L’ultima “figlia” di Neeleman: nel 2020 nascerà Moxy Airways

02 Ottobre 16:57 2018 Stampa questo articolo

Ci risiamo. Dopo Morris, poi venduta a Southwest, la canadese WestJet, la brasiliana Azul e la sua ultima avventura Jet Blue, l’uomo d’affari statunitense (ma di origini brasiliane) David Neeleman potrebbe riprovarci. La sua nuova creatura – il nome secondo quanto rivela preferente.com – sarebbe Moxy Airways, e dovrebbe vedere la luce nel 2020 dando vita a quella che il sito spagnolo definisce “un’impresa tecnologica che opera aerei”.

In programma, stando alle indiscrezioni, l’ideazione di un network di rotte di corto e medio raggio all’interno degli Stati Uniti, da servire con aeromobili di nuova generazione come gli Airbus A220, di cui si dice che Neeleman ne abbia già acquistati una sessantina. Tra gli aeroporti secondari interessati a entrare nella rete, ci sarebbero l’Hollywood Burbank Airport, il Fort Worth’s Meacham Airport e il T.F. Green Airport di Providence.

Già al momento della fondazione di Jet Blue (adesso il vettore fa concorrenza a Norwegian sulle rotte del nord atlantico e rappresenta il modello a cui la nuova Moxy si ispira), il miliardario aveva definito il vettore come “un servizio di attenzione al cliente con una compagnia aerea alle sue spalle”, a sottolineare come la sua idea del trasporto aereo sia quello di individuare, innazitutto, un bisogno da parte dei consumatori rimasto ancora senza risposte.

Tuttavia, a differenza che nel 1999 – anno della fondazione di Jet Blue in cui il trasporto aereo versava in una situazione di crisi, adesso le cose sono cambiate. Dopo fallimenti e acquisizioni, le big hanno ripreso fiato, e anche sul lungo raggio è arrivato il modello low cost.

Neeleman, attraverso il consorzio Atlantic Gateway e Azul, è anche il proprietario di Tap, di cui detiene il 61% del capitale.

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Giorgio Maggi
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