Gilardi e la missione Uvet:
«Rilanceremo il network»

22 Ottobre 07:00 2018 Stampa questo articolo

«Un migliore assetto, sia in termini di persone che di contenuti. E un “giorno zero”, il 28 novembre, quando è prevista la nostra convention nel corso del BizTravel Forum, a Milano». Andrea Gilardi è pronto per la sua nuova partita chiamata Uvet Travel Network, già perfettamente nei panni da direttore generale. Prima sorride («ho più o meno un mese di tempo»), poi si fa serio e accenna il suo piano di rilancio, che ha un unico grande obiettivo: «Capitalizzare il passato e generare valore nel futuro, dando le risposte che il mercato richiede e merita».

Come sarà Uvet Travel Network sotto la direzione di Andrea Gilardi?
«La rete va rilanciata e, soprattutto, ha la necessità di crescere. Dobbiamo essere bravi a creare valore e a comunicarlo bene, perché il settore vuole delle risposte ed è giusto darle. Al BizTravel Forum, in programma a Milano il 28 e 29 novembre, ci sarà una convention dedicata al network pianificata per la data di apertura, di pomeriggio, alle 14.30: marketing e commerciale saranno il cuore pulsante dell’incontro».

Oltre alle agenzie Uvet, ci sono anche Otn e gli altri. È prevista una confluenza dei vari marchi sotto un unico cappello?
«Al momento non è in agenda e non è solo un tema societario. Per arrivare a una sintesi del genere ci vuole tempo, e questo non è un obiettivo di breve termine. Gli agenti di viaggi si riconoscono in un marchio e un cambiamento, magari brusco, può essere percepito come un’inutile violenza».

Il Gruppo Uvet si muove su più fronti. È fondamentale l’unità di intenti…
«Ho trovato una vera e propria squadra, mi è capitato raramente in esperienze precedenti. In Uvet è presente un allineamento totale del management, a partire dagli ottimi rapporti instaurati con Luca Patanè ed Ezio Birondi. C’è totale condivisione, siamo uniti».

Come hai lasciato Condor?
«L’ho lasciata raggiungendo l’obiettivo di portarla in un grande Gruppo: abbiamo ritenuto questo il miglior modo per garantire a Condor una nuova storia, un nuovo orizzonte di futuro con enormi possibilità di sviluppo. Giudico l’operazione perfetta, anche perché l’ingresso di Eden in Alpitour ha cambiato le regole».

Tutto nasce sulla scia di Alpitour, quindi…
«Sì, la trattativa è stata successiva, oltre che rapida. Le carte relative all’accordo sono state firmate il 1° agosto, nell’arco di due mesi è avvenuto il closing. Come l’acquisizione di Eden da parte di Alpitour, va detto che sul mercato le operazioni tendono a concludersi sempre più rapidamente».

Alpitour la conosci bene. Come giudichi il suo posizionamento nel mercato?
«È una macchina fortissima che ha tracciato un percorso chiaro, e sa far valere sul mercato la propria forza. Non ci sentiamo in concorrenza con loro, ma considero Alpitour uno dei vari competitor. Inoltre, credo che il settore non sia pronto per un monopolio».

Torniamo su Condor. Com’è la situazione dipendenti?
«Il progetto va avanti a Rimini, lo abbiamo detto anche al sindacato, che giustamente preme, facendo il proprio lavoro. Condor è in buone mani e vanno dati i giusti meriti a Luca Patanè per l’acquisizione e a Leonardo Patacconi per aver venduto il pacchetto completo a un big player come Uvet. Dirò di più, nell’ottica di costruzione del lavoro, siamo alla ricerca di un responsabile progetto per Jump, una figura che sarà una sorta di deus ex machina».

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Giulia Di Camillo
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