Sostenibilità, nove capitali europee sotto la lente The Data Appeal

Sostenibilità, nove capitali europee sotto la lente The Data Appeal
02 Maggio 11:43 2024 Stampa questo articolo

Le capitali internazionali si trovano di fronte a una sfida epocale: diventare città sostenibili. Questo implica non solo la tutela dell’ambiente, ma anche la creazione di società inclusive, sicure ed egualitarie, dove turisti e residenti convivono armoniosamente e tradizione e progresso si fondono. Ma quanto è realistica questa visione? Per comprendere il progresso verso questo obiettivo, The Data Appeal Company ha analizzato nove capitali europee attraverso il suo Destination sustainability index (Dsi).

Il Dsi è un faro per la sostenibilità turistica e rappresenta un potente strumento per valutare e monitorare il livello raggiunto dalle destinazioni turistiche. Basandosi sui dati del Sistema europeo di indicatori del turismo (Etis), il Dsi analizza quattro pilastri fondamentali: ambiente, la sostenibilità ambientale della destinazione, l’analisi della presenza di verde e ambienti naturali, l’inquinamento dei mari, la qualità dell’ aria; società, si valuta il livello di inclusione e accessibilità, il numero di strutture ricettive accessibili alle persone con disabilità, la soddisfazione del trasporto pubblico; economia e overtourism, si misura l’impatto dei flussi turistici sullo scenario socio-economico della destinazione e il grado in cui i turisti convivono con la popolazione locale senza intaccare l’equilibrio e l’armonia del contesto sociale e culturale; governance & destination management, dato importante per valutare quanto la destinazione turistica è stata capace di soddisfare le esigenze dei visitatori, preservando al contempo la sostenibilità ambientale e sociale del luogo.

Questo indice valuta la sostenibilità delle destinazioni da molteplici prospettive, inclusa quella del turismo. Le città prese in esame sono: Amsterdam, Berlino, Copenhagen, Dublino, Londra, Madrid, Parigi, Roma e Vienna. Ma cosa si intende esattamente per “città sostenibili”? Si tratta di un concetto ampio, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, che mirano a rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. Questo significa che le città devono proteggere l’ambiente, essere inclusive e resilienti.

Secondo l’indice, tutte le città prese in esame hanno ottenuto un buon punteggio generale, sebbene ci sia ancora margine di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda la lotta all’inquinamento. Madrid ha ottenuto il punteggio più alto grazie alla sua gestione delle destinazioni e al pilastro socio-culturale, mentre Roma brilla per la sua vitalità culturale e inclusività LGBTQ+. Parigi eccelle nella gestione dei flussi turistici, mentre Vienna si distingue per la governance e la gestione delle destinazioni. Tuttavia, tutte le città mostrano punteggi poco incoraggianti in ambito ambientale, evidenziando la necessità di interventi mirati per migliorare la qualità dell’aria e delle aree verdi.

Per rendere una città sostenibile, è essenziale utilizzare analisi dei dati per valutare le performance attuali e definire interventi mirati. Solo così sarà possibile raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e creare città che siano non solo belle e vivibili, ma anche sostenibili per le generazioni future.

Le azioni che istituzioni e destination management organization possono fare per rendere una destinazione più sostenibile sono numerose e diversificate: si va dalle misure per rendere i luoghi pubblici più accessibili, agli incentivi per i mezzi pubblici ed elettrici, agli interventi a favore di anziani e famiglie meno abbienti.

Ma prima di tutto, le città devono diventare coscienti delle proprie performance e definire il livello di sostenibilità attuale. Solo misurando con esattezza ogni aspetto della città, sarà possibile definire interventi mirati e stabilire le priorità su cui intervenire. Come ha spiegato Harold Goodwin, professore, attivista ed esperto di turismo responsabile in un approfondimento dedicato all’overtourism, “non si può gestire ciò che non si può misurare”.

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