pressoché sconosciuta Busan (Corea del Sud) che ne ha presi quasi il doppio, ovvero 29.

Al vetriolo la prima dichiarazione rilasciata dal presidente del Comitato promotore, l’ambasciatore Giampiero Massolo: «Fino all’ultimo, né a noi né ai coreani risultavano numeri di questa portata, quindi anche sull’ultimo miglio qualcosa deve essere successo. Non critico, non accuso, non ho prove, ma la deriva mercantile riguarda i governi, riguarda anche gli individui talvolta».

La reazione istituzionale è giunta dal ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, il quale diplomaticamente, dopo aver fatto le congratulazioni  al ministro saudita Faisal bin Farhan Al Saud per l’assegnazione della Expo 2030, ha ammesso: «Era una situazione molto complicata, avevamo dei competitor fortissimi. Noi abbiamo ereditato una candidatura e una situazione dove c’erano già impegni presi da parte di molti Stati. Quindi abbiamo cercato di far sì che si potesse ribaltare una situazione che appariva già molto difficile. Tutti quanti ci siamo impegnati, dal capo dello Stato al governo, dal sindaco di Roma alla Regione Lazio: tutti per cercare di ottenere un risultato positivo che non c’è stato. Bisogna accettare i risultati». Tajani ha poi aggiunto che comunque il nostro Paese presenterà il meglio del made in Italy nel padiglione dedicato al nostro Paese a Riyadh»

 Lapidaria la dichiarazione di un altro membro del governo Meloni, il ministro dello Sport Andrea Abodi: «La delusione c’è, naturalmente è una delusione dei numeri che sembrano dimostrare un consolidamento del consenso di Riyadh, che non penso sia necessariamente quello degli ultimi giorni e delle ultime settimane. D’altro canto, non credo che l’universalità di Roma passi necessariamente per l’Esposizione Universale».

Mentre il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha cercato, a mente fredda, di gettrare acqua sul fuoco delle polemiche circa il prevalere dei petroldollari: «Non è il caso adesso di fare polemiche, Riyadh ha dilagato e non è il caso di ulteriori considerazioni su questo. Obiettivamente  con queste regole del gioco e con il peso che possono avere le relazioni bilaterali, è difficile immaginare una situazione preparatoria diversa, è una scelta che dobbiamo rispettare»,

Anche Ivana Jelinic, ceo dell’Enit, non ha nascosto l’amarezza per il risultato: «Siamo oggettivamente delusi. Ci dispiace tanto. Un’occasione mancata, non solo per Roma e per l’Italia, ma anche per l’Europa. Il baricentro è evidentemente spostato altrove. Abbiamo comunque giocato fino alla fine la nostra partita e l’avversario ha vinto con una stragrande maggioranza. Non condividiamo di certo le modalità, ma così è…».

Circostanziato il commento della presidente di Federturismo, Marina Lalli: «Dispiaciuti di aver perso un’occasione come quella dell’Expo, non solo per Roma, ma per l’economia dell’intero Paese, per la sua attrattività turistica e la nostra immagine a livello internazionale. La manifestazione avrebbe creato opportunità di lavoro per i giovani sui territori, portato la cultura e l’eccellenza italiana nel mondo e generato sviluppo nei prossimi anni. Le cifre parlano chiaro: l’impatto economico sarebbe stato di 50,6 miliardi di euro, 30 milioni di presenze mancate e 300mila nuovi posti di lavoro. Sarebbe stato un volano per la realizzazione di molte opere pubbliche che ci auguriamo possano comunque in parte trovare ugualmente realizzazione».

Da parte sua, anche il presidente di Federalberghi nazionale, Bernabò Bocca non può certo celare amarezza: «Un epilogo triste per Roma, ma direi per tutta l’Italia. È davvero un peccato aver perso questa occasione, il cui impatto economico era stato valutato intorno ai 50 miliardi di euro. Sarebbe stata una linfa per dare un impulso forte allo sviluppo del comparto. Dispiace non poter contare su un assist di tale portata per il nostro turismo. Oltre al tema dell’Expo, consiglierei oggi di guardare al futuro: ci aspettano il Giubileo del 2025 e Milano Cortina nel 2026. C’è tanto da fare in prospettiva».

Commento piuttosto sarcastico da parte del presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli: «Non me lo aspettavo, pensavo che saremmo arrivati al ballottaggio. Questa vittoria così schiacciante di Riyadh,, ma anche il fatto che Busan sia sopra Roma mi fa pensare che non ci siamo mossi nella maniera giusta, abbiamo sbagliato qualcosa perché se chiedi a 100 persone di Busan, 99 non sanno neanche dove sia. Sapevamo che sarebbe stato difficile, ma non pensavo a una débâcle di questo genere. Abbiamo perso una grande occasione, ora speriamo che le istituzioni tutte lavorino insieme per compensare questa opportunità perduta per la città di Roma».

Realistica l’osservazione del presidente di Assoturismo, Vittorio Messina: «Che la partita era difficile lo si sapeva in partenza, tuttavia le proporzioni della sconfitta penalizzano molto il grande lavoro portato avanti dal Comitato promotore e dal sistema imprenditoriale a supporto. Una sconfitta dalla quale trarre esperienza per il futuro. Se è incontestabile il fatto che sia prevalsa la deriva mercantile, è anche vero che la mancata compattezza dei Paesi Ue non ha certo aiutato la nostra causa».

Una lezione da imparare secondo il presidente di Unindustria, Angelo Camilli: «Un esito molto severo, che va oltre le nostre aspettative. Sapevamo che era una candidatura molto difficile, ma il risultato ci penalizza moltissimo. ÈCstato fatto un grande lavoro sia dal comitato promotore che dal sistema delle imprese del nostro territorio che hanno aderito alla Fondazione, evidentemente c’è da accettare la sconfitta, ragionare sull’esito e fare tesoro di questa grande esperienza».

In foto Dimistri Kerkentes, segretario generale del Bureau International des Expositions, in visita a Roma a inizio anno, con l’architetto Carlo Ratti, il Presidente del Comitato promotore Giampiero Massolo e il sindaco Roberto Gualtieri

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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