Inside, viaggio nel quartier generale di Gattinoni

Inside, viaggio nel quartier generale di Gattinoni
09 Maggio 07:03 2023 Stampa questo articolo

«Ma qui sorridono tutti?». Al cronista curioso in visita guidata al quartier generale del Gruppo Gattinoni, una bella palazzina di 4 piani in zona Brera, la domanda sorge spontanea. A Milano piove, ma qui dentro è tutta un’altra storia: il fattore umano prima di tutto, lo ha deciso Franco Gattinoni, fondatore di questo colosso del turismo oggi articolato in tre divisioni: Turismo, Business Travel ed Eventi.

L’accoglienza del direttore marketing e comunicazione, Isabella Maggi, è il paradigma di questa filosofia: è lei che ci accompagna nel tour alla scoperta del mondo Gattinoni senza troppe formalità, ma con quella cortesia semplice in cui si avverte una fragranza d’altri tempi.

Come quella di un buon caffè servito nella cucina del pianoterra, dove Franco Gattinoni viene a prepararsi di persona gli Spritz – «Guarda, ha lasciato anche il sigaro nel frigorifero…» – in attesa che ci raggiunga in ascensore il direttore generale, Sergio Testi: completo grigio, camicia bianca, ma niente cravatta.

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Franco Gattinoni

Così, mentre chi scrive gira impropriamente per le stanze in giacca e cravatta, balza agli occhi come il look del personale – qui lavorano 150 degli 800 dipendenti del Gruppo, il 90% donne, dislocati nelle otto sedi di Milano, Bologna, Lecco, Monza, Torino, Roma, Parma e Treviso – sia piuttosto informale. Tutto torna, il reportage “Inside” può cominciare.

Si parte dalla veranda al pianoterra, che affaccia su un cortile interno e viene usata per le riunioni, ma anche per gli eventi o come zona aperitivo. Qui, dopo tre anni, si terrà di nuovo la festa dell’estate Gattinoni, con tanto di dj: lavoro e divertimento vanno spesso a braccetto in quella che è senza dubbio una delle aziende più “cool” del travel.

Colpisce l’arcobaleno formato dai colori delle poltroncine intorno al tavolo e Isabella Maggi spiega: «Il fucsia rappresenta gli Eventi, il lime il network delle agenzie Gattinoni Mondo di Vacanze, il bordeaux le affiliate My Network, l’azzurro è il Travel e il blu il Business Travel».

Nulla è lasciato al caso. Dal pianoterra, dove c’è la vendita diretta, andiamo su e giù per i piani dove si notano vere opere di street art: ogni divisione ne ha una. Non è solo un modo per dare un tocco in più agli uffici, ma per non dimenticare la pandemia: «Quando è finita – racconta Maggi – abbiamo organizzato l’evento “Restart con i clienti e abbiamo creato una mostra permanente con opere di diversi street artist: dietro l’ascensore c’è un murales di 18 metri disegnato da una nostra grafica interna».

Al piano -1 sale eventi, ognuna con il nome di una città o di un Paese, si alternano a spazi ampi. Si passa da una zona catering a una in allestimento che a giugno diventerà l’area ricreazione dei dipendenti, con divanetti, maxi-schermo, angolo caffè e cucina, anche se il pezzo forte resta il biliardino: vuoi mettere una bella partita prima di riprendere il lavoro? E non è tutto. Fedele al motto “Mens sana in corpore sano”, l’azienda organizza due volte a settimana un corso di pilates, tenuto da un’impiegata e insegnante ai colleghi in pausa pranzo. E per chi lo desidera è disponibile anche un corso d’inglese gratuito, nel segno della formazione continua.

Mai pensato, invece, di coniugare lavoro e maternità come accade in tanti Paesi, che hanno un nido interno all’ufficio? Maggi ci tiene a ribadire che «questa è un’azienda che da sempre mette al centro le persone, e in particolare le donne che sono la grande maggioranza dei dipendenti qui in Gattinoni. La scelta di mantenere lo smart working due giorni a settimana aiuta a gestire meglio la propria vita privata soprattutto per chi ha una famiglia e, appunto, dei figli.

Non escludo che, se ci fosse un numero adeguato di donne con bambini che dovesse manifestare la necessità di un asilo interno, Gattinoni sarebbe pronto a valutarne l’apertura per venire incontro il più possibile alle loro esigenze». Altro giro, altro piano, il quarto. Ecco il Sancta Sanctorum, l’ufficio del gran capo, Franco Gattinoni, l’uomo partito a 14 anni come fattorino dalla provincia di Lecco.

La segretaria, gentilissima e con la felpa sociale addosso, ci fa strada e apre la porta: una scrivania sobria, un tavolo e sei sedie per le riunioni con i collaboratori più stretti, due tv da parete, un salottino per gli ospiti, due modellini di aereo sul tavolino e, a terra in un angolo, un quadretto a tinte nerazzurre, tanto per ricordare la fede interista dell’imprenditore.

Ci affacciamo in un’altra stanza, dove tre persone sono impegnate in una sessione di brainstorming: eh già, in un’azienda all’avanguardia serve anche questo per produrre programmi ed eventi. Accanto ecco i ragazzi del call center, occupati in quello che resta uno dei punti nevralgici della catena di montaggio che porta al prodotto finito. Tra un quadro e l’altro da ammirare alle pareti, sfogliamo i cataloghi che illustrano le destinazioni, roba per palati fini.

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Vale ancora la pena investire sul cartaceo? «Assolutamente – osserva Maggi – la gente vuole ancora vedere su carta le location unusual dove trascorrere le vacanze: se dobbiamo invogliare un cliente a chiedere un preventivo, questa è la strada giusta». Quindi è vero, come dice Gattinoni, che c’è un “ritorno” alle agenzie di viaggi perché il professionista paga sempre rispetto al fai da te? «Sì, tant’è che il fatturato dell’agenzia al pianoterra, dove abbiamo dovuto aggiungere due postazioni in più, è schizzato in alto nei primi mesi dell’anno: il cliente vuole più sicurezza e nuove idee, cerca la consulenza di un professionista. L’online funziona per i viaggi più semplici, ma anche in questo caso avvalersi del sito dell’agenzia di riferimento dà più fiducia».

Come nel Gioco dell’Oca, si torna alla casella di partenza, la cucina: il dg Sergio Testi è lì che ci aspetta. Scenario insolito per presentare un grande player del turismo? «Per noi è normale: qui ci si dà del tu, ci si conosce tutti e in questo piccolo locale si può offrire un caffè a un collega o a un ospite oppure prendere un aperitivo. Questo rende l’azienda umana, fattore che da sempre è stato uno dei nostri elementi di successo».

Abitudini quasi irrituali per un Paese come il nostro, tipiche di altre latitudini: «Parliamo di uno spirito condiviso da tutti, il sorriso è nel dna del Gruppo. Sono qui da 7 anni, ma lo conosco da 30 perché ci ho lavorato in forma indiretta ed è sempre stato così: qui si è sempre data importanza alle persone. Di conseguenza tutti i manager che si sono succeduti si sono adeguati a questo modus vivendi, declinato anche sui clienti».

Una filosofia che ha contribuito al successo di Gattinoni Group, che di recente ha spento 40 candeline con una grande festa al Palazzo del Ghiaccio di Milano. «È una storia che ha conosciuto un’evoluzione continua – racconta Testi – E negli ultimi 10 anni si è scelto di investire molto sulle tre aree, soprattutto quella storica del Mice, divisione nel cuore del presidente e fiore all’occhiello dell’azienda».

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Investire: un must per qualsiasi impresa, ma Gattinoni ha deciso di farlo, in controtendenza, nel periodo più critico, in pandemia: perché? «È frutto di valutazioni ponderate tra l’imprenditore e alcuni manager che hanno scelto di compiere un passo difficile. Quando c’era la possibilità di tagliare, togliere sedie, ridurre gli organici, magari per avere un esercizio in positivo in quei due anni di crisi, lui ha scelto di seguire la strada opposta: nessun esubero e dedicare, ancora una volta, le attenzioni verso le risorse e la tecnologia, cioè i due elementi centrali di un’azienda di servizi. Aggiungendo il marketing, da sempre punto di forza del Gruppo che negli ultimi anni è stato rapido nell’adeguarsi ai mutati comportamenti tra pre e post Covid. Mi spiego: prima della pandemia in agenzia si veniva di frequente, oggi si può venire oppure ci si collega con Teams o Google Meet. E se all’inizio era un modo per evitare il contagio, adesso è uno strumento diverso: se prendo un appuntamento con un cliente online, posso prepararmi sapendo tutto su di lui per poi presentarmi con video e filmati. Cambia il modo di lavorare».

Ora, in termini di numeri, l’azienda punta al miliardo di fatturato entro tre anni. Non proprio noccioline, specie dopo la quaresima pandemica, che pure è stata scavalcata benissimo. Vediamo come: il 2022 si è chiuso con 492milioni di fatturato e 1.183 milioni di contratti commerciali, nonostante le restrizioni ancora in atto.

E gli obiettivi del 2023 sono chiari: raggiungere almeno 636 milioni di fatturato e 1.473milioni di contratti commerciali, cifre già rivedibili in alto, visto che l’anno è partito bene.

Ma torniamo al traguardo del miliardo, roba da leccarsi i baffi. Testi i baffi non li ha, ma replica convinto mentre sorseggia il caffè: «Quel miliardo è un punto d’arrivo: quando mancherà il 10 o il 20% la cifra sarà più alta. Perché Gattinoni va sempre oltre le possibilità dell’azienda stessa. Finora i risultati gli hanno dato ragione: il Gruppo fa  piani triennali e quinquennali e, salvo il biennio Covid, ha sempre raggiunto l’obiettivo con un anno di anticipo. Quindi, ne sono certo, il miliardo, non solo sarà raggiunto, ma sarà superato prima del tempo».

Del resto, se Franco Gattinoni è stato insignito dalla rivista Capital del riconoscimento di “Imprenditore più coraggioso d’Italia” un motivo ci sarà. In effetti la corsa al miliardo è partita benissimo: «Abbiamo già superato gli obiettivi del +20% –precisa Testi – e su certe linee di prodotto siamo anche al +40. È probabile che nel 2023 andremo oltre il fatturato preventivato, sfondando i 700milioni. Chiariamo comunque: quest’azienda ha grandi ambizioni, ma non fa mai il passo quando non è sicura di farlo. Quindi, per poter confermare certe affermazioni dobbiamo arrivare a fine luglio: fino ad allora lo diremo a bassa voce».

A proposito di “non fare il passo più lungo della gamba”: è stata ben ponderata la scelta di rilevare Robintur Travel Group. «Certo. Abbiamo guardato al mercato, esaminato tutte le opportunità prima di decidere di acquisirla. I motivi sono stati diversi: il primo era quello di avere agenzie di proprietà in aree diverse da quelle in cui eravamo già presenti. Oggi, in un mercato che si è ridotto in termini di adv e che vira sulla qualità del servizio, avere cento punti vendita di proprietà è una forza non indifferente in termini di capacità di selezione e portafoglio clienti diretti. Inoltre, in un momento in cui la crisi ha generato difficoltà anche ai leader dei viaggi d’affari, raddoppiare il fatturato porta Gattinoni – già considerato qualitativamente valido – a guardare alla top five del mercato».

Nei piani, poi, c’è anche il passaggio dalle 120 a 200 agenzie di proprietà, a cui si aggiungono le 1.407 affiliate. Nel frattempo, il Gruppo sta piantando in tutta Italia le bandierine azzurre, il colore del nuovo logo imperante sulle agenzie di casa.

«Il valore del brand è fondamentale – ammette Testi – Pensare di avere, domani, 200 punti vendita con la stessa insegna fa compiere all’azienda un ulteriore salto di qualità come riferimento di mercato». Altro punto di forza del Gruppo Gattinoni: i manager giovani. Per questo, sottolinea Testi, «il presidente, ha voluto investire su risorse dai 25 ai 45 anni. Con una grande organizzazione si può andare lontano». Di pari passo, procede spedita la maratona digitale con il salto B2B2C all’ecommerce attraverso Gattinonitravel.it senza dimenticare il booking tool Fly Gattinoni.

Tempo scaduto, il tour in casa Gattinoni termina qui. Ripassiamo dal pianoterra, alveo dell’agenzia e cuore pulsante dell’azienda. All’uscita mi volto per vedere se il quadro è lo stesso di quando sono entrato un paio d’ore fa: c’è chi parla con i clienti, chi lavora al Pc, chi conversa in cuffia. Nulla è mutato. E sorridono tutti,

L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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