L’Egitto conferma 160 voli charter: «Lavoriamo per la pace»

L’Egitto conferma 160 voli charter: «Lavoriamo per la pace»
25 Ottobre 10:22 2023 Stampa questo articolo

L’Egitto non si ferma, nonostante la crisi in Medio Oriente. Confermati i passaggi chiave del Piano di sviluppo turistico e al momento anche il tour operating italiano mantiene tutti gli impegni per le festività di fine d’anno, come ribadisce lo stesso ministro del Turismo e delle antichità egiziano, Ahmed Eissa Abou Hussein, in visita a Roma proprio per incontrare appositamente i t.o. e la stampa trade: «Per fine anno dall’Italia abbiamo confermato 160 voli charter e speciali, così come  abbiamo ricevuto rassicurazioni dai partner che a oggi non cambia nulla circa gli impegni operativi verso il nostro paese. Questo ci conforta – ha aggiunto Hussein – perché sostiene concretamente gli sforzi del governo egiziano per portare a compimento un impegnativo Master Plan che comprende l’aumento della capacità alberghiera, con un’offerta che passerà dalle attuali 223mila a quasi 432mila camere (210mila in più rispetto alle attuali), prevalentemente concentrate sul Mar Rosso e lungo l’asse Assuan, Abu Simbel e Luxor, oltre agli investimenti per il nuovo aeroporto al Cairo che ottimizzerà i tempi di transfer verso i luoghi iconici delle Piramidi. Inoltre, c’è l’impegno sull’Alta Velocità ferroviaria che nell’immediato futuro collegherà le località turistiche del Mar Rosso ad Assuan e Luxor.»

Nel dettaglio il ministro del turismo egiziano ha spiegato che «le finalità del nostro Master Plan sono quelle di allungare la permanenza dei turisti nelle nostre principali destinazioni turistiche, a partire dal Cairo dove, con l’allestimento di nuovi siti archeologici visitabili e con il sistema museale, contiamo di portare i soggiorni medi ad almeno quattro giorni. L’obiettivo finale è quello di passare dagli attuali 16 milioni di visitatori stranieri a oltre 30 milioni entro il 2028. Abbiamo calcolato – ha sottolineato Hussein – che  ogni 15mila nuove camere allestite l’investimento medio sarà di circa 30 miliardi di lire egiziane e che entro il 2030 il Piano di sviluppo turistico garantirà almeno 30mila nuovi posti di lavoro.»

In sintesi, i tre pilastri del Master Plan – come li ha chiamati il ministro – contemplano l’incremento della capacità di posti aerei offerti, un arricchimento delle esperienze turistiche implementando la qualità dei servizi turistici, una semplificazione della burocrazia per incentivare gli investimenti nel settore e una radicale trasformazione digitale, una politica di incentivi alle azioni di marketing avviate da partner stranieri e un potenziamento delle strutture per l’intrattenimento dai parchi a tema ai casinò. Tutto per favorire i principali segmenti dell’incoming egiziano, dai resort del Mar Rosso (e non solo) all’offerta di turismo culturale con i siti archeo e a quello d’avventura.

«Siamo consapevoli – ha aggiunto il ministro – che il momento è difficile per tutta l’area, ma l’Egitto è un grande Paese che da sempre lavora per la pace e soprattutto una delle principali destinazioni outgoing per l’Italia: ed è proprio sul vostro mercato che puntiamo di raggiungere, già dal prossimo, oltre 1 milione di visitatori, considerato che chiuderemo il 2023 con almeno 850mila arrivi italiani».

Un ambizioso disegno di evoluzione turistica, quello dell’Egitto, che oggi si scontra con le tragiche vicende in Israele e a Gaza. Ma la determinazione del governo è quello di non demordere e proseguire nella riqualificazione e potenziamento della sua offerta turistica.

E sulle rassicurazioni dei tour operator italiani specializzati è arrivata anche la conferma di Maurizio Casabianca, chief commercial officer di Going, che ha incontrato il ministro prima dell’incontro con la stampa trade: «Al momento stiamo alla finestra, mantenendo intatta l’offerta, anche perché le prenotazioni fino ai primi di ottobre sono andate molto bene, così come la vendita della navigazione sul Nilo, un prodotto che attira sempre molto. Ora, ovviamente, c’è un rallentamento, ma non abbiamo cambiato i nostri piani, anche perché i nostri voli non stanno partendo vuoti. E se la situazione dovesse rimanere così incerta non è certo con eventuali ribassi  che potremmo orientare le scelte dei clienti. In certi contesti non è mai il prezzo a fare la differenza.»

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Andrea Lovelock
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