Iata, de Juniac e i mini-profitti: «Non siamo mica Apple»

13 Dicembre 15:04 2018 Stampa questo articolo

I numeri del trasporto aereo globale saranno in crescita anche nel 2019, nonostante un rallentamento dovuto soprattutto ad Africa ed Europa. Le stime provengono da Iata che, nel suo annuale media day, ha annunciato per il prossimo anno che il traffico supererà i 4,5 miliardi di passeggeri trasportarti, cifra quasi raddoppiata negli ultimi dieci anni.

Secondo l’associazione internazionale delle compagnie aeree, inoltre, i viaggiatori in tutto il mondo spenderanno 606 miliardi di dollari in biglietti, senza tenere conto di ulteriori extra, dalla scelta del posto al bagaglio in stiva fino alla connessione wifi. La tariffa media di un biglietto andate e ritorno, inoltre, si aggirerà sui 324 dollari – il 61% in meno rispetto al 1998, ma le compagnie aeree lamentano un profitto netto per viaggiatore molto risicato (7,75 dollari).

La crescita del settore, però, non sarà uniforme in tutte le macro aeree del globo. Il Nord America è la regione più ricca perché permetterà di guadagnare 16,80 dollari per passeggero, mentre in Europa questo valore scende a 6,40 dollari. In Medio Oriente, invece, le compagnie del Golfo  possono contare su 3,33 dollari a viaggiatore di guadagno, mentre in Africa i vettori continueranno a perdere quasi 3.5 dollari a viaggiatore.

Nel complesso, quindi, il settore aereo globale – incluso il cargo – vedrà circa 885 miliardi di dollari di ricavi complessivi e 35,5 miliardi di profitti. In questo caso, la maglia nera andrà proprio all’Europa, unica regione che vedrà i ricavi in diminuzione rispetto al 2018.

«Il trasporto aereo nel 2019 conterà per l’1% del Pil mondiale  – sottolinea Alexandre de Juniac,  amministratore delegato di Iata – Ma basta anche una nuova tassa del valore di 1 dollaro per perdere quel minimo margine di guadagno a passeggero. Non siamo aziende come Apple che fanno profitti di quasi 400 dollari per ogni singolo smartphone che vende».

Altro tema caro a Iata è quello della saturazione degli aeroporti con i cieli sempre più intasati e alcuni scali che già hanno raggiunto la soglia massima di capienza. «Occorre prendere decisioni già oggi per affrontare un futuro sempre più complesso sia nella gestione sia nella manutenzione delle infrastrutture. Entro il 2037, infatti, ci saranno circa 8,2 miliardi di passeggeri in tutto il mondo e bisogna farsi trovare pronti», ha concluso de Juniac.

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