I big dell’hôtellerie scrivono il futuro

I big dell’hôtellerie scrivono il futuro
26 Marzo 13:00 2024 Stampa questo articolo

L’Italia si conferma attraente per l’hôtellerie internazionale, che investe su mete glamour come Sardegna, Puglia e il lago di Como. E se i costi frenano le nuove costruzioni, avanzano le riconversioni e operazioni che cercano di non stravolgere allure e storia della struttura. Sono alcuni degli elementi emersi dal secondo Hôtellerie Summit, a Milano, dove Pambianco ha riunito il gotha dell’ospitalità.

Il lusso per Belmond si esprime in modo sfaccettato, dagli hotel ai treni alle crociere fluviali. E in questa mappa l’Italia si conferma centrale. «Apriremo a fine maggio l’Hotel Romazzino in Costa Smeralda, e stiamo per chiudere un investimento sul lago di Como», ha annunciato Christian Boyens, vp e divisional leader Sud Europa. Arriva poi la tratta Parigi-Portofino con il treno Venice Simplon-Orient-Express. «E non escludiamo progetti in altre aree, come la Puglia», aggiunge il manager, che non manca di rimarcare questioni che possono disturbare i top client, «dal traffico alle infrastrutture, ci sono zone, come la Costiera Amalfitana, che rischiano di diventare vittime del proprio successo».

IL PROGETTO “HOUSE OF BRANDS” «Abbiamo vantaggi competitivi, ma dobbiamo lavorare sulla coerenza dell’offerta e sulla qualità», gli fa eco Andrea Kellner Ongaro, vp commercial strategy Europa e Nord Africa Accor. Il Gruppo, che in Italia ha una dozzina dei suoi 40 marchi, conferma l’alto potenziale di espansione, ma individua una via su tutte: «Realizzare nuove strutture è difficile perché il costo di costruzione è aumentato del 25% e i tassi di interesse alti rallentano lo sviluppo. La tendenza è la riconversione di strutture già esistenti».

Su una sorta di “bouquet” punta Aldo Melpignano, fondatore e ad di Egnazia Ospitalità Italiana. «L’ospitalità di alta gamma in Italia ha bisogno di forme di aggregazione. Sogno una casa comune per le strutture di qualità italiane, una sorta di House of Brands dove ognuno possa mantenere identità e controllo, facendo sistema nella distribuzione, nell’efficienza operativa, nell’attrarre talenti».

Sono otto i brand nel portfolio di Minor Hotels, che conferma le mire di crescita nel nostro Paese, come racconta Marco Gilardi, operations director Italy & Usa. «Puntiamo soprattutto sul luxury, in destinazioni come Sardegna, lago di Como, Puglia, con Anantara, ma anche Tivoli Hotels & Resorts, in arrivo a Portopiccolo e con aperture previste a Firenze e Milano nel 2025. E c’è in cantiere un nuovo Avani (dopo il debutto di Avani Rio Novo Venezia, ndr)». «Ma anche nel midscale ci sono opportunità di crescita in Italia – puntualizza Liliana Comitini, presidente e ad B&B Hotels Italia – Lavoriamo soprattutto con la gestione diretta, ma dal 2023 ci siamo aperti anche al franchising». Attivo soprattutto in contesti urbani, il Gruppo ha debuttato nel leisure. «L’Italia offre opportunità dalla montagna alle coste, al Sud», spiega.

«Il lusso sta tornando alla semplicità e alle radici», è il parere di Valentina De Santis, ceo e owner di Grand Hotel Tremezzo, Passalacqua e Sheraton Lake Como, e testimone di come il lago di Como stia vivendo un momento di grazia. Il suo Passalacqua, dimora settecentesca trasformata in hotel nel 2022, dopo solo un anno è stato nominato Best Hotel in the World. E con Villa d’Este Hotels – oggi piccola collezione approdata anche in Toscana con Villa La Massa – condivide la sfida degli hotel storici, «riuscire a traghettare nel XXI secolo preservandone storia e tradizione», racconta il ceo Davide Bertilaccio, che riporta l’attenzione anche su due questioni cruciali: la stagionalità – per allungarla sul lago occorre investire per offrire al turista motivazioni di visita – e il personale, «nei piccoli gruppi è più difficile trattenere i talenti».

L’IMPERATIVO DELLA FORMAZIONE. A posizionare l’Italia sulla carta della formazione, lanciando la sfida alle storiche istituzioni svizzere, punta la Scuola Italiana di Ospitalità, fondata da Th Group con Cdp e Ca’ Foscari, e che quest’anno vedrà i laureati del primo triennio, provenienti anche da diversi Paesi esteri. E di stagione ha parlato Marcello Cicalò, ceo di Bluserena, che acquisita nel 2021 dal fondo Azora prosegue nel suo riposizionamento: «Abbiamo investito 55 milioni in ristrutturazioni e quest’anno ne prevediamo un’altra trentina – spiega – Il 95% della clientela era italiana fino al 2022, ora stiamo puntando a internazionalizzare anche per ampliare la stagionalità». L’extended stay è invece nei radar di Hnh Hospitality: «Annunceremo una prima apertura su questo segmento, è un modo per diversificare – annuncia il ceo Luca Boccato, che non esclude altre novità – Abbiamo iniziato da poco un percorso che forma i manager per un possibile percorso di quotazione. Non è un progetto in corso in questo preciso momento, ma è sul tavolo. È una possibilità».

L'Autore

Mariangela Traficante
Mariangela Traficante

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