Ora c’è la conferma: Lufthansa ha tutta l’intenzione di sfruttare l’opzione di salire al 90% di quote in Ita Airways entro giugno, come prevedono gli accordi stilati col Mef nel giugno del 2023. Lo ha ribadito in un’intervista esclusiva al Sole 24 Ore il ceo di Lufthansa, Carsten Spohr, a Roma in questi giorni proprio per incontrare il ministro Giancarlo Giorgetti e finalizzare col Mef la fase procedurale che porterà il gruppo tedesco a detenere il 100% della compagnia aerea italiana.
Intanto, confermando il nuovo step del contratto di integrazione, verrebbe sbloccato il versamento da parte di Lufthansa, direttamente nelle casse del Mef, di quei 325 milioni di euro che rappresenterebbero quella nuova tranche del 49% di quote Ita, per poi arrivare al 100% entro il 2033 come previsto dagli accordi.
Spohr ha poi dichiarato: «Il prossimo passo che dobbiamo compiere, con il supporto del governo italiano a Washington, è l’approvazione della joint venture per il Nord Atlantico (con United Airlines ) da parte delle autorità americane. Questo è un requisito importante per andare avanti. In generale, penso che per creare sinergie, preferirei accelerare piuttosto che rallentare l’acquisizione, ma senza l’approvazione dell’Antitrust americana, ovviamente l’integrazione non è possibile».
Da qui l’accelerazione dei colloqui e soprattutto l’esplicita richiesta di un sostegno del governo italiano nell’operazione oltreoceano, perché appare fin troppo chiaro che il gruppo tedesco punta a ottenere l’ok delle autorità statunitensi “prima” dello scadere dell’opzione di giugno.
Nell’intervista, poi, Spohr ha precisato: «La tempistica della mia visita a Roma non è casuale. Siamo esattamente a metà strada nel processo di integrazione, ci siamo posti come obiettivo 18 mesi, l’integrazione più rapida nella storia del gruppo Lufthansa. Penso che siamo sulla buona strada. Finora abbiamo raggiunto tutti i traguardi: dai voli in code sharing, all’accesso alle lounge, ai programmi di fidelizzazione. Quindi siamo sulla buona strada».
Intanto Ita è alle prese con le sfide del mercato che continua a soffrire di una contrazione dell’offerta aerea dovuta alla scarsità di aeromobili, vecchi e nuovi, a disposizione delle compagnie aeree nel mondo, come lo stesso ceo e direttore generale, Joerg Eberhart, ha confermato sempre al Sole 24 Ore: «Il mercato è dinamico, ma al momento siamo piuttosto limitati per motivi di capacità a causa dei problemi ai motori della Pratt & Whitney».
«Abbiamo una media mensile di 18 velivoli a corto raggio fermi a terra, dagli Airbus 320neo, 321neo oltre agli A220 – precisa Spohr – Questo è il motivo per cui Ita non sta beneficiando appieno di questo sviluppo. L’aumento delle tariffe aiuta e siamo abbastanza soddisfatti in termini di redditività».
Vale la pena ricordare che Ita, nei primi dieci mesi di quest’anno, ha fatto segnare una crescita del 2,7% del proprio fatturato (2,4 miliardi di euro) e ha registrato un movimento complessivo di 14 milioni di passeggeri, in calo del 7% a causa della capacità inferiore da impiegare sul mercato.
Così come va evidenziato che nella Winter 2025/26 Ita Airways opererà 53 destinazioni, di cui 16 domestiche, 21 internazionali e 16 intercontinentali, tra cui il nuovo collegamento Roma Fiumicino Mauritius e con 46 accordi di code sharing.



